DON ANTONIO

martedì 9 agosto 2011

OMELIA DOMENICA XVI TEMPO ORDINARIO ANNO B

Oggi la Parola di Dio ci parla dei pastori, del Buon Pastore cioè di  Gesù che ha cura delle sue pecore, le guida, le conduce ai verdi pascoli, guarisce la pecora ammalata e porta in braccio quella smarrita. L’unico pastore che è Via Verità e vita per le sue pecore è Gesù, è Gesù il modello al quale ogni discepolo, ogni pastore, ogni dicepolo  deve fare riferimento. Gesù è il Buon Pastore che ha dato la vita per pecore, Gesù è anche la porta attraverso  la quale si entra nel recinto della salvezza eterna. Immagini e  simboli molto eloquenti anche per noi.
“IL Signore è il mio pastore e non manco di nulla” abbiamo ripetuto nel salmo responsoriale.
Il compito e la missione  del pastore è quella di essere fedele al suo mandato di maestro e di guida, il  dovere delle pecore è quello di seguire il pastore, ascoltare, sentire ed obbedire alla voce del pastore e camminare nella via da lui indicata.

La prima lettura dal libro del profeta Geremia è un severo monito ai pastori, cioè a quelle persone  che hanno ricevuto dal Signore la vocazione e la missione di guide, di catechisti e di maestri.
Siamo nel secolo  VI a.C. e Geremia intuisce la situazione  catastrofica del suo tempo. E Geremia preso da angoscia denuncia, come fece il profeta Amos (lo abbiamo sentito domenica scorsa),denuncia la malvagità generale e la corruzione  dilagante anche del re e dei sacerdoti di quel tempo.
In questo momento preciso Geremia proclama la parola di Dio:”radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho lasciate scacciare e le farò tornare ai loro pascoli, e di esse non ne mancherà neppure una”.

Ai pastori infedeli subentra Dio stesso, il Signore stesso si fa pastore del suo popolo. Questa immagine è molto  eloquente e di facile comprensione per un popolo di tradizione pastorizia, è ripresa a da Gesù per spiegare alle folle la sua missione di rabbi e di messia, di maestro e di guida, di inviato dal padre e di pastore per le pecore.

Gli apostoli, i discepoli , le folle hanno bisogno di riposo, hanno bisogno di pace, di tranquillità perché  sono stanche e sbandate, come(ecco il paragone con la prima lettura)come pecore senza pastore. Gesù risponde con sollecitudine e amore: “venite in disparte,in un luogo solitario e riposatevi un po’”.
Il Vangelo ci presenta il volto di Gesù che comprende l’umanità. Che viene incontro alle esigenze vitali delle folle, compie  la moltiplicazione dei pani quando vede che il popolo  era come pecore affamate, e l’invito a riposarsi in luogo in disparte quando si accorge che le pecore sono stanche  e sfinite.

Oggi la nostra riflessione non riguarda solo coloro che hanno compiti di guida nel gregge di Dio, ma riguarda tutto il gregge, riguarda tutti noi: noi suo popolo e gregge che egli conduce.
Chiediamoci in verità: è davvero per noi il Signore l’unica guida nella nostra vita? E’ Lui il Signore, la luce che splende nella nostra vita e che si diffonde nell’ambiente attorno a noi? Quando ci troviamo in qualche necessità ricorriamo al Signore per attingere l’acqua che zampilla per la vita eterna e che può dissetare appieno anche tutte le nostre aspirazioni? E’ la domanda fondamentale che Gesù pone  a tutti noi e a ciascuno pone  un esame di coscienza: abbiamo noi posto la nostra vita nelle mani di Dio ed è in Dio la nostra speranza nel tempo e oltre?

Oggi il vivere è molto pagano, la mentalita’ corrente è secolarizzata ,
l’uomo si sente  autosufficiente e capace di bastare a se stesso e di darsi risposte  a tutti gli interrogativi e se dovesse restare  qualche incertezza è anche sicuro che in futuro la scienza a tutto trovera’ una soluzione, un futuro da alcuni solo sognato o immaginano. Suggestionati dalla forza persuasiva dei mass media, forza palese , ma il più delle volte occulta, molti sognano un appagamento a tutte le esigenze ,al bisogno di felicità nel possedere, nell’avere, un paradiso  terrestre , un paradiso nelle cose. Ecco allora la corsa al possedere quello che ancora non  si ha, e avutolo la ricerca comincia da capo.
In un simile contesto non si sente né la necessità di beni spirituali né la necessità di un pastore o di una guida spirituale, non si sente né il bisogno di pregare né si sente più la voce di Dio, non si percepisce più il suono delle  campane, anche se Dio continua a parlare attraverso i suoi inviati e le campane continuino a suonare e a chiamare alla Chiesa e a Dio.
Ma ricordaiamoci che l’uomo non vive solo di pane materiale, ricvordiamoci che l’attuale insoddisfazione o l’attuale disperazione di tante persone, che pur possiedono beni materiali,è la conferma che l’uomo nel suo essere ,nel suo cuore ha bisogno di una felictà senza limiti , senza i limiti delle cose terrenne, ha bisgno di Dio, ha bisogno di una luce vera che rischairi gli interrogatuivi dell’esistenza, ha bisogno di una guida per orientare la sua coscienza.

Ci vengono alle mente le famose confessioni di S.Agostino. L’uomo ha bisogno di una proposta di eternità ha bisogno di una parola chiara, ha bisogno della Parola del Vangelo e della parola autentica del magistero della Chiesa.
Il Signore oggi come una volta fa sentire la sua voce in tre modi specialmente:attraverso
la parola delle Sacre Scritture, la parola degli avvenimenti che succedono e  la parola dei pastori nella Chiesa.
Missione della Chiesa e degli uomini della Chiesa è quella di guidare alla verità, alla verità tutta intera, anche se scomoda e provocatoria, sotto l’azione dello Spirito Santo. Il Signore vuole pastori secondo la sua volontà e il suo cuore: “costituirò pastori che faranno pascolare il mio gregge così che non dovranno più temere né sgomentarsi”.
Domandiamoci: è  davvero Gesù il nostro pastore e  noi le pecore del suo gregge?

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