DON ANTONIO

sabato 24 settembre 2011

OMELIA FUNEBRE PER FRISON IDA

L'omelia è un momento importante della liturgia perchè si fa una riflessione sulla Parola di Dio, sulle letture ascoltate,perchè tutta la comunità è invitata a meditare su quello che il Signore ci vuole dirci con la sua parola.L'omelia non è un commento sulla vita della persona defunta. L'omelia si inserisce nel contesto di una celebrazione sacra,nel rito di un sacramento comprensibile solo nella comune fede nel Signore Risorto.
Noi ci ritroviamo qui assieme per celebrare le esequie della nostra sorella,IDA ci ritroviamo in Chiesa per un gesto e un segno di umana e cristiana solidarietà,siamo qui per una preghiera per l'anima di IDA e una preghera per tutte le nostre anime dei nostri cari defunti.
Tutti possono confermare le doti e le virtù umane di IDA: il suo grande amore e attaccamento alla famiglia. Ma anche tra le vicende alterne della sua esistenza,tra fatti più o meno incresciosi della vita, seppe mantenere ferma la sua fede e sopratutto la sua pratica religiosa. Amava tanto questo piccolo paese,amava la gente, i luoghi, amava questa chiesetta. Sempre, quando veniva in canonica, chiedeva la celebrazione di una Messa per i suoi defunti e poi per lei, per trovare nella Provvidenza di Dio un sollievo alla sua malattia.

Ha vissuto con dignità e tanta forza il calvario della malattia, un calvario che è stato lungo e doloroso,con momenti di ovvio scoraggiamento e momenti anche di speranza,infatti all’inizio pensava,credeva,sperava di poter recuperare la salute.

Forse ora sto riproponendo parole gìà proclamate in altre tante omelie,ma voglio riaffermare una verità: IDA è vissuta nella fede della tradizione,una fede semplice e tenace,una fede che si tramandava di famiglia in famiglia,da padre e figlio,da nonni a nipoti ,una fede che mai era messa in dubbio,soloin quest'ottica di fede si comprende la cristiana rassegnazione di IDA per la sua malattia e per il dolore.Nell'ultima volta che l'ho incontrata mi comunicò il suo scoraggiamento, l'avvilimento,l'umano sconforto nel constatare il peggioramento della malattia.
Noi siamo invitati ora alla speranza,siamo invitati alla fede in Cristo Risorto che ci assicura che IDA
È entrata ella vita eterna.,in quella vita che non tramonto.
In ogni omelia cerchiamo anche di vedere quali insegnamenti ci vengono dalle letture e anche dalla vita della nostra sorella defunta. Innanzitutto l’insegnamento o meglio il richiamo alla spiritualità,un
accorato richiamo e monito alla fede provata dalla croce,alla vita cristiana concretizzata nel vivere di ogni giorno,alla pratica religiosa.Questo lo affermo anche per parecchi cristiani che hanno abbandonato la vita e la pratica religiosa e la preghiera.

IL Vangelo che abbiamo letto è la parola di Gesù in croce al buon ladrone,una parola che il Signore rivolge a noi, se siamo peccatori pentiti
:”oggi sarai con me im paradiso”.Davanti a noi c’è la bara della nostra sorella IDA,davanti a noi un contenitore in legno che raccoglie le spoglie mortali di una nostra sorella,davanti a noi sta la scelta o dell’ateismo che ritiene che tutto sìa concluso in quella bara che poi sara deposta in cimitero oppure la risposta della fede nella quale crediamo nel cero ppasquale posto accanto alla bara ,il cero che è il segno che Cristo è risorto dalla morte,dalla bara ,dal sepolcro.perchè Lui è Lui alfa e l'omega, l’alef e la tau, la prima lettera dell’alfabeto cioè la “a e” la “z”,ultima lettera per dirci che Cristo è l'inizio e la fine di tutte le cose,della storia, dell'universo e del mondo.

Come deve essere davvero triste quella persona o quel cilma familiare quando si vive solo di materialismo, quando tutta la vita viene confinata e relegata nell'ambito di questa terra e non si vive di speranza. Come diventa triste il viverequando non esiste una risposta agli interrogativi e alle domande angoscianti sul come e sul perchè si si soffre, ci si ammala, perché si muore, a qualsiasi età e in qualsiasi modo. Quante persone si domandano :perché proprio ora,perchè una lunga malattia senza speranze di cure,perchè un calvario simile?quanti perché ci poniamo quando la malattia ci colpisce o quando la morte ci toglie una persona cara. Noi però vediamo,leggiamo,interpretiamo i fatti dolorosi solo guardando al di sotto o al retro di un ricamo, un ricamo che Dio intesse nella storia di ogni uomo,nonostante l'opposizione di satana e dei suoi alleati,anche terreni,nonostante i nostri peccati anche gravissimi che vogliono portarci all’avvilimento o peggio alla disperazione.

Nella logica di Dio nulla avviene per caso,per destino,per fatalità,anche quello che noi chiamiamo “caso” è guidato dal Trascendente,è orientato sempre da Dio; di fronte alla sorella defunta dobbiamo esclamare : “è giunta alla sua ora”,l'ora del ritorno a Dio e quest'ora non si misura con il numero degli anni o dei giorni,perchè Dio misura la nostra vita non con il criterio del tempo o delle grandi e buone opere che si sono compiute in vita,ma con la sua Provvidenza.

Noi ancora in pellegrinaggio,siamo nel “già” salvati ma “non ancora “completamente, siamo in cammino verso l'eternità e tutti abbiamo dei doveri nei confronti dei notri fratelli e sorelle che ci lasciano,abbiamo il dovere della preghiera per i defunti.Presso Israele la preghiera per i defunti equivaleva ad un operraa di digiuno o di elemosina.
Non possiamo infine non ricordare tutte le persone che sono state vicine a Ida in questo tempo di sofferenza, che hanno pregato per Lei, che le sono state vicino con la parola e il conforto, familiari e parenti che, con grande dolore, hanno seguito Ida in questa penosa e lunga agonia, persone che l’hanno assistita e che hanno con lei sofferto

Sono queste le persone buone come Ida, delle quali si parla nell’Apocalisse,sono le persone che hanno purificato la loro vita, che hanno lavato le loro vesti con il martirio di una sofferenza indicibile, con le lacrime di un cammino che si chiama calvario e croce ma che ha come traguardo la Risurrezione.

IDA non è più qui , su questa terra , che, chi prima o chi dopo, tutti dovremo lasciare ma ci ha preceduto nella Galilea del cielo e dal cielo voglia intercedere per noi, per i suoi cari e per questo paese.

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