DON ANTONIO

venerdì 19 agosto 2011

OMELIA DOMENICA XIII ANNO C TEMPO ORDINARIO





Anche la parola di questa domenica rientra tra le parole radicali di Gesù che non sceglie il compromesso, la porta larga, la via facile. In quel tempo siccome molta gente andava con Gesù, Gesù propone la strada e la vita del discepolo,una strada in salita , una porta stretta e una vita in salita verso il Calvario. Il Signore che continua anche oggi a chiamare discepoli attraverso la voce degli altri uomini e attraverso i fatti del nostro tempo, che ancora oggi invita a seguirlo,Gesù parla al cuore di ogni uomo, parla al cuore delle folle desiderose
di ascoltare una parola di speranza, parla a noi e ancora ci interpella e domanda la nostra risposta come quella di Samuele:” parla Signore che il tuo servo ti ascolta oppure come quella di Andrea e Simone : “subito, con prontezza,lasciate le reti, lasciato il loro lavoro lo seguirono”.

La parola di Dio sottolinea che oggi per seguire il Signore radicalmente è necessaria una conversione della vita è necessaria una fede senza ripensamenti o eccezioni. E’ necessaria la fede nell’amore di Dio, è avere confidenza nel suo amore. Dice la sapienza nella prima lettura:quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare tutto quello che il Signore desidera da noi. ? I nostri pensieri restano congetture, ipotesi fino a quando non sono comprovati da un suggerimento interiore, da una ispirazione.

Se uno vuol venire a me, se uno vuole stare con me, se vuole essere mio discepolo deve compiere in pericolare due azioni che apparentemente sembrano inumane, irrazionali, illogiche e impossibili:
1.”se uno viene a me non odia suo padre, sua madre e la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle e perfino la propria vita non può essere mio discepolo”,
2.l’invito di Gesù a portare la propria croce e seguirlo sulla strada che porta necessariamente alla Croce,
3. prendere seriamente le ultime parole del vangelo: rinunziare a tutti i propri averi, per vivere nella precarietà e nella provvidenza di Dio.
Si tratta di un linguaggio difficile da comprendere appieno,ma è una parola rivolta a noi oggi, una parola chiara e precisa, una parola esigente e provocatoria, una parola che ci interpella tutti.
Vogliamo soffermarci sulla prima parola del Vangelo di oggI: il Signore parla a noi cristiani discepoli di Gesù, consapevoli che non possiamo definirci cristiani solo occasionalmente quando magari abbiamo una grazia da chiedere , quando abbiamo bisogno di aiuto e conforto e sostegno alla nostra speranza, e specialmente quando desideriamo vivere le esigenze del vangelo , quando Gesù ci domanda:
1.il distacco dagli affetti ,
2 . il distacco dalle cose,
3. L’accettazione gioiosa della volontà di Dio e quindi anche la croce.

Questo è il tempo delle scelte o siamo con Dio o siamo contro o senza Dio, o siamo per l’amore o contro l’amore vero, da questa scelta dipende la nostra eterna salvezza e la nostra credibile testimonianza nel mondo.
Le parole del vangelo sono esigenti, sono parole che ci smuovono dalla nostra inerzia e passività spirituale per una esistenza di fedeltà a Dio e alla sua Parola,per costruire dentro e attorno a noi la pace .
Se noi vogliamo vincere contro il maligno che si manifesta in una antipatia per lo spirituale, in opere di morte come l’odio e e tutti i peccati sociali, per ristabilire armonia nel creato e nell’umanità, per far apparire sulla terra un arcobaleno di solidarietà, dobbiamo incominciare a creare silenzio attorno e dentro di noi , lasciare che parli la Parola di Dio e pregare.


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