DON ANTONIO

domenica 23 ottobre 2011

Omelia nella giornata missionaria,domenica XXVIX anno B

Oggi in tutte le chiese di tutto il mondo si celebra la giornata missionaria. Una giornata di preghiera per le missioni, per i missionari, sacerdoti, religiosi e laici, per quanti stanno lavorando e dando tutta la loro esistenza per la diffusione del Regno di Dio. I missionari sono pronti anche a dare la vita per il Vangelo,per l’amore ai fratelli, come la suora uccisa in questi giorni in Burundi. La chiesa intera è per sua natura missionaria.E’ mandata ad annunciare,celebrare e testimoniare l’amore di Dio per l’uomo,un Dio, che per mezzo di Cristo suo Figlio, vuole salvare tutti gli uomini, anche se non è detto che tutti debbano diventare cristiani .

Innanzi tutto una parola sulle letture ascoltate.Nella prima lettura il profeta Isaia ci ha parlato del Servo Sofferente, un brano che leggiamo anche nel tempo di passione. Il Servo di JHWH che accetta il dolore, la sofferenza, che ben conosce il patire, che conosce il disprezzo, il rifiuto e il tradimento degli amici, che conosce l’ingiusta condanna e l’estrema umiliazione, abbandonato perfino dal Padre:”Dio mio Dio mi perché mi hai abbandonato”, e abbandonato da tutti amici, apostoli, discepoli e seguaci all’infuori della mamma, di un giovane, S.Giovanni e di una giovane donna, Maria.
Isaia annuncia profeticamente una grande verità per noi: è proprio questo servo giusto di JHWH che porterà la salvezza agli uomini, accettando su di su di se le sofferenze degli uomini Gesù ci offre la salvezza se accogliamo con fede la sua passione e la sua risurrezione.

Il Vangelo riporta un altra disputa con i farisei. L’evangelista Marco chiude il discorso della prima lettura. Il Figlio di Dio non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per noi, per tutti gli uomini. Questo il messaggio viene proclamato in una disputa con i figli di Zebedeo.
Qual’è il messaggio per noi?
Il disegno di Dio sul mondo e sulla storia ci aiuta oggi a rivedere la nostra mentalità, il nostro modo di concepire e di vivere la religione cristiana. Noi non siamo cristiani per noi stessi, o per obbedire a una Legge o a una Tradizione e tantomeno per apparire dinanzi agli altri, per non essere al di fuori del gruppo sociale,non per una prospettiva di gloria futura come quella dei due figli di Zebedeo, si tratta invece di bere il calice della sofferenza e di ricevere il battesimo del martirio.
Questa è la sorte di quelli che vogliono seguire Gesù e il Vangelo.

Ogni cristiano in virtù del Battesimo e poi della Cresima ha ricevuto una missione, il mandato di portare agli altri la luce della sua fede, è chiamato a diffondere attorno a se la gioia e la pace del messaggio evangelico, è chiamato a iniettare nella società quell’amore che ha scoperto nel suo cuore come dono di Dio,che ha un dovere di grande responsabilità perché è a servizio della speranza perchè ogni cristiano con la parola e soprattutto con la vita deve donare speranza a chi non ha ne fede ne religione, a chi è indifferente, solo , deluso, forse anche disperato.
Voi, voi cristiani siete la luce del mondo perché gli uomini vedano le vostre opere buone e diano gloria al Padre vostro che è nei cieli e possano sperare in un qualcosa e in un Qualcuno oltre la sofferenza e la morte. Ma tutto questo non viene da noi ma dallo Spirito.

Perché la gente, il mondo capisce bene, vede bene, intuisce quando un cristiano è autentico, annuncia Cristo con la vita o quando invece recita una farsa, maschera un vita atea e pagana, oggi gli uomini e i giovani in particolare si accorgono e sanno ben distinguere tra il cristiano che crede veramente in Gesù e lo si può notare dalla vita di tutti i giorni, dalla pace e dalla gioia che sa diffondere attorno a sè, dal cristiano che dice con la lingua di di credere. E’ il cristiano che assomiglia al fariseo ipocrita, è il cristano che non da esempio con la sua vita familiare, con il suo lavoro, con le sue parole, con il suo comportamento, anzi è quel cristiano che allontana gli altri che,deboli nella fede, cercavano proprio in lui una testimonianza di fedeltà a Cristo nella Chiesa.
Ora una breve riflessione sulla giornata missionaria mondiale, lo scopo di questa giornata è
sensibilizzare i cristiani sulla missionarietà della Chiesa. Tutta la Chiesa è per sua stessa natura missionaria:”andate in tutto il mondo e annunciate il vangelo a tutte le creature”, questo è il mandato di Gesù a tutti noi suoi discepoli. Ogni cristiano ha come compito primario, ovunque si trovi e in qualunque momento della sua vita sia nella giovinezza come nella vecchiaia,ha come dovere primario quello di portare la buona notizia di Gesù il Salvatore dell’uomo.

All’uomo che vive sena un traguardo nella vita, che guarda al futuro con paura, che non riesce ad andare oltre il dato sensibile.. a questo uomo concreto ogni cristiano è chiamato ad essere missionario, cioè colui che da speranza , che da non solo una mano, ma il cuore, che aiuta il cieco a vedere, il paralitico ad alzarsi, il morto a vivere.
Quanti oggi,sacerdoti, religiosi, suore,laici stanno annunciando la verità di Gesù in un mondo refrattario alle religioni,al soprannaturale, e molte volte annunciano fino al sacrificio della stessa vita attraverso difficoltà di ogni genere, ostacoli, incomprensioni e anche ostilità e persecuzioni.
Quanti ambienti refrattari a Dio, quanti per principio rifiutano la mano, non vogliono né credere nè pensare che altri possano donare il loro cuore solo per amore, quanti voltafaccia e ingratitudini, quante dicerie e pretesti. E il missionario ,proprio attraverso queste difficoltà e tradimenti, trova la pace e la forza di Cristo.

Il missionario si mette a servizio di tanti fratelli che vivono anche nella povertà economica e intellettuale,quante volte il missionario annuncia la libertà da certi sfruttamenti, da oppressioni politiche e militari o da schiavitù economiche. Quanti missionari , alcuni li ricordiamo come martiri, a costo della vita si sono schierati dalla parte dei poveri,degli aoppressi, dei bambini che muoiono di fame e di malattia, degli ultimi, degli sfruttati,in nome di Cristo.
Annunciando Cristo in mezzo a questa gente hanno portato e stanno portando vita. Aiutiamoli con la nostra preghiera, con la nostra vita di coerenza qui nel nostro ambiente, aiutiamoli con la nostra solidarietà anche con gesti di carità,di elemosina e di condivisione.
Chiediamoci quanto il nostro essere cristiani incide nella vita e nell’ambiente nel quale viviamo!
La moglie cristiana riesce a portare Cristo al marito? E il padre riesce a far gustare ai figli la gioia di essere cristiani? E il giovane cristiano riesce ad annunciare l’amore di Gesù ai suoi amici
?

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