DON ANTONIO

venerdì 7 ottobre 2011

Omelia domenica XIV anno B

Oggi la Paola di Dio ci aiuta a comprendere il modo di operare di Dio nella nostra storia. Ecco una ricorrente domanda: ma dov'’ Dio? E questo il modo di agire di Dio cioè un agire che contrasta con le nostre immagini di un Signore infinitamente buono e infinita provvidenza?. In quale modo e sotto quale forma Dio interviene nella nostra storia perché tutto concorra alla salvezza dell’umanità? Un Signore che non vuole la morte di Caino,che non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva .

La seconda lettura ci parla dell’apostolo Paolo che ha scoperto in se stesso la forza dell’amore Dio, che lo ha chiamato da persecutore alla missione di apostolo. “ Ti basta la mia grazia, la mia potenza si manifesta pienamente nella debolezza". San Paolo afferma: “quando sono debole è allora che sono forte”.
Questa è una verità che è fondamentale per comprendere il messaggio ,la buona notizia della nostra religione:Dio che si incarna,che si fa uomo,Gesù che nasce nella povertà, Gesù conduce umanamente una vita di povertà e di insignificanza, 30 anni su 33 di vita nascosta a Nazareth,e poi una vita che si conclude con un grande fallimento,con la più grande sconfitta : la morte in croce.
Questo è un messaggio che si ritrova in tutte le pagine della Bibbia:
Davide sconfigge il gigante Golia,
Davide viene scelto tra i fratelli perché l’ultimo, il più piccolo dei fratelli,
Maria che viene scelta per la sua umiltà e semplicità: “il Signore ha guardato l’umiltà della sua serva”.
Per accettare questa verità come metodo di agire di Dio per i suoi figli, ci vuole specialmente una fede autentica, una vita permeata di fede e che accoglie con amore il disegno di Dio anche quando non è capito appieno.

E’ necessario essere un popolo docile e non un popolo di dura cervice, figli testardi e dal cuore indurito, come era il popolo ebreo come ci ha detto il profeta Ezechiele nella prima lettura.
Ezechiele,profeta e sacerdote anche lui deportato in Babilonia .
Ezechiele umiliato ed esiliato, deriso e oltraggiato, sa di essere un inviato di Dio, un suo messaggero ,un portavoce di Dio: “tu dirai loro: Dice il Signore Dio -ascoltino o non ascoltino- perché sono una genia di ribelli, sapranno almeno che un profeta, un uomo di Dio si trova in mezzo a loro”.
I compaesani di Gesù rifiutano di vedere in Lui un profeta. Non era possibile che Dio parlasse attraverso un uomo così umile e semplice.
Cosa può mai venuto di buono da Nazareth e per di più dal figlio di un carpentiere?

No, Gesù non può operare il miracolo quando trova figli testardi e dal cuore indurito, come lo erano certi farisei che non riconoscevano in Lui l’inviato di Dio perchè si sarebbero fermati solo al fatto spettacolare e folcloristico.
Il brano del vangelo di oggi ci deve far riflettere: “Gesù non vi potè operare nessun prodigio. Gesù si meravigliava della loro incredulità”.
Gesù rimane Stupito e meravigliato perché non riuscivano a capire la sua missione o meglio perché non volevano fare il salto della fede, cioè passare dal miracolo all’accettazione dell’uomo di Dio.

Ecco il messaggio della Parola di oggi, un messaggio che ci sconvolge: la potenza di Dio si manifesta con pienezza nella debolezza. Dov’è ora il Dio onnipotente? E come si rivela oggi la sua onnipotenza?
Alcuni tormentati e angosciati di fronte al male che ancora c’è nel mondo e suggestionati dalle proposte di paradiso terrestre predicate dal materialismo e dalla mentalità pagana del nostro tempo, hanno rigettato l’immagine di Dio Bontà infinita, amore perfetto e provvidenza e hanno concluso negando il soprannaturale e affermando che con la morte tutto è finito dell’esistenza dell’uomo.

Ma è vero l’ onnipotente che noi immaginiamo, il Dio che corrisponde alle nostre ideologie di potenza, di trionfalismo, di vittoria, un Dio che ci deve tutto..questo Dio non esiste. Gesù ci obbliga oggi liberarci dagli stereotipi di un Dio a nostro servizio, di un Dio umanizzato che con l’aiuto della scienza può liberarci dai mali, perché il vero e unico Dio è quello, secondo le pagine della Scrittura, che si rivela negli umili, nei poveri,nei sofferenti, che si manifesta nella debolezza e nella precarietà della realtà quotidiana. Questa presenza reale di Dio può essere percepita solo da chi ha fede e vede gli uomini e le cose con gli occhi della fede.
Un padre della Chiesa 2 sec, “ nulla sorprende lo spirito umano quanto il contrasto fra la semplicità oprante di Dio e la grandezza degli effetti.

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