DON ANTONIO

domenica 23 ottobre 2011

Omelia domenica XXVIII anno B

Oggi le letture ci pongono di fronte al alcune scelte fondamentali che ogni cristiano è chiamato a fare nella sua vita,proprio per essere coerente con la propria religione cristiana, per dare testimonianza della fede che proclama venendo in chiesa e recitando il credo. Il messaggio della Parola di Dio di questa domenica è molto lontano dalla mentalità del mondo moderno fondato sul potere del maligno, delle tenebre, sulla concupiscenza della carne e sulla superbia della vita come dice l’apostolo ed evangelista Giovanni.

Incominciamo dalla prima lettura : dal libro della sapienza. Davanti a Salomone ,re in Israele negli anni 1000 circa a.C.dopo il regno di Davide, sfilano alcuni personaggi tipici, alcune immagini del potere terreno: lo scettro del potere, del comando, l’oro e l’argento, la salute , la bellezza e infine la stessa luce.Tutte queste realtà belle e che tutti cerchiamo, rivelano al tempo stesso il loro vuoto profondo,la loro precarietà e provvisorietà; sono solo sabbia e fango se confrontate con la sapienza e con la prudenza. Dice Salomone: “al confronto della sapienza stimai un nulla la ricchezza”. E mentre i pagani, ieri come oggi, cercano la sapienza nella cultura,nelle scienze, nella filosofia,nella tecnologia, nel potere,i giudei e anche noi , con S.Paolo ,affermiamo che la sapienza vera viene da Dio e sta nella legge che Dio ci ha donato, una legge di verità e di vita e in primo luogo sta nella debolezza e follia della Croce..

Voglio leggervi con precisione la parola di S.Paolo. “dov’è il sapiente?dov’è mai il sottile ragionatore? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? E mentre i giudei chiedono i miracoli e i pagani di ieri- e io aggiungo di oggi-cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso,scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani, ma per coloro che sono chiamati noi predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini”

Il Vangelo di Gesù e non solo il brano ascoltato oggi ci fa vedere quanto sono lontani i discorsi, i ragionamenti e lo stile di vita del cristiano dai pagani di ogni tempo i quali fondano la loro vita, presente e avvenire, su una dimensione puramente materiale e terrena o anche semplicemente umana.
Il brano dell’evangelista Marco ci aiuta a comprendere ancora meglio questo discorso sulla sapienza evangelica, infatti il brano ascoltato pone l’uomo di fronte alle ricchezze, ai beni, alle felicità materiali.

Un uomo ricco ha desiderio di seguire Gesù, vuole diventare un suo discepolo. Gesù lo guarda e lo ama, si tratta infatti di una persona giusta, di una persona fedele alla legge, che ha sempre rispettato i comandamenti: non uccidere,non commettere adulterio, non rubare…
Gesù gli pone però una condizione per diventare suo discepolo e cioè il distacco dai suoi beni:” Una sola cosa ti manca. Va vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo, poi, solo dopo vieni e seguimi”.
Purtroppo il giovane possedendo molti beni declina l’invito e se ne va via triste. Gesù allora volge lo sguardo attorno e dice ai suoi discepoli: “quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio”.

Gesù non parla mai contro i ricchi, Gesù non è contro la ricchezza o il denaro in se stessi, ma la sua parola invita il cristiano, il discepolo,cioè tutti noi alla totale disponibilità per il Regno e quindi esorta al distacco affettivo , reale e completo da tutto ciò che può ostacolare e impedire la totale donazione a Cristo.

La ricchezza, il denaro in se stessi non sono cose cattive, ma lo diventano quando l’uomo fonda sulla ricchezza e sul denaro la sua vita,quando il denaro non è più un mezzo per la vita ma diventa lo scopo della vita, cioè quando l’uomo nella sua vita , nella sua esistenza fa del denaro il suo dio, quando l’uomo si prostra al dio denaro, quando l’uomo fonda tutta la sua esistenza, costruisce i suoi progetti e opere solo per accumulare beni su questa terra.
E’ la tentazione ricorrente di Satana pensiamo alla tentazione di satana a Gesù, la terza tentazione. “Se ti prostri dinanzi a me , ti darò tutti i beni che vedi”.

Questa parola del vangelo è rivolta a ciascuno di noi personalmente, perché la ricchezza è prima di tutto un fatto affettivo: si possono possedere anche poche cose, ma avere il cuore in esse.La ricchezza può essere un fascino per poter avere una vita più agiata,confortevole,con il benessere necessario e il superfluo.
Non basta neppure decidersi per i poveri o essere dalla parte dei poveri contro ogni ingiustizia e disuguaglianza nel mondo, Gesù chiede a noi cristiani molto di più. E cioè chiede che ciascuno di noi, che abbiamo scelto con il Battesimo e gli altri Sacramenti, Gesù o meglio da Lui siamo stati chiamati a seguirlo, Gesù chiede a noi di farci volontariamente spontaneamente,liberamente poveri, per essere liberi di amare Dio e in prossimo con tutto il cuore.

Purtroppo la mentalità corrente, la mentalità efficientistica del nostro tempo ha persuaso ormai l’uomo a credere, a convincersi, che le ricchezze sono un bene assoluto, anzi il primo e grande bene che arreca felicità, benessere, tranquillità, garanzia sicura contro gli imprevisti, cioè il toccasana per tutti i mali. E allora l’uomo convinto da questa evidente e illogica assurdità va alla ricerca del denaro,delle cose materiali sopra sopra la stessa vita e in nome del dio denaro si compiono omicidi,si inventano guerre,si accettano ingiustizie e sopraffazioni,un dio denaro ricercato in certi casi persino sopra gli affetti ,si cerca il dio,il fascino della bellezza nelle creature e nelle cose che il tempo inesorabilmente sfiorisce e consuma,si cerca il dio denaro anche nel potere che prima o poi verrà meno o sarà tolto.
Nel nostro tempo quanti uomini si chiudono nell’egoismo per avere sempre di più, per possedere sempre di più, per accumulare sempre di più e in pari tempo si possiede angoscia e si accumula inquietudine e noia del vivere.

IL Vangelo lo ha previsto: “ non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e ladri scassinano e rubano o dove il tempo usura e corrode, dove un terremoto o una ctastrofe distruggono, accumulatevi invece tesori nel cielo, dove nè tignola né ruggine consumano e dove non ci sono ladri, né tempo che usura e invecchia.

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