DON ANTONIO

mercoledì 10 agosto 2011

II DOMENICA DI PASQUA ANNO B

Stiamo vivendo il tempo pasquale, queste domeniche non domeniche dopo Pasqua ma domeniche di Pasqua. La comunità cristiana in ogni domenica s’incontra con il Signore Risorto, fa memoria della sua risurrezione, riceve il dono della pace e dello Spirito, ma sopratutto riceve la linfa vitale della Santa Comunione.
La domenica  è un  giorno santo per noi cristiani, giorno di preghiera e di incontro fraterno, momento per accrescere la fede e la gioia. Per alcuni tutte le domeniche  sono uguali, le letture si assomigliano tutte, non se ne parli poi  delle prediche, ed  allora si dice: “precetto adempiuto e niente di più”.

In questo tempo pasquale molte letture sono tratte dagli atti degli apostoli che raccontano la vita della prima comunità cristiana unita dallo Spirito Santo, unita dalla stessa fede nel Risorto e unita nella preghiera e nella comunione dei beni. Si tratta di una vera famiglia, di una vera comunità nella quale  al primo posto c’è la fraternita’.  Con grande forza, con coraggio e senza paura i primi cristiani  rendevano testimonianza  della risurrezione. Al centro di tutto c’è la forza dello Spirito Santo: dono specifico del Signore Risorto,( nella pentecoste sarà donato in pienezza) ma già nel giorno di Pasqua Gesù effonde lo Spirito Santo,lo  abbiamo sentito nel brano del vangelo: Gesù disse” pace a voi e dopo aver detto questo alitò su di loro e disse ricevete lo Spirito santo”  in remissione dei peccati, per una  liberazione dalla schiavitù del maligno.

Il messaggio di questa domenica, come è scritto anche nel foglietto, è un messaggio che riguarda la fede, è la domenica della vittoria della fede. Il  brano del vangelo vuole proprio rafforzare la nostra fede, vuole rassicurare tutti noi nella verità della risurrezione: Gesù non è un fantasma, non è un illusione collettiva, non è il sogno messianico reso vitale dal desiderio, non è figura evanescente, non è la creazione dell’ignoranza e della suggestione popolare degli apostoli, no , no Gesù è veramente Risorto, è il medesimo Gesù  che fu inchiodato sulla Croce e si mostra a Tommaso che non crede e mostra a noi le mani e il costato, i segni del glorioso martirio. E’ il Gesù che parla, che mangia, che benedice, che  tutti possono vedere e toccare, anche se in una dimensione completamente diversa dalla precedente, perché ora non può più morire, ora è entrato nella vita dei santi nel  Paradiso.

Gli apostoli, i discepoli subito non comprendono, subito fanno fatica a credere ai loro occhi, subito dubitano, pensano ad un fantasma, qualcuno pensa che si tratti di una invenzione delle donne, Tommaso ritiene che si tratti di un abbaglio generale, i due  discepoli che stavano andando ad Emmaus ritengono Gesù come un pellegrino qualsiasi  giunto a Gerusalemme per le feste pasquali e amaramente esprimono la loro delusione:”speravamo che fosse lui il Messia”e solo alla fine del viaggio lo riconoscono! E lo riconoscono nel gesto messianico ed Eucaristico  dello spezzare il pane.

Ecco il messaggio di questa domenica, messaggio evangelico per tutti noi, per vedere, per accogliere,per fare esperienza del Risorto, è necessario fare un cammino, è necessario essere guidati dallo Spirito.
Il, rifiuto di credere da parte di Tommaso ci  porta a riflettere sul rapporto tra vedere e credere. Innanzitutto non è oggetto di fede ciò che è evidente e dimostrabile, d’altra parte la comunità apostolica non riesce a convincere l’apostolo che pretende di toccare con mano. E il Signore fa una eccezione per Tommaso: si fa toccare. Ma allora quella di Tommaso  non è più la  fede ma solo evidenza.
Tommaso è il simbolo dell’uomo che ha difficoltà a credere, è l’immagine di tante persone che oggi più che un tempo dubitano, sono vacillanti nella fede, hanno crisi e  non riescono ad uscire dalle tenebre del dubbio sistematico. Ed è proprio questo dubbio nella  fede, crisi interiore e  personale che trascina con sé anche una certa indifferenza  per la vita spirituale e religiosa, per le pratiche di pietà, per le preghiere e porta ad un progressivo deterioramento della vita morale.
Ricordiamoci che la fede è sempre un dono di Dio,  e nello stesso tempo la fede è una scelta, un atto di coraggio di chi si abbandona alla Parola di Dio. Solo la docilità del cuore e l’umiltà dell’intelligenza permettono di affrontare e di  superare le situazioni  di dubbio .
Oggi per alcune persone, per tanti giovani il grande interrogativo non è la Chiesa, non sono i preti o i sacramenti, ma  l’interrogativo  che l’uomo oggi si pone è l’interrogativo della fede.
Si ha quasi paura  di fidarsi di Dio e  ci si fida maggiormente del vuoto e del nulla e non si vuole ammettere che Dio è più grande di tutti i nostri ragionamenti, che Dio oltrepassa tutti i nostri modi di pensare, le nostre ideologie, le nostre filosofie.


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