DON ANTONIO

mercoledì 10 agosto 2011

Sono nato nei Colli Euganei e mi è sempre piaciuta la montagna

Un anelito verso l’alto
Ricordate il vecchio canto popolare: "Lassù sulle montagne, fra boschi e valli d’or…": è un canto significativo perché, come altri simili della tradizione popolare, esso testimonia come la montagna abbia da sempre avuto un fascino particolare per la creatura umana. Edoardo l’amava molto, come molti qui, d’altronde.
Per tutte le culture umane la montagna ha sempre avuto un carattere sacro, religioso. Possiamo indovinarne anche il motivo. Perché ogni essere umano, ha un’insopprimibile e spesso inconfessabile nostalgia per Dio e "salire sul monte" assume per lui l’anelito, il desiderio, più o meno consapevole, di ricongiungersi al suo Creatore, che egli considera "in alto", nel cielo, al di là della confusione e della miseria di questo mondo. E’ un anelito ineliminabile, perché la creatura umana ha un bisogno vitale di rapportarsi al suo Creatore.
Gesù di Nazareth, nostro Maestro e Salvatore, si ritirava spesso da solo in montagna per pregare, per rapportarsi con il Padre Suo celeste, e questo era il segreto della Sua forza in ogni circostanza, anche le più terribili.
La montagna però è anche simbolo della conquista, della sfida a conquistare la vetta. Certo, non tutti sono alpinisti o sportivi, ma molti guardano alla montagna come qualcosa da raggiungere per elevarsi, e non solo fisicamente, dalla "aria pesante" di quaggiù. Anche il pensiero della montagna come qualcosa da conquistare non è estraneo alla Bibbia, Parola di Dio, scritta per nostro ammaestramento.

Sulla tofana di Rosez

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