DON ANTONIO

martedì 23 agosto 2011

BREVE OMELIA DOMENICA XXI ANNO C





la parola di Dio ritorna tante volte sul concetto di servizio, di carità e di amore .Perché Dio quando sceglie, sceglie i piccoli, i poveri, i rifiutati, i deboli, e invece confonde i forti ed abbassa i potenti. Oggi la Liturgia ci esorta a riflettere sul tema sempre attuale e molto importante : chi si salverà? Sono tanti o pochi quelli che si salveranno? I nostri criteri, i nostri parametri di salvezza coincidono con quelli di Dio?
Si salveranno solo i battezzati? ma in questo mondo i battezzati sono la minoranza e poi i battezzati sono divisi in tante chiese: cattolica, anglicana..e gli stessi cattolici alcuni sono praticanti e altri no.
Dal brano evangelico alcune cose sono molto chiare:
1. la salvezza è cosa difficile per gli uomini, anzi dice Gesù impossibile
2. i criteri di giudizio da parte di Dio sono diversi dai nostri: non basta essere praticanti, non basta aver mangiato e bevuto con Lui alla sua tavola.
3. Ci vuole quell’abito nuziale che i lontani possono avere a differenza di tanti credenti.
4. Per essere riconosciuti ed ammessi al banchetto delle nozze eterne bisogna avere la fede, ma non la fede che misuriamo noi, non la fede che noi affermiamo di avere , ma la fede di Abramo, di Maria e di tanti uomini e donne giusti della Bibbia e nella storia della Chiesa.
Oggi il racconto del vangelo è una vera catechesi per noi. Perché la salvezza è un dono, perché la fede nel suo inizio è un dono e quindi noi lo dobbiamo sempre invocare. E se la Chiesa ci dona attraverso il Sacramento del Battesimo l’inizio della fede, questo granello seminato nel nostro cuore cresce solo con la nostra collaborazione.

La prima lettura è del profeta Isaia e parla del ritorno degli esuli, dei deportati, del popolo d’Israele dalla terra di Babilonia alla terra promessa. Il popolo che ritorna è in piccolo numero, si tratta di un resto, di un piccolo gruppo di esiliati che ora tornano .Isaia profeta annuncia che il Signore continuerà ad essere per Israele motivo di gioia e di consolazione, li condurrà per la via diritta, accompagnandoli come un padre.
Ogni ritorno nella Bibbia ha un riferimento al tema della conversione:” ritornate al Signore vostro Dio”, cambiate vita,come il figlio che si era allontanato e ora ritorna.

Nel regno dei cieli non si entra con tutta facilità, le porte del cielo non sono spalancate a tutti ,si dice:” tanto Dio è buono e perdona tutto e tutti”, questa idea della salvezza generalizzata sta penetrando anche nelle coscienze cristiane con l’dea che Dio salva e salverà tutto indipendentemente da noi, che Dio essendo puro Amore e infinitamente buono non può non salvarci tutti, anche contro la nostra volontà. Sì è vero, è Dio che salva, è Dio che ci perdona i peccati, ma è anche vero, anzi è una verità fondamentale che Dio non può salvarci senza la risposta della fede comprovata dalle opere.
E se le opere senza la fede sono inutili e la fede senza le opere è morta, resta vero che noi siano giustificati e salvati in forza della fiducia che abbiamo posto nel Signore e nelle verità da Lui e dalla Chiesa rivelate.

Il cammino della fede non è mai e non è mai per nessuno un cammino facile.
Paolo VI diceva il cristianesimo è felice, ma non è facile. La fede esige l’abbandono incondizionato della logica della carne, della logica degli istinti, comporta l’abbandono senza riserve di tutte le sicurezze e le garanzie umane,scientifiche per affidarci esclusivamente e totalmente del Signore, perché è Padre ed è fedele alla sua Parola.



Tutto questo oggi diventa o è già diventato più difficile di un tempo , oggi l’uomo, ammagliato dalle scienze tecnologiche e assuefatto alle leggi di mercato, vuole vedere con i propri occhi se una certa cosa è vera, vuole toccare con mano, vuole farsi lui l’esperienza.
L’uomo non deve fare chissà quali sforzi intellettuali ,deve solo coltivare la fede e non permettere che il dono di Dio della fede venga sviato da certe mentalità materialiste. Oggi si dice: “tutte le religioni sono uguali ,basta credere in qualcosa! O neppure,basta vivere nell’agnosticismo. Il cristiano che ha fede e ha speranza in Dio e nell’eternità non confonde
la sua fede con altre religioni o sette perché è sicuro di quello in cui crede.


Se ci vediamo lontani da questa fede totalizzante, forte convinta e convincente che ci apre la porta stretta del paradiso, una fede fondata sulle Sacre Scritture,sul Magistero della Chiesa e pronta alla testimonianza nel concreto, oggi siamo invitati alla conversione o almeno ad una accorata preghiera: “Signore fa che io creda in te.”.

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