DON ANTONIO

mercoledì 10 agosto 2011

OMELIA DOMENICA XX ANNO B TEMPO ORDINARIO


Come domenica scorsa La Parola di Dio di oggi ci interroga sulla nostra fede  e sul nostro amore verso Gesù realmente presente nei fratelli. Fede e amore principalmente nell’Eucaristia e amore e fede in Gesù presente nel prossimo ecco i due capisaldi del cristianesimo, perché il cristianesimo vuol dire amore,vuol dire affidarsi totalmente a Dio, vuol dire poi  condividere cioè spezzare il pane con  il vicino . “Amatevi come io ho amato voi. Ogni volta che avete dato un bicchiere d’acqua a questi miei discepoli , lo avete fatto a me”. Per questo la Comunione significa vivere  l’unione con Gesù e con i  fratelli sia quelli che si sono nutriti di Cristo sia quelli che non si accostano alla Comunione, ma che sono sempre creature  di Dio create a sua immagine e somiglianza.

La  prima lettura è una lettura tratta dal libro dei Proverbi , ci ha parlato di una mensa, di un banchetto imbandito per tutti. Sempre la Sacra Scrittura e la Chiesa hanno affermato che la Parola di Dio è vero alimento, vero nutrimento per lo Spirito.
L’uomo non vive solo di pane materiale, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
L’uomo ha bisogno prima di ogni altra cosa di un cibo spirituale
Gli ebrei affermano che  il  libro dei Proverbi  è opera del sapiente re Salomone e riferiscono questo brano alla Legge , così come  identificano la Parola di Dio con la Legge. Per noi La Parola di Dio è un cibo che conferisce all’uomo una armatura spirituale, dona una forza interiore  che  gli permette di vivere in amicizia con Dio.
Questa  Parola potente ed efficace di Dio è stata anche  identificata con al Sapienza incarnata e la sapienza viene descritta come una persona vivente, che viene da Dio  per abitare in mezzo agli uomini  e portare il dono della vita. Questo pensiero è ripreso dal salmista che ci ha detto che la ricchezza è solo illusione, perché i ricchi impoveriscono ed hanno fame, ma chi cerca il Signore non manca di nulla.
E la vera sapienza è cercare il Signore prima di tutto e di tutti. “Abbandonate la stoltezza e vivrete” e la stoltezza è il rifiuto di Dio, è il non cercare Dio o il negarlo. Dice altrove il salmista:”Lo stolto pensa: <<Dio non esiste>>. Sono corrotti, fanno cose abominevoli, nessuno fa il bene.
Dio dal cielo si china sui figli dell'uomo per vedere se c'è un uomo saggio che cerca Dio”.

Questo è l’ insegnamento che abbiamo sentito anche nelle domeniche precedenti sulla fede autentica, su quella fede per la quale ci si abbondiamo completamente a Dio, perché è La Provvidenza, perché il Padre che ha cura di tutti i suoi figli.

Il brano del vangelo di oggi è tolto ancora dal capitolo sesto di San Giovanni.
Dobbiamo notare che l’evangelista Giovanni  in tutto il vangelo  descrive come i discorsi di Gesù non vengono compresi dagli ascoltatori ebrei nel loro significato profondo perché Gesù si pone su un piano spirituale, mentre invece gli ebrei comprendono le parole di Gesù per il loro senso evidente e materiale.
Gesù afferma: “io sono il pane disceso dal cielo”.
Tanto grande è il divario tra quello che Gesù annuncia e quello che gli ascoltatori ebrei comprendono e dicono:
“costui non è forse Gesù il figlio di Giuseppe’ Di lui sappiamo tutto, come può dire: sono disceso dal cielo?”. Noi cristiani abbiamo compreso che il pane offertoci da Gesù è proprio il suo Corpo “ donato” per noi per la nostra vita presente e viatico per l’immortalita’
San Paolo nella seconda lettura parla ai cristiani, parla a noi: “vigilate sulla vostra vita, comportandovi non come gli stolti, ma da uomini saggi: profittando del tempo presente, accostandoci frequentemente al Pane Eucaristico,perché i giorni-questi giorni sono cattivi”, ma non perché i giorni in se siano cattivi ma perché l’uomo è caduto nella stoltezza della vita”non cibandosi proprio del Pane della Vita. Ma Dio potrebbe dirci: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?”, i giorni sono cattivi dice San Paolo perché l’uomo è caduto nella sconsideratezza , nella apatia,nella superficialita’ del vivere,nel cosidetto tempo della “secolarizzazione “dei segni Sacramentali non comprendendo più ciò che giova al suo vero bene. I Santi nella Chiesa sono tali perché facevano dell’Eucaristia il centro vitale e propulsore nel pellegrinaggio terreno. Noi oggi che abbiamo ancora  Sacerdoti ministri dell’Eucaristia,che  ci sono tante Chiese e tanti Tabernacoli e poi anche tante Messe nelle varie parrocchie approfittiamone per partecipare alla Santa Messa e per accostarci alla Santa Comunione.

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