DON ANTONIO

giovedì 4 agosto 2011

OMELIA NELLA DEDICAZIONE DELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO

Oggi la chiesa celebra la festa della  dedicazione della basilica di San Giovanni in Laterano, non si celebra oggi  la consacrazione della nostra Chiesa o della chiesa cattedrale di Padova e neppure della Basilica di San Pietro ma la dedicazione della Basilica Lateranense,una basilica celebrata da tutte le chiese del mondo come la chiesa madre di tutte le altre chiese. Prima di meditare sulla parola di Dio, un richiamo storico  per vedere i motivi per i quali si celebra oggi la consacrazione della Chiesa del Laterano.  innanzitutto si tratta di una chiesa molto antica, consacrata da papa Silvestro I nell’anno 324 , donazione di Costantino  alla Chiesa Cristiana di Roma.
Prima era stata  dedicata al Salvatore Gesù Cristo, poi fu dedicata ai santi Giovanni Battista e Giovanni l’evangelista.
Un chiesa che fu distrutta e poi ricostruita parecchie volte, l’ultima nel 1300 quando il papa Bonifacio VIII  proclamò l’anno santo del 1300. Una brevissima annotazione storica  per affermare che non si tratta di una festa dell’edificio-chiesa, non si tratta della festa di un monumento storico, non si tratta di commemorare il passato, ma si tratta di una festa della Chiesa Universale, perché  si tratta della Chiesa Origine delle altre chiese cristiane e d anche perché ci richiama il prossimo Giubileo.

La rima lettura ci riporta una famosa preghiera di Salomone, il re che iniziò e portò a termine il Tempio di Gerusalemme. Il tempio per Israele era tutto, perchè la si radunava il popolo  per il sacrificio quotidiano, perché la’ ci  si recava in processione nelle tre grandi feste dell’anno:pasqua ,pentecoste e capanne,
perché nel Tempio di Gerusalemme   si recavano le donne, gli uomini e anche i pagani in visita, perché il Tempio con il passare degli anni e dei secoli era diventato luogo di culto: dove si compivano i riti previsti dalla Legge  e anche  dove si incontravano le persone per uno scambio di merci. Il tempio divenne il simbolo del popolo e della nazione di Israele. Ora del grande Tempio di Gerusalemme rimane solo il  muro del pianto.
I profeti dettero una impronta spirituale o solo spirituale al Tempio, come abbiamo sentito nella preghiera di Salomone. Tempio:luogo di preghiera, luogo che non può contenere l’infinita’ di Dio, ma luogo dal quale Dio ascolta i canti e le preghiere.

“Siano  tuoi occhi aperti verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto:lì sarà il mio nome”.
Molto importante è il pensiero di Gesù a riguardo del Tempio: Gesù ama il Tempio di Gerusalemme, nel tempio viene portato a 8 giorni dopo la nascita, nel tempio  viene ritrovato a 12 anni da Giuseppe e da Maria, nel tempio spiega la torah ai dottori,nel Tempio Gesù compie un gesto di purificazione scacciando i
mercanti dal luogo santo. Gesù ama il Tempio  però con la sua parola e con al sua vita supera il concetto di Tempio come  luogo.
Le Parola alla donna samaritana che abbiamo sentito nel vangelo:”credimi donna è giunto il momento ed è questo in cui né  su questo monte ( il monte Garizim) né in Gerusalemme adorerete il Padre, ma lo adorerete in spirito e verità.

Gesù è più importante del luogo materiale, è in Lui che i ciechi, gli zoppi, i lebbrosi trovano la salvezza, il miracolo ,la guarigione. Anche le prime comunità cristiane subito dopo la Risurrezione  di Gesù si recavano al tempio perché  luogo adatto per la preghiera comune, per la celebrazione eucaristica e per la carità fraterna.
La chiesa è formata dal popolo di Dio in cammino, un  popolo che prega, che legge e ascolta la Parola di Dio, un  popolo che partecipa alle sacre Liturgie.
La Chiesa –Tempio è anche il  luogo della preghiera silenziosa, individuale, spontanea oltre ad essere il        luogo della preghiera comunitaria, dell’ascolto comunitario della parola di Dio, luogo della condivisione e della comunione fraterna, perché nella chiesa i fedeli si chiamano fratelli e si cambiamo il segno della pace, perché nella Chiesa assieme si accostano alla Comunione, insieme cantano, pregano e quindi testimoniano. La preghiera comunitaria in Chiesa rivela la presenza di Dio. “Dove sono due o più riuniti nel mio nome, io sono presente in mezzo a loro- dice il Signore”.

Proprio nella partecipazione Eucaristica noi diamo il  segno visibile dell’unità fra noi, diamo al mondo la testimonianza di essere una cosa sola, come ha detto Gesù: “siate una cosa sola come io e il Padre, perché il mondo creda che mi ha mandato”. La chiesa, la comunità parrocchiale devono essere una famiglia, devono manifestare questo essere famiglia assieme. Nelle prime comunità cristiane i fedeli che entravano in chiesa per celebrare l’eucaristia portavano con sé un aiuto per quelli che erano nella povertà, nel bisogno.

Il disagio che oggi alcuni trovano  nell’andare in chiesa nasce da una constatazione che deve farci tutti riflettere: come è possibile definirci cristiani,magari  a mani giunte, pregare, leggere le letture, cantare salmi a Dio,accostarsi alla Santa Comunione, darsi segni di pace e nello stesso tempo vivere nella divisione, nell’ira, nel rancore, nel disordine familiare? E’ stato il mio , il tuo, forse il nostro cattivo esempio di cristiani che ha fatto allontanare qualcuno dalla Chiesa. E’ stata la nostra incoerenza, la nostra poca fede, i nostri  falsi atteggiamenti di  fede, le nostre apparenze senza contenuto né verità che forse hanno nauseato alcuni che sbrigativamente, senza avere la pazienza di distinguere tra peccato e peccatore, se ne sono andati.
Proviamo ora per qualche istante a riflettere sulla nostra responsabilità di cristiani nei confronti dei fratelli di questi tempi e a chiederci: perché sono oggi così rare le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa?.                                                                                                                                                                        

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