DON ANTONIO

mercoledì 24 agosto 2011

OMELIA TERZA DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C





Nel cammino quaresimale di conversione siamo giunti alla terza domenica di quaresima, intitolata abbiamo letto nel foglietto: domenica del fico sterile. Infatti la Parola di Dio di oggi ci aiuta a riflettere:
1. Sulla misericordia di Dio .
2. Sulla realtà della fede che legge e interpreta l’operato di Dio.
3 Sulla fede che quando è genuina non può non produrre frutto. Dobbiamo metterci in ascolto della parola di Dio, non aver timore della Parola di Dio quando , interrogandoci, ci mostra i nostri errori, i nostri peccati.
La I lettura tratta dall’Esodo parola che significa uscita perché riguarda l’uscita degli ebrei dalla schiavitù d’Egitto, riporta il decalogo , i dieci comandamenti che tutti conosciamo e racconta il meraviglioso incontro tra Dio l’Onnipotente, il santo, il misericordioso e Mosè sul monte Oreb.
Dio ha scelto il popolo ebreo per rivelarsi agli occhi di tutti gli uomini di tutti i tempi, Dio che ha scelto un liberatore , Mosè per far comprendere la popolo la sua bontà, la sua onnipotenza.

Mosè non si tira indietro , non è impacciato nel parlare, ma si lascia guidare da Dio. Mosè che vede il roveto ardente, vuole conoscere la voce che gli parla dal roveto, vuole conoscere il nome della persona che lo invia al faraone per liberare gli ebrei schiavi.
Ma il Signore non si rivela con un nome preciso, ma si rivela come il Signore della storia: Lui è, Lui è il Dio di suoi padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe e ora è il Dio di Mose e più avanti sarà il Dio di Gesù, della Chiesa e di ciascuno di noi. Risponderai agli Israeliti : questo Dio che ha disegnato una storia con i patriarchi e ora sta iniziando una storia di salvezza con voi, Dio mi ha inviato.
Mosè prende fiducia da questa solenne rivelazione della persona di Dio, del suo nome( il nome nella lingua semitica ha un significato diverso dal nostro) il nome presso gli ebrei indica le qualità e la sostanza della persona così chiamata.
Dio si rivela a Mose con le sue opere: il fuoco che arde e indica la luce e il calore, e soprattutto il fuoco che non si consuma e indica l’eternità di Dio che da sempre e per sempre è accanto all’uomo.

Oggi si è tutti d’accordo nell’affermare che questa parol JHWH,nome di Dio, è davvero misteriosa e non comprensibile all’uomo, il suo nome non è Geova e forse neppure Javè, perché se i cieli dei cieli non possono contenere Dio, tanto meno un nome può indicare la sostanza di Dio, perché Dio è infinitamente oltre all’uomo, e all’uomo basterà ricordarlo nei secoli, per tutte le generazioni come il Dio di Abramo, di Mosè, di Gesù, di Pietro e ciascuno di noi.

La misericordia di Dio che dura in eterno.
Per la fede l’uomo si abbandona fra le braccia di un Padre che ama l’uomo, che si fa chiamare Padre, Emmanuele: Dio con noi.
La lettera di San Paolo ai Corinzi. San Paolo ci rivela che gli ebrei a tanta bontà di Dio risposero con ingratitudine. Fecero esperienza della vicinanza di Dio ogni volta che lo invocavano o per il pane o per l’acqua, ma nonostante i segni risposero con ingratitudine e della maggior parte di loro Dio fu disgustato. L’apostolo prende spunto da questo fatto per esortare noi non mormorare nei riguardi di Dio, anche quando sembra che ritardi ad ascoltarci e non ci esaudisca.
In verità tutta la storia passata è una parola di ammaestramento per noi.

Il vangelo è una parola adatta proprio per il tempo quaresimale perché parla della conversione frutto di una fede sincera e convinta nell’amore di Dio.
Gesù prende lo spunto da due fatti per invitarci alla conversione e non a rinviarla a domani o a quando si è diventa anziani. Certe disgrazie dice Gesù non sono castighi di Dio, come invece gli ebrei immaginavano.
Era crollata la torre di Siloe e 18 persone morirono. Molti ebrei dicevano: sono morti perché erano peccatori. Gesù non accoglie questa interpretazione, perché, anche se noi non sappiamo come o perché, anche la caduta della torre di Silo entrava nel disegno Dio. La gente invece doveva dire: la torre è crollata per insegnare a noi che dobbiamo stare all’erta, dobbiamo convertirci e stare pronti

Così il racconto del fico sterile. La gente dice attraverso il l’agricoltore: “taglialo, perché sfrutta il terreno”.
E alcuni anche oggi dicono: ma signore non vedi quei cattivi che non producono nulla di buono da anni, signore perché non togli quella zizzania che contamina anche il terreno buono, Signore perché proprio i cattivi sembranlo avere una sorte migliore dei buoni, poni fine alla loro storia.
Gesù rivela il suo amore e la sua pazienza. Gesù rivela la sua missione: non sono venuto per i sani ma per i peccatori. Il cristiano non dovrebbe preoccuparsi del peccato altrui, ma della propria salvezza e per raggiungerla dovrebbe fare ora propositi di conversione.

il vero cristiano, cioè colui che ha incontrato Gesù e sta sperimentando la verità della sua parola non mormora,non brontola, non condanna né giudica le persone perché sa che Dio è vicino a ciascuno di noi, anzi è più intimo a noi di noi stessi

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