DON ANTONIO

sabato 20 agosto 2011

OMELIA DOMENICA XVI ANNO C TEMPO ORDINARIO





Il foglietto domenicale nell’introduzione ha intitolato questa domenica come la domenica della preghiera cristiana. La preghiera nasce dal cuore e non dalle labbra o da un precetto ma nasce dalla fede. Le letture oggi ci interrogano se siamo uomini di fede che credono che tutto è possibile a Dio per chi crede e che niente è impossibile per chi prega con fede autentica e sincera, ci interroga se la nostra fede è annebbiata, se la nostra preghiera viene innalzata a Dio a seconda delle circostanze, ci domanda prima di tutto se siamo forse ciechi per le cose di Dio e quindi indifferenti alla preghiera, incapaci di sostare per un po’ di tempo in preghiera, dubbiosi costantemente della validità e della forza della preghiera. In ogni caso non possiamo che dire: “Signore fa che io veda”, e inginocchiandoci provare a pregare dicendo: “Signore aumenta la mia fede”.

La fede è non è una virtù come di solito si intendono le varie virtù,ma la fede è una situazione dell’esistenza,la fede è vita, coinvolge totalmente la persona nei pensieri, negli affetti e nelle azioni.
La fede è un incontro personale con il Dio vivente, non con un Dio astratto, è l’incontro vitale con Dio A questi uomini di fede la prima lettura è un messaggio vivo, un messaggio per tutti i discepoli che hanno fede profonda in Gesù che insegna la preghiera del Padre nostro e racconta la parabola dell’amico insistente nel chiedere.

La prima lettura è un racconto tratto dalla Genesi sulla potenza della preghiera di intercessione fatta con il cuore. Non è la quantità di preghiere, non è il moltiplicare le preghiere che rende efficace la preghiera stessa, ma è la fede che è sottintesa che ha il potere di salvare Sodoma e Gomorra, che ha il potere di spostare una montagna o di realizzare l’impossibile e il miracolo. Si ratta sempre di una preghiera che nasce dal di dentro,dal cuore, che nasce dalla vita, non è solo la preghiera mentale o ragionata , non si tratta di una preghiera per ottenere vantaggi personali , ma la preghiera di Abramo che come un sacerdote offre e a Dio la sua preghiera per la salvezza delle città di Sodoma e Gomorra. Ma il male e la malvagità degli abitanti di queste due città sono così grandi che non sono sufficienti neppure le preghiere di dieci persone giuste che hanno fede e amano Dio e il prossimo.

Quante domande passano ora per la nostra mente: perché il male ha così grande potere distruttivo? Davvero la preghiera del giusto può compiere l’impossibile?
La risposta è una risposta di fede: Dio è infinito e Onnipotente e l’uomo deve accettare la sua finitudine, la sua piccolezza, il suo non comprendere, l’uomo deve accettare i suoi limiti” fin qui giungerai e non oltre..” Tu devi solo gridare con tutto il cuore” Padre, Dio che sei padre di tutti noi, aiutaci comprendere, aiutaci a capire sempre più la tua volontà.

Purtroppo oggi prega poco e anche male, si prega quando si viene in chiesa, si prega alla sera e al mattino, si prega talvolta anche quando ci mettiamo in viaggio, preghiamo specialmente nelle situazioni dolorose, nelle situazioni difficili, però ci assale un dubbio: davvero il Signore ascolterà la mia preghiera?.
Di solito si tratta di preghiere di domanda , di richiesta di aiuto per se stessi o per la famiglia.
Dobbiamo ammettere che la preghiera non fa parte del nostro vivere quotidiano, la preghiera non fa parte del nostro agire naturale di tutti i giorni, come invece succede per altre necessità umane.
La preghiera dovrebbe essere un continuo abbandonarsi tra le braccia di una Padre infinitamente buono e misericordioso. Per alcuni la preghiera non è un colloquio con Dio,ma solo un parlare con se stessi. San Paolo parla di una preghiera incessante, la parola del vangelo di oggi parla dell’amico insistente che chiede e poi ottiene.
Ascoltiamo a questo proposito cosa dice l’apostolo Giacomo]”chiedete e non ottenete perché chiedete male”. Si chiede male perche senza convinzione, perché solo con pretese e poca interiorità.
Autentica fede è credere senza ombra di dubbio, credere che in Lui c’è la vita e non la morte, credere che stare con Gesù si è nella via,nella verità e nella vita.

La nostra fede non deve essere solo occasionale magari rapportata a talune situazioni di pericolo o di paura. Non si ricorre a Dio solo nel momento delle difficoltà o quando il mare è in burrasca. Questa è fede interessata . L’uomo di oggi prega poco perchè poco si attende dalla preghiera, perchè ci sono altre risposte che vengono o dalla fatalità o dalla scienza, i guai dell’uomo si risolvono con la ragione umana, a Dio è riservata l’ultima spiaggia, quando si sono tentate tutte le altre vie.
Ma l’uomo di fede si abbandona Dio completamente perché sa che nessuna difficoltà, che nessun male,nessun dolore,nessuna malattia può venire direttamente da Dio: Infinito Bene e Padre di infinita bontà.

Una fede davvero convinta non arriva mai a sospettare che Dio possa dormire, che Dio possa essersi allontanato da noi. La fede dell’uomo giusto come Abramo o come Giobbe si esprime in una preghiera confidente e sicura, una preghiera che domanda a Dio l’impossibile umano perché sa che Dio è l’onnipotenza,la preghiera è sempre una preghiera povera e umile che chiede come prima cosa la volontà di Dio e il suo Regno.

Nei nostri tempi si fa fatica a chiedere, si ha l’impressione che inginocchiarsi davanti a un “Supremo” significhi arrendersi, fare un segno di croce in luoghi pubblici sembra essere fuori del tempo , in un mondo secolarizzato la preghiera è confinata alla chiesa o al privato.
Ritroviamo il gusto della preghiera,la preghiera in solitudine,nel silenzio della propria camera e la preghiera comunitaria alla quale si partecipa.

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