DON ANTONIO

mercoledì 31 agosto 2011

OMELIA ESEQUIALE PER FRISON ROSINA IN VERBASCO

Ci ritroviamo qui raccolti in preghiera tra due grandi solennità: ieri la festa del patrono della parrocchia, il Sacro Cuore di Gesù e domani la festa di S.Antonio, per dare il saluto cristiano alla nostra sorella Rosina che ha lasciato per sempre questa terra ,che ha lasciato definitivamente questo mondo per precederci nel Patria eterna, per reincontrare il consorte dopo la separazione drammatica dell’ improvvisa morte del marito Luigi,deceduto a pochi passi da casa, un distacco che lasciò un vuoto incolmabile e una perdita troppo importante per essere colmata in una persona fragile e insicura.
Il 3 aprile 1995 il Signore aveva chiamato a sé Luigi in quel modo che tutti conosciamo,improvvisamente sulla strada che lo portava a casa e aveva lasciato la moglie Rosina con la pesante croce del dolore:
1. la perdita della persona più cara:il marito,persona con la quale condivideva gioie e dolori,un marito che disbrigava con diligenza tutti gli affari della famiglia,
2. Quattro anni di separazione, di solitudine, quattro anni con numerosi dolori e malanni che l’avevano colpita .

Siamo qui raccolti per le esequie della nostra sorella ,per una preghiera comune al Signore della vita ,in suffragio della sua anima, siamo qui raccolti per un gesto di pietà e di carità verso una persona conosciuta , amata, da tutti stimata e da tutti ben voluta, perché nella sua bontà rassomigliava alla cara Maria Amplatz. Quanta gente si è reacata a trovarla in ospedale, quanti fedeli alla recita del S:Rosario ieri sera, quanta gente oggi e perché? Perché tutti hanno riconosciuto in lei la rettitudine della vita e una autentica testimonianza di semplicità e di umiltà.

Non posso in questa omelia non sottolineare quel suo vivere in semplicità, quel vivere in povertà di spirito, quell’ accogliere tutti con un sorriso senza mai perdere la pazienza e la tranquillità, una donna che possiamo catalogare tra i poveri di Dio, i cosidetti anawim nel Primo Testamento o quei discepoli per i quali dice il vangelo:”beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli”. Nel Vangelo è stata proclamata la pagina delle betitudini, una pagina che tutti conosciamo bene, una pagina che fa parte del discorso programmatico del Maestro Gesù.
Vivere in povertà, vivere con mansuetudine e con misericordia verso il prossimo, vivere con purezza e nella ricerca e nella costruzione della pace, vivere da afflitti portando ogni giorno il giogo della croce .

In quel tempo Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli, Allora Gesù fece venire avanti a sé un bambino e disse: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio”.

Negli ultimi anni Rosina voleva ricevere in casa la Comunione ogni primo venerdì del mese, ed anche in tante feste solenni e domeniche,Rosina si nutriva del Pane, Corpo del Signore, pegno e garanzia di immortalità, viatico nel pellegrinaggio terreno e vero nutrimento specie nella fatica e nel dolore; con trepidazione aspettava il sacerdote ed anche ultimamente ha ricevuto l’Eucaristia ed ha chiesto la benedizione pasquale della su casa, casa alla quale era molto affezionata, perché luogo di ricordi, rifugio e un vero santuario per le persone ormai anziane ,ammalate e in difficoltà.

La Parola di Dio ci esorta a riflettere e a pensare all’oltre della vita terrena, al dopo di questa vita, alla dimora eterna come dice l’Apostolo:”Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, una casa non costruita da mani di uomo, nei cieli”. Lassù ove tanti nostri fratelli ,amici e conoscenti più o meno giovani e ora anche la nostra sorella Rosina ci attendono , in quell’eternità dove non esistono il dolore e la precarietà,la croce e la morte.
Rosina ha avuto la fede dei semplici, la speranza dei giusti, la serenità e il sorriso di chi ha la coscienza pura. In ogni primo venerdì mi chiedeva sempre degli altri ammalati, ma non per curiosità o altro, ma perché si sentiva davvero solidale con tutti. Dopo un calvario di dolori fisici, di amarezze che tentava di nascondere,di sconforto interiore e di delusioni,il Signore ha bussato alla sua porta, era giunta la sua ora.
Circondata dall’affetto dei familiari e dall’interessamento di molta gente,Rosina ci ha lasciato l’immagine una persona di fede,di una persona serena e davvero gioviale con tutti.

Faccciamo cosa giusta ricordare e pregare, siamo qui raccolti proprio per darle il nostro saluto cristiano, ma ancor più giusto è cogliere e vivere il messaggio umano e cristiano che Rosina ci ha lasciato con la sua vita.
Un messaggio evangelico che si può racchiudere in due parole: semplicità e cordialità.
1.Semplicità. Questa è una occasione buona che il Signore ci dona per interrogarci tutti sull'origine dell'inquietudine , dell’infelicità esistenziale di tante persone,che illudendosi di trovare finalmente la pace interiore, cercano la felicità e il paradiso nelle cose .
2.Cordialità sinonimo di bontà. Non si poteva litigare con Lei, non dava a nessuno occasione per odi o divisioni, il suo operare era trasparente e alieno da ogni sotterfugio,Rosina è per tutti noi un invito a vivere nella verità, specie quando per tanti conta più l’apparire che l’essere, conta più la maschera o le maschere per sembrare quello che non si è .

La nostra sorella Rosina ci lascia in eredità la sua silenziosa e nascosta testimonianza di fede cristiana.
Una morte nel Signore,una testimonianza di fede nella vita per tutti.

Nessun commento:

Posta un commento