DON ANTONIO

mercoledì 10 agosto 2011

OMELIA XVIII DOMENICA ANNO B TEMPO LORDINARIO

Fede e amore all’Eucaristia,tema della Liturgia della Parola, amore e fede in Gesù presente nella Eucaristia e nel prossimo, ecco i due capisaldi del cristianesimo, perché cristianesimo vuol dire amore, vuol dire condividere, significa spezzare il pane . “Amatevi come io ho amato voi. Ogni volta che avete dato un bicchiere d’acqua a questi miei discepoli , lo avete fatto a me”. Per questo l’Eucaristia è il nostro viatico- non come alcuni pensano  cioè la Comunione in fin di vita”, ma la Santa Comunione per procedere sicuri e nella fede sulla strada della vita.

Questo lo abbiamo sentito proprio dalla prima lettura.
La prima lettura ci ha presentato la figura del più grande dei profeti:il profeta Elia, dice Gesù “ nessuno tra i nati di donna, è pari a Lui” sia il profeta Elia come il precursore Giovanni Battista. Il profeta Elia nel secolo IX a.C. ebbe una  funzione molto importante nella storia di Israele. Ricevette dal Signore la vocazione di tenere viva la fede nel vero Dio in un momento difficile, quando tutto sembrava condurre al declino per il sopravvento di culti pagani, specialmente dei popoli vicini, Cananan in particolare. Dicevano che quelle divinità portavano maggior benessere che non il Dio d’Israele. Chiari i riferimenti con l’attualità.
Elia è perseguitato e ricercato dalla regina Gezabele, la quale dopo un furto e un omicidio non vuole ascoltare le parole del profeta Elia.
Elia fugge, si sente sconsolato e disperato,desideroso di morire-dice la lettura tratta del I libro dei Re. Ma il Signore nella sua bontà e provvidenza interviene nella vita del profeta e lo nutre  e lo disseta e con quel cibo Elia cammina per 40 giorni,40 un numero sempre simbolico nella Bibbia.

E’ un insegnamento sulla fede con la quale ci abbandoniamo  a Dio, perché è La Provvidenza, perché è il Padre che ha cura di tutti i suoi figli, in un modalita’ che noi neppure immaginiamo.

Il brano del vangelo di oggi si trova nel capitolo 6 di Giovanni: un capitolo intero tutto dedicato al pane di vita, pane che alimenta l’anima, pane che è garanzia di eternità, pane che è segno di incorruttibilità.
Dobbiamo notare che l’evangelista in tutto il vangelo, nota come il discorso  del “Pane Vivo” non viene compreso dagli ascoltatori ebrei  perché Gesù si pone su un piano spirituale,mentre  gli ebrei comprendono  le parole per il loro senso evidente e materiale.
Gesù afferma:” io sono il pane disceso dal cielo”.
Chi, anche fra noi non resta stupefatto? Gesù non solo si proclama il pane della vita, ma aggiunge” io sono il pane della vita che è disceso dal cielo”.  E ‘ un riferimento alla manna. Anche la manna era un cibo che discendeva dal cielo e gli ebrei raccoglievano ogni mattina, ma era solo un cibo materiale, un cibo che perisce.
Gesù invece è un pane vero, è la sua stessa persona venuta dal cielo, dal Padre come dono per noi.

Tanto grande è il divario tra quello che Gesù afferma e quello che  gli ebrei comprendono e dicono: “costui non è forse Gesù il figlio  di Giuseppe? Di lui sappiamo tutto, come può dire: sono disceso dal cielo?” Gesù non solo è il pane della vita, il pane disceso dal cielo, ma Lui è il pane così vivo che se  uno ne mangia vivrà in eterno.
Un a prima considerazione: come possiamo  accostarci alla Santa Comunione con superficialità o peggio come possiamo ricevere Cristo nell’Eucaristia, se non abbiamo poca fede oppure non ci crediamo abbastanza , oppure diciamo anche  “Amen” alla Comunione ma con leggerezza. Ci mettiamo  in fila per accostarci alla Santa Comunione e cosa pensiamo nel nostro cuore? O chi o che cosa guardiamo? Possiamo ricevere  il Signore della vita nella Comunione quando non siamo in grazia di Dio e in noi regna  la morte, come possiamo dire “Amen” se non c’è stata alcuna preparazione a ricevere l’Eucaristia?ricordate il brano evangelico  di Zaccheo al quale Gesù dice: “ scendi dall’alberò è va a preparare la tua casa”, e dopo aver ricevuto l’Eucaristia c’è un  qualche ringraziamento?

Eucaristia vuol dire proprio ringraziamento.
Ancora nell’Eucaristia si fa in comunità  è l’Eucaristia che forma la Comunità. Siamo ormai  anche vicini al Congresso Eucaristico di Bologna!.

La liturgia infine ci aiuta a riflettere sull’Eucaristia come il cibo che ci sostiene nel nostro pellegrinaggio terreno, che ci sostiene nei momenti difficili, nelle prove e nelle croci, nei momenti di sconforto e di disperazione, così come per il profeta Elia.
Chiediamoci se davvero l’Eucaristia è per noi tutto questo e se ci accostiamo con devozione e con gioia alla Santa Comunione.
San Paolo nella seconda lettura parla ai cristiani, a quelli che si accostano all’Eucaristia  e dice: “scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza, con ogni sorta  di malignità”.
Il  volto di chi ha con se  il Pane che è Cristo dovrebbe irradiare luce, pace ,dovrebbe evidenziare segni di bonta’ e di amore così diventerebbero anche più credibili le nostre pratiche religiose.

Nessun commento:

Posta un commento