DON ANTONIO

venerdì 5 agosto 2011

OMELIA DOMENICA XII ANNO B TEMPO ORDINARIO

E’ la domenica della tempesta sedata. Nella liturgia della Parola di oggi si trova  un messaggio importante e   attuale: la virtù della  fede. Infatti le letture oggi ci interrogano se siamo uomini di fede o se siamo uomini di poca fede, se siamo per caso diventati  uomini ciechi  per le cose di Dio. In ogni caso non possiamo che dire: “Signore fa che io veda”, e inginocchiandoci dire: “Signore aumenta la mia fede”.

La fede è non è una virtù come  di solito si intendono le virtù:ma la fede è una situazione dell’esistenza,la fede è la  vita, coinvolge totalmente la persona nei pensieri, negli affetti e nelle azioni.
La fede è un incontro personale con il Dio vivente, non con un Dio astratto, è  un incontro vitale con Dio che è Padre e Provvidenza, che ci ama e ci protegge non solo quando tutto è calmo, sereno e tranquillo, ma anche e specialmente viene la tempesta  e il mare è in burrasca. E’ un Dio che ci ama, più  di quanto facciamo noi con noi stessi , infatti per noi, peccatori e con i nostri difetti e debolezze è morto in croce per darci la vita.

La prima lettura è tratta dal libro di Giobbe che tratta dell’esistenza di Dio o meglio della sua bontà e della sua giustizia.
Giobbe è un uomo giusto e pio, compie  tutti i suoi doveri religiosi, educa nella via giusta i figli e anche aiuta i poveri. Essendo uomo timorato di Dio, giusto e praticante si aspetta da Dio solo il bene. Invece viene colpito  a raffica da una serie di prove: prima la perdita di tutti gli averi, poi la perdita di tutti i figli, e poi la una terribile malattia sul corpo e l’abbandono da parte della moglie.
A questo punto Giobbe si interroga sulla bonta’ e giustizia di Dio. Giobbe si domanda se Dio è lontano o indifferente alla storia dell’uomo su questa terra. E po la domanda più angosciante: “ perché il giusto, il buono,perché proprio loro  devono soccombere?”

 La risposta che riceve è una risposta di fede: Dio è infinito e Onnipotente e l’uomo deve  accettare la sua finitudine, la sua piccolezza, il suo non comprendere,  l’uomo deve accettare i suoi limiti” fin qui giungerai e non oltre.” La seconda parte della domanda trova una risposta in  tutte le pagine della Bibbia, da Abele giusto ucciso dal fratello Caino, fino a Gesù tradito e venduto e messo a morte .Voi direte :” non è giusto il modo di agire del Signore”?
Così ragionano gli stolti o coloro che non hanno fede, perché ritengono che non ci sia altra vita che questa, che non ci sia altro paradiso che su questa terra.

Un risposta alla prima domanda ci viene dal vangelo di oggi, dove Gesù appare l’onnipotente e il signore anche del mare, dei venti, delle forze  della natura e si manifesta come il Padre che si prende cura dei suoi figli. Il brano è il racconto di un temporale nel lago di Galilea, simbolo delle tempeste nella storia, simbolo delle tempeste che travagliano da sempre gli uomini, incutono angoscia e spavento e inducono gli uomini a porsi angoscianti interrogativi.

I discepoli lanciano un grido di aiuto, chiedono l’intervento della potenza miracolosa di Gesù:” Maestro non t’importa che moriamo”? è il grido, l’urlo di una umanità sofferente, il lamento di uomini e donne provati da atroci dolori e grandi tragedie: ma tu Dio,tu che sei  buono e giusto perché permetti la sofferenza di tanti innocenti, perché permetti il dolore e la morte di tanti tuoi figli? Non t’importa che moriamo?
Gesù allora fa il miracolo e sgrida il vento e dice al mare “taci,calmati”.Ma subito dopo dice ai discepoli:perché siete così paurosi? Non avete ancora fede? Certamente Gesù non li rimprovera per la loro poca  fiducia in Lui, ma  solo perché si tratta di  una fede interessata e imperfetta. Autentica fede significa credere senza ombra di dubbio, credere che in Lui c’è la vita e non la morte, che stare con Gesù si è nella via,nella verità e nella vita.

La nostra fede non deve essere occasionale, magari rapportata a talune situazioni di pericolo o di paura. Non possiamo ricorrere  a Dio solo nel momento della difficoltà o quando il mare è in burrasca. L’uomo di fede si abbandona a  Dio completamente  perché sa che nessuna difficoltà,nessuna tempesta, che nessun male può venire da Dio: Infinito Bene e Padre di infinita bontà.

Ricordiamoci che il Signore è presente in noi, opera in noi , ma è anche il Signore nascosto e che si manifesta all’uomo credente e più aumenta la fede e maggiore diventa la percezione del nostro essere ,vivere e operare in Lui.
Una fede davvero convinta non arriva  mai a sospettare che Dio possa dormire, che Dio possa essersi allontanato da noi; una fede autentica, matura e provata lascia a Dio la scelta dei tempi e  anche del “come” intervenire nella nostra storia .
Domandiamoci per concludere se abbiamo fede vera in Dio! Ecco il termometro che  misura la nostra fede: mi ricordo di Dio solo nel bisogno?, quante volte al giorno il mio pensiero va a Dio? Se passo davanti a una  Chiesa sento il desiderio, o il  bisogno di una visita a  Cristo presente nell’Eucaristia o almeno di fare ,in silenzio ,un pensiero al Signore?

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