DON ANTONIO

domenica 2 ottobre 2011

OMELIA ESEQUIALE PER DAL MOLIN FLORINDO

Fratelli siamo qui raccolti per la celebrazione del rito funebre,per la celebrazione delle esequie del nostro fratello Florindo, Noi fedeli ci ritroviamo qui in Chiesa per celebrare la nostra coomune fede nel Signore Risorto.Noi siamo qui come credenti che professano la stessa fede in Cristo Soignore della vita e della morte,perchè per Cristo e in Cristo la morte è stata già sconfitta per sempre,noi siamo qui come fratelli di Florindo, da tutti conosciuto come un uomo di lavoro ,un credente e un cristiano.Siamo qui uniti per pregare per Lui perchè ora si trovi in quella Vita che non conosce tramonto e preghi per noi, perché non si offuschi quella fede che, sola , ci consente di accettare con serenità anche la sofferenza e la morte, anche quando arriva improvvisamente e senza preavvisi ci toglie una persona cara, magari ancora nel pieno della vitalità.

La, liturgia della parola ci richiama tutti, in particolare noi ,ancora viventi e pellegrini in questa terra,
alla fede, alla speranza nella vita eterna.”Io -dice il Signore sono la Risurrezione e la vita e chi crede in me anche se morto vivrà”.Questa parola vorrebbe essere per tutti noi un ammonimento,un richiamo,una esortazione e anche una catechesi,perchè tutti o prima o poi ci ritroveremo davanti alla realtà del dolore,alla verità della morte e allora a nulla serve nè il dimenticare nè il sognare nè il progettare, e tanto meno servono tutte
le forme che oggi l'uomo sceglie come alienazione per non vedere,per non capire. E allora per poter dare un senso umano alla verità di una morte umanamente assurda ci ritroviamo accumunati nei soliti luoghi comuni dei “se”, dei “forse”, dei “ma” e per cadere nel silenzio del sabato santo senza la Pasqua e allora si cerca una qualche risposta non nella fede o nella Parola di Dio, ma nella fatalità di un destino cieco. Oggi più che un tempo si è offuscata la speranza che nasce dalla fede,non ci domandiamo più il “perché” della vita,del lavoro,della sofferenza collegata alla nostra limitatezza,della morte accolta come un destino assurdo per alcuni fortunato e per altri sventurato. Non ci attendiamo più nulla dopo questa vita,oltre il lavoro,i figli,le soddisfazioni quotidiane e allora è meglio non pensarci e dimenticare quanto prima possibile l’evento di una morte.

Non è però questo il luogo e neppure il momento per lunghi discorsi funebri ,ma una parola di speranza per noi che siamo qui su questa terra, ancora pellegrini.
Mercoledì improvvisamente ci è giunta la notizia della sua morte, una notizia improvvisa che ha destato stupore e incredulità. Florindo aveva appena iniziato la sua giornata lavorativa e neppure avrebbe sospettato che quella giornata stava per concludersi,stava per finire anche la sua giornata terrena,stava partendo per il riposo eterno ,è partito per quella pace dove non c'è tribolazione o ansietà,lavoro e fatica, ma al tempo stesso ha lascianto nel dolore la famiglia, ha lasciato nel pianto tutti i familiari .Ora noi speriamo che si trovi nella dimora con Dio e di là guardi alla sua famiglia, alla contrada dei Lessi e a tutta la comunità cristiana.

Inutile ricordare in questo luogo le virtù di un cristiano sincero , di un uomo sereno, perché tutti conoscete le sue doti e le sue virtù meglio certamente di me. Ma è conveniente ricordare la sua vita, perché resta un segno per le nuove generazioni: Florindo uomo generoso e sempre disponibile per tutti, un uomo stimato e da tutti ben voluto, un lavoratore che conobbe i sacrifici e le privazioni dell’emigrazione, un uomo dal cuore generoso e altruista, ma soprattutto un padre che ha donato la sua esistenza alla famiglia e questo suo amore è sempre stato notato e ripagato dai suoi figli e familiari.
La morte di ogni persona è un insegnamento proprio per noi ancora viveneti, purtroppo la civiltà del benessere,la folosofia del consumismo,l'orizzonte che i mass media ci propongono ogni giorno ci stanno ingannando. Ecco allora i grandi miti del nostro tempo:il mito della perenne gioventù,il mito del presente,del volere sempre,tutto e subito , dimenticare il passato e ignorare il futuro,tutto questo per far credere all'uomo nell’immaginario,di poter vivere sempre sulla terra,tutto questo per farci credere alle apparenze,alla bella figura,a quello che gli altri dicono o si aspettano da noi , per portarci in ogni caso a negare le verità trascendentali: Dio,il Paradiso,l'inferno,la morte,il giudizio-

Leggo testualmente una preghiera che gli ebrei recitano ogni mattina per non dimenticare durante il giorno: “Signore cosa siamo noi?Cos’è la nostra vita? Cos’è la nostra bontà? Quali sono i nostri meriti? Cos’è la nostra forza? Cos’è il nostro vigore? Tutti gli eroi sono un nulla davanti a Te e le persone famose è come se non fossero mai esistite, perché tutte le nostre opere sono vane e i giorni della nostra vita sono una nullità di fronte a Te”.

L'uomo di fede ha come soggetto della vita ,Dio, chi non ha alcuna fede in Dio pone se stesso come soggetto e oggetto della vita.
Solo in un orizzonte di fede accettiamo i disegni di Dio,anche quando sono difficili da accettare,solo Lui è il Creatore dell'uomo e conosce i tempi e i momenti,solo Lui è eterno e per Lui “mille anni sono come il giorno di ieri che è passato”.
Scrutiamo i segni dei tempi :le cose non ci asscurano la vita eterna, basta guadarsi attorno e fare una spassionata riflessione. Gesù lo ha detto chiaramente:”accumulatevi tesori in cielo dove non ci sono nè ladri nè tignola”, e questa parola è rivolta a noi oggi,così pieni di cose e così assetati di felicità. Il vuoto di valori,il dissolversi della vita dello spirito,l'assenza di ideali per i quali vivere e sacrificarsi,la negazione del soprannaturale,questo vuoto pauroso delle coscienze ha creato scontentezza e inquietudine”non potete servire a Dio e a mammona”.
Il Signore consoli la famiglia di Florindo, così provata da non poche sofferenze e
così presa alla sprovvista per un dolore così grande.

Questa Eucaristia segni qualcosa nella nostra vita! La bara del nostro fratello Florindo è una parola per noi,come lo è il Cero pasquale acceso davanti alla bara,siano per tutti un monito,un richiamo ai valori eterni,ai valori dello spirito, sia anche una proposta di fede e anche un interrogativo per questa comunità cristiana per riscoprire e vivere la fede pasquale.

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