DON ANTONIO

mercoledì 17 agosto 2011

OMELIA DOMENICA III ANNO C TEMPO ORDINARIO

Oggi riflettiamo sul  messaggio della liturgia che riguarda la Parola di Dio e su  due avvenimenti che oggi si celebrano a livello mondiale: la giornata per i lebbrosi (la lebbra è una malattia che si può guarire con poche migliaia di lire eppure ci sono ancora  morti per lebbra) e il secondo fatto: la conclusione del’ottavario di preghiere per l’unità dei cristiani, delle chiese cristiane.
La Parola di Dio è  contenuta nelle Sacre Scritture  : primo e secondo Testamento. Una  Parola  che sempre  ci interroga e talvolta si tratta di una Parola che non comprendiamo o perché non ci suggerisce nulla e quindi la ascoltiamo passivamente o perché il Signore ha reso ciechi i nostri occhi, sordo il nostro udire e indurito il cuore,come leggiamo nel libro del profeta Isaia, un brano riferito anche dagli Atti degli Apostoli:
“Ho reso insensibile il cuore di questo popolo, fatto duro d'orecchio e accecato i suoi occhi in modo che non veda con gli occhi né oda con gli orecchi né comprenda con il cuore né si converta in modo da esser guarito”
Questo succede al popolo ebreo  amato dal Signore, catechizzato prima dai profeti e poi dagli apostoli, curato dalla provvidenza di Dio  , ma alla fine abbandonato a se stesso per la sua caparbietà.
Il libro della Legge,il Pentateuco  fu ritrovato da Esdra, scriba e sacerdote nel 400 a.C, e furono rinvenute le pergamene che si credevano distrutte.
Si svolge allora  una vera celebrazione con un  rito  iniziale di  lode al Signore a mani alzate,poi la  lettura di brani dalla Legge e dai Profeti e quindi  alla fine l’omelia prima del sacerdote Esdra e poi del governatore Neemia. Segue la festa con canti e banchetti per la gioia della legge- festa che si celebra ancora in Israele,la gioia per la torah- Il popolo si sentì coinvolto dalle parole ascoltate attentamente al punto da commuoversi e piangere .
Non un  popolo apatico, abulico e seduto, che indifferentemente ascolta un brano della Sacra Scrittura come si ascolterebbe un brano da un romanzo o da un libro di storia. Per alcuni oggi la Liturgia della Parola è monotona,si ripete, tradizione, idea che è il prete che fa la sua messa, si legge la bibbia e poi alla fine  da al popolo  una benedizione. E’ questa la Santa   Messa partecipata- come vuole il concilio? Il Sacerdote presiede,il lettore proclama al popolo la Parola di Dio, i Chierichetti servono all’altare,il diacono amministra la Santa Comunione,un laico recita la preghiera dei fedeli e chiede l’elemosina per la Chiesa e i poveri,un gruppo di fedeli si presta per l’offertorio cioè l’offerta del pane e del vino e altri dono come segno di offerta di tutto il popolo. In un certo modo tutti i fedeli non solo assistono alla celebrazione ma vi partecipano specialmente con le preghiere e i canti.

Il Vangelo ci aiuta a riflettere ancora sulla centralità della Parola, sulla sua efficacia . Gesù, come uno dei tanti dottori della legge , come uno degli scribi, anzi come il vero Scriba , il vero Rabbi-Maestro, entra nella sinagoga di Nazareth, nel giorno di festa- cioè il sabato- per leggere le Scritture come facevano i fedeli ebri. A Gesù viene consegnato il rotolo del profeta Isaia e lo apre, secondo l’ispirazione, e trova un brano che si riferisce  proprio alla sua persona:” lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha consacrato per portare il lieto annuncio ai poveri”.
La Parola letta e proclamata  parla di Gesù e annuncia la sua missione: un annuncio di salvezza per ogni uomo.

E mentre gli occhi di tutti nella sinagoga sono fissi su di Lui, Gesù dice: “Questa scrittura si è adempiuta oggi”. Anche noi abbiamo la Parola di Dio, anche noi la celebriamo – la prima parte della Messa si chiama proprio Liturgia della Parola  ed è la parte  più lunga della Santa Messa.
Anche noi lodiamo il Signore per la sua Parola e diciamo :” rendiamo grazie a Dio oppure lode a te o Cristo”.
A differenza di qualche decennio fa ,ora la parola domenicale la si trova nei foglietti e moliti la seguono e chiedono spiegazioni, alcuni l’approfondiscono  nei gruppi di ascolto. Si può ascoltare la Parola di Dio
con indifferenza: ci sono persone che leggono la Parola di Dio, forse sono anche curiose di sapere e di conoscere, forse anche comprendono il significato e tra le righe  trovano anche  qualche spunto o per darsi ragione o per giudicare qualcuno che vive diversamente dalla Parola. I veri uditori, quelli che Gesù chiama beati, cioè felici,fortunati: beati sono  quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica. Queste persone amano la Parola della Bibbia, amano il Testo  sacro e attribuiscono a se stessi il messaggio biblico. Sentono con il cuore che la Parola di Dio li interroga, li esorta, li giudica, li ammonisce, li sostiene…

Si tratta ora di fare un esame di coscienza, di porci tutti un interrogativo:
sento davvero nel mio cuore che le parola di Dio è per me  spirito e vita, ed ho  bisogno della parola come Pietro:” da chi andremo Signore, tu solo hai Parole dio Vita eterna”,
oppure sono  indifferente e la parola mi lascia freddo, non mi tocca, non mi dice niente in riferimento alla mia vita,alla mia attuale situazione, alla mia attuale croce o gioia, allora devo proprio riflettere perche potrebbe compiersi per me  cristiano la profezia di Isaia.

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