
La prima lettura è tratta dal libro del Qoelet,nome che indica non l’autore, che molto probabilmente è Salomone, ma lo scopo del libro destinato alla qaal cioè alla comunità nella quale veniva letto. Il libro e la lettura iniziano con un famoso versetto:”vanità delle vanità tutto è vanità”.
E continua:” i giorni dll’uomo sulla terra non sono che dolori e preoccupazioni e il cuore non riposa neppure di notte. Anche questo è vanità”.
Alcuni affermano che il Qoelet è un pessimista perchè vede il negativo della storia. Il direi che il re Salomone che si nasconde dietro il Qoelet è un uomo saggio e realistico, un uomo che ha posto la sapienza sopra ogni altra cosa. Dice Salomone:” al confronto della sapienza stimai un nulla la ricchezza”. E mentre i pagani, ieri come oggi, cercano la sapienza nella cultura, nella filosofia, nel potere,i giudei e anche noi , con San Paolo ,affermiamo che la sapienza vera viene da Dio e sta nella Legge che Dio ci ha donato, una legge di verità e di vita.
Parole di San Paolo: “dov’è il sapiente?dov’è mai il sottile ragionatore? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo?”
Salomone da vero saggio afferma una grande verità per ogni uomo: sotto ogni ricchezza, oltre ogni potere e oltre ogni fatica e lavoro c’è sempre il tarlo della precarietà, della brevità, della corruzione e della morte. Gesù aveva compreso bene il pensiero dei sapienti e dei maestri del Primo Testamento e quindi pone una condizione per diventare suo discepolo: il distacco dai beni. “Una sola cosa ti manca. Va vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo, poi, solo dopo vieni e seguimi”.
Purtroppo il giovane possedendo molti beni declina l’invito e se ne va via triste, Gesù allora volge lo sguardo attorno e dice ai suoi discepoli: “quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio”.
Questa è anche la parola del vangelo di oggi: “guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia perché anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni”.
A questo punto Gesù che è rabbi, maestro, risponde al fratello che chiedeva a Gesù un atto giuridico per spartire l’eredità:
1.la mia missione non è quella di essere giudice o mediatore o notaio di queste cose
2. risponde con una parabola che tutti conosciamo. Ci sono dei beni che vengono prima del grano, delle ricchezze, dei magazzini, del denaro, dei beni materiali e di tutte le programmazioni.
La ricchezza, il denaro, in se stessi non sono cose cattive, ma lo diventano quando l’uomo fonda sulla ricchezza e sul denaro la sua vita, cioè quando l’uomo nella sua vita , nella sua esistenza fa del denaro il suo dio, quando l’uomo si prostra al dio denaro, quando l’uomo fonda tutta la sua vita, costruisce i suoi progetti e opera e lavora solo per accumulare beni su questa terra.
Questa è una tentazione ricorrente da parte del demonio:la terza tentazione di satana a Gesù” Se ti prostri dinanzi a me , ti darò tutti i beni che vedi”.
Questo è un messaggio rivolto a ciascuno di noi personalmente, la ricchezza è prima di tutto un fatto affettivo: si possono possedere anche poche cose, ma avere il cuore in esse.
Purtroppo la mentalità corrente, la mentalità pagana del nostro tempo ha convinto l’uomo a credere, a convincersi che le ricchezze sono un bene assoluto, anzi il primo e grande bene che areca felicità, benessere, tranquillità, garanzia contro gli imprevisti, cioè il toccasana per tutti i mali. E allora l’uomo convinto da questa evidente e illogica assurdità va ala ricerca del denaro soprattutto sopra la vita, sopra gli affetti, cerca il potere che prima o poi verrà meno o gli sarà tolto.
L’uomo deve porsi un interrogativo: da dove sono venuto? Che senso ha la mia esistenza e mio lavorare? Cosa mi aspetta dopo la morte? Purtroppo molti evitano queste domande e vivono del presente,alla giornata,lavorano solo per i figli,lavorano per accumulare,lavorano per fare carriera,lavorano per il prestigio e la notorietà e indaffarati come sono,non si pongono mai le domande cruciali dell’esistere. Ma l’uomo non può sopprimere la spiritualità che connaturale, non può ignorare Dio il Creatore e l’Onnipotente perché è un desiderio insito nel cuore dell’uomo. Non può usare maschere per nascondere la divinità che porta dentro, non può cercare tranquillanti alla fame e sete di realtà spirituali che vadano oltre la scienza e anche il denaro. Noi cristiani in questo mondo dobbiamo diventare i testimoni del
Soprannaturale.
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