DON ANTONIO

mercoledì 5 ottobre 2011

Omelia prima domenica di Quaresima anno A

Oggi è la prima domenica di quaresima,la Quaresima è un tempo “forte” dell’Anno Liturgico,un tempo iniziato mercoledì scorso con il mercoledì delle Ceneri e si concluderà con la Pasqua. Il tempo della quaresima è considerato dalla Chiesa come un tempo importante per l’ascolto e la meditazione della Parola di Dio, per la conversione o cambiamento di vita e mentalità e che si traduce in una confessione sacramentale. La Quaresima è anche un tempo importante per la preghiera personale e comunitaria,un tempo importante per la riconciliazione con il nostro prossimo,un tempo infine importante per la carità e l’elemosina, ricordiamo la tradizionale colletta: un pane per amor di Dio.

I cristiani da sempre sanno che i giorni quaresimali sono un periodo favorevole per una verifica della propria vita interiore, per prendere coscienza del peccato di fondo o come si dice oggi della nostra opzione fondamentale, cioè della nostra scelta primaria: se per Dio o per le cose materiali.
Nel tempo quaresimale siamo tutti chiamati a questa verifica interiore, siamo chiamati a prendere anche una decisione di cambiamento di mentalità e di stile di vita, cioè un passaggio dal materialismo al soprannaturale,dall’ateismo o agnosticismo alla vera religione , dalla incredulità alla fede. Il tempo della Quaresima è un tempo opportuno per la catechesi, per una purificazione interiore e spirituale, per rompere con la schiavitù del peccato che conduce alla morte, per riprendere i legami di pace e di amore con il nostro prossimo, ed è anche un tempo per il sacrificio ,la mortificazione e la rinuncia non in vista di una ascesi fine a stessa o per un test della propria volontà o perchè così si prescrivono i cinque precetti della Chiesa, ma per amore e in unione a Cristo che ha sofferto ed è morto volontariamente per amore, innocente per noi.

La prima lettura tratta dal primo libro della Bibbia chiamato “Genesi” che descrive nelle prime pagine l’origine del mondo e dell’uomo e racconta i primi peccati fondamentali dell’uomo. Una pagina che descrive l’originaria bontà dell’uomo nel Paradiso terrestre, che ancora non conosceva il male, il dolore, la morte. Un uomo e una donna creati da Dio nella piena felicità e nella semplicità di un rapporto diretto e personale con Dio stesso che li chiama all’esistenza, che li chiama per nome.
Un uomo e una donna lasciati liberi nel scegliere i frutti dell’albero della scienza del bene o del male,una libertà come segno dell’infinito amore di Dio, li ha creati felici,con una loro volontà e desideri. Uomini che, suggestionati dal demonio, non accettano il limite di non essere Dio, unico limite: non poter essere altri Dio. Ed è proprio su questo terreno dell’ambizione, dell’orgoglio,della superbia,della presunzione che vengono tentati dal demonio e nella loro libertà cadono nel peccato .

Il serpente –immagine e simbolo del demonio-era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: “E` vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?”. Il demonio fa credere ai primi uomini che Dio li ha privati proprio della libertà assoluta perché non possono fare tutto equiparandosi a Dio.
Rispose la donna al serpente: “Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare,
ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”. La donna risponde saggiamente che cioè non possono essere come il Creatore,non possono competere il Dio datore dell’esistenza.
Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto”! Ora Adamo e d Eva devono scegliere tra queste suadenti parole del demonio e la parola di Dio, e come Adamo ed Eva anche noi siamo chiamati a questa scelta.
Dice il serpente per persuadere i primi uomini a non obbedire alla voce di Dio:
“Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male”.

Il brano evangelico di Matteo ci presenta Gesù che è sospinto dallo spirito nel deserto per 40 giorni( da cui venne la parola quaresima) e questo prima di iniziare la sua missione pubblica, la sua missione di predicatore,di rabbì. In questi 40 giorni Gesù nel deserto viene tentato dal maligno. Ha inizio così nel deserto la lotta tra Cristo, vera luce e satana spirito del male. Satana è l’avversario,il nemico, lo spirito del male. Gesù resta fedele alla volontà del Padre, resta fedele alla sua missione di Messia, e non cede a nessuna delle tentazioni, tentazioni che l’evangelista Matteo indica in tre: la tentazione del messianismo facile “buttai giù dal tempio”, la tentazione del materialismo”fa che questi sassi diventino pane” e la tentazione dell’idolatria: “o adorare mammona o adorare l’unico vero Dio e Padre”.

Il deserto nella Sacra Scrittura è il luogo dell’esperienza della propria fragilità, perchè nel deserto si ha bisogno di tutto, ma al tempo stesso è il luogo della presenza e della possibilità di incontrare Dio, perché il deserto è un luogo di solitudine e di preghiera. Per comprendere meglio questa realtà basti pensare e leggere la storia del popolo ebreo nel deserto per 40 anni.
E Gesù, lontano dalla gente ed anche dagli apostoli, stava con le bestie selvatiche e feroci, questo per indicarci che Gesù è il nuovo Adamo, che vince la tentazione del serpente e ridona pace al creato , mentre i primi uomini Adamo ed Eva avevano rotto con il loro peccato di orgoglio e disobbedienza l’equilibrio della natura umana e dei rapporti tra i vari esseri viventi ad esempio tre l’ uomo e le fiere.
Gesù vuole ricondurre gli uomini ad un colloquio personale con il Padre e fra di loro, per questo l’annuncio di Gesù alle folle: “convertitevi e credete al vangelo”.
Queste parole conclusive del vangelo le sentiamo rivolte a ciascuno di noi: “convertitevi ,cambiate vita e credete al vangelo”, alla buona notizia:Gesù ti salva.

Di questo parleremo ripetutamente in quaresima, si tratta di compiere anche attraverso l’omelia un cammino di sincera conversione .

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