DON ANTONIO

lunedì 1 agosto 2011

OMELIA DOMENICA XXVIII TEMPO ORDINARIO ANNO A

La prima lettura è tratta dal libro del profeta Isaia e precisamente da una parte del suo libro chiamata : apocalisse di Isaia. Questa parte riguarda  gli ultimi tempi, per gli ebrei gli ultimi tempi erano  i tempi messianici . Sul monte Sion, sul monte di Gerusalemme il Signore prepara un banchetto regale per tutti i popoli.
Tutti gli uomini sono invitati, la salvezza è offerta ad ogni uomo, a tutti i popoli. La speranza non è stata vana: ecco il nostro Dio è un Dio buono verso tutti, un Dio Salvatore per tutti quelli che in Lui hanno avuto fede e in Lui hanno sperato. Una immagine del Dio della vita, Signore della storia e Padre del suo popolo, un Dio che è amore :” la sua mano si poserà su questo monte, la benevolenza di Dio per Gerusalemme”.

Anche nel vangelo si parla di un banchetto. Il brano si può riassumere in tre momenti successivi:
I primi invitati alle nozze quasi i privilegiati, che rappresentano il popolo d’Israele , questi invitati rispondono con indifferenza, con ostilità ed anche con disprezzodell’invito del re per le nozze del  figlio.
Secondo momento del racconto:il re non si arrende, non sospende gli inviti, anzi allarga l’invito ad altri:poveri, emarginati, dispersi, buoni e cattivi, pubblicani e prostitute..dice il re: “andate ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete chiamateli alle nozze”. A questo punto anche un falso discepolo potrebbe entrare. Il  terzo momento della parabola:
la veste nuziale. Ci vuole la veste nuziale, il re scorto un tale che non indossava  l’abito nuziale  diede ordine di gettarlo fuori.
Non basta dire Signore Signore, non basta far parte della Chiesa o fare delle preghiere per essere degni  del banchetto , per essere degni dell’incontro con il Signore. La parola del Vangelo ci insegna in modo chiaro che  l’importante non è neppure accogliere l’invito alle nozze o il sedersi al banchetto. Ci insegna che non basta l’essere tra i molti chiamati, tra i favoriti e privilegiati del re. Quello che conta più di tutto è indossare la veste nuziale,cioè quell’abito che  distingue il vero discepolo.

La veste che ci permette l’ingresso nella vita eterna, che  ci garantisce l’intimità con Gesù è la fede,quella fede  che sostiene la speranza ed anima la carità. Questa veste è quella vita nuova che caratterizza l  cristiano, una vita nuova ricevuta in dono nel Battesimo e confermata con gli altri Sacramenti e con  resto della vita.
Il Signore ci riconoscerà per la veste della fede, una fede che si traduce in opere di carità e di amore.

Tuta la Chiesa, ogni cristiano, ogni famiglia cristiana,devono essere un segno per gli altri uomini, per il mondo: “voi cristiani siete la luce del mondo e il sale della terra.....amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi, da questo sapranno che siete i miei discepoli.”...ecco il distintivo del cristiano, quel distintivo che oggi gli uomini del nostro tempo  vogliono vedere nei cristiani.  Il mondo oggi ci riconoscerà come cristiani, come discepoli di Gesù, non solo perchè frequentiamo la Chiesa o abbiamo qualche devozione,
ma perché viviamo nell’amore e nella carità.
La carita’ vera, l’amore vero  sono un segno e un richiamo anche per gli altri uomini  perché provenire da persone che  amano Cristo, che hanno costruito l’esistenza sulla salda roccia che è Cristo Signore. Oggi più che mai il mondo è attento e pretende che chiunque porta un distintivo, sappia testimoniarne il contenuto nella vita di ogni giorno.

Una parola di S.Agostino: abbiate la fede ma con l’amore, è questo l’abito nuziale.
E’ la vita , sono le opere che sgorgano dai veri cristiani l’autentica testimonianza della propria fede.
Domandiamoci se la nostra qualità della vita, il nostro stile di vita nel lavoro, in famiglia, con il prossimo è un modello che attrae, un faro che illumina, una forza che attrae, e che può far nascere anche vocazioni.
Se viviamo conformi a queste parole domandiamoci se non valga la pena di ricominciare o meglio se non sia l’ora di una radicale conversione del cuore e della vita al Vangelo di Cristo.

Nessun commento:

Posta un commento