DON ANTONIO

domenica 9 ottobre 2011

Omelia domenica VIII anno B

La liturgia della Parola di oggi riguarda la novità del messaggio cristiano, la novità che Gesù è venuto a portare su questa terra. Non è stata abolita l’antica alleanza, ma è stato dato compimento alla Legge o alla Torah data da Dio al popolo d’Israele.Il messaggio centrale e sul quale dobbiamo meditare riguarda il Regno di Dio che si fonda in Cristo: “venga il tuo regno “,un regno quello instaurato da Gesù che si sviluppa e si diffonde tra gli uomini non per la capacità o la bravura degli uomini stessi, che restano solo collaboratori,ma per l’azione dello Spirito Santo che guida e anima la Chiesa. Gesù è il Cristo, che significa Messia e in Cristo si compie il Regno dei cieli che diventeranno cieli nuovi e terra nuova nella Parusia.

La prima lettura è dal libro del profeta Osea , il profeta che canta l’amore di Dio per il suo popolo, Osea il profeta che esalta l’ infinita misericordia di un Dio che è Padre, che è Amore, che non è il giustiziere. Osea si rivolge al popolo ebreo sfiduciato e scoraggiato con l’immagine del matrimonio.
“Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore.
E avverrà in quel giorno oracolo del Signore io risponderò al cielo ed esso risponderà alla terra; la terra risponderà con il grano, il vino nuovo e l'olio e questi risponderanno a Izreèl”. Continua ancora il profeta Osea:”Io li seminerò di nuovo per me nel paese e amerò Non-amata, e a Non-mio-popolo dirò: Popolo mio, ed egli mi dirà: Mio Dio”.

Il popolo ebreo teme di essere stato abbandonato da Dio, teme di essere destinato alla dispersione, di essere votato allo sterminio. Solo pochi rimangono fedeli all’Alleanza ,solo un gruppo resta radicato nella speranza, fedele alle promesse.

Dal messaggio di questa prima lettura noi comprendiamo l’agire di Dio: Dio non castiga, Dio non si vendica,Dio non è un giustiziere, ma Dio ama i suoi figli ,li ama al punto da farsi anche Lui Figlio in Gesù. Questo mistero dell’Incarnazione di Dio è una novità assoluta nella storia,è uno dei misteri principali della nostra fede.
E’ questo cioè “l’incarnarsi” l’operare di Dio, oggi come allora,come traspare nelle pagine della Bibbia e nella vita della Chiesa
E’ anche questo il messaggio del cristianesimo, la buona notizia di Dio per il mondo. Gesù è il Figlio di Dio che compie le antiche promesse fatte a Israele,è il nuovo, vino, il nuovo messaggio, il Regno dell’amore, e della misericordia.
Solo in questa ottica ha senso il sacrificio, il digiuno, la penitenza e la mortificazione.

Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare.
Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno”.

Nel vangelo Gesù ci parla, ci annuncia questo messaggio con l’immagine del matrimonio e dello sposo. Gesù ci annuncia la novità dell’amore.
Parola questa dell’Amore rivolta anche a noi. Talvolta delusi e perplessi, perché pensavano che in breve tempo tutto il mondo sarebbe diventato cristiano, pensavamo che la novità dell’more cristiano avrebbe fatto breccia nei cuori,credevamo specialmente subito dopo il concilio degli anni 70 che ci sarebbe stata una primavera di amore,di fecondità nella Chiesa.
Invece questa conversione in massa al cristianesimo,all’Amore indicato dal Vangelo e ri-annunciato dal Concilio, non c’è stata, anzi si assiste alla defezione degli stessi cristiani. Si assiste purtroppo a cristiani anche praticanti ma senza fede, a cristiani che si possono definire atei, a cristiani ormai diventati materialisti di fronte al dio di questo mondo: denaro, potere, consumismo e di fronte a queste divinità ci si prostra e ci si vende, anima compresa. Alcuni sono diventati indifferenti al soprannaturale,al Trascendente e anche se non negano l’esistenza di Dio vivono però come se Dio non esistesse,vivono alla giornata quasi che questa vita sia eterna,vivono di cose e per le cose e talvolta anche le persone vengono considerate come delle cose e valutate solo in base all’efficienza.

La parola di Dio è come un seme, una volta entrato nel cuore, non rimane senza effetto, ma germina e germoglia, anche quando tutto sembra spento. Quello che è necessario è la semina cioè l’evangelizzazione,l’annuncio,il kerygma e per questo si parla oggi tanto di una nuova evangelizzazione a modello di quella dei primi tempi della Chiesa.

Ma tutto questo non viene da noi ma è dono di Dio, come è un suo dono l’accettare per fede la stoltezza di questa parola di amore , ovviamente respinta dai potenti e dai sapienti di questo mondo.
Una parola di vita e di amore cristiano nella quale hanno creduto specialmente i nostri anziani, i nostri nonni, quella parola di vita per quale ancora, come al tempo delle persecuzioni romane, cristiani soffrono, derisi e oltraggiati solo perché Cristiani, solo perché fanno un segno di croce pubblicamente o vanno a Messa partecipandovi attivamente , cristiani che ancora sono pronti a dare la vita in un eremo o in lebbrosario, pensiamo ai medici missionari del Cuam,tutti con la forza della testimonianza dell’Amore e alcuni fino al martirio,questa parola di Dio che si chiama AMORE era ieri, è oggi e lo sarà anche domani, è l’unica e la vera seminagione, la vera evangelizzazione che oggi il mondo attende. Qui non si parla dell’amore come lo intende quel mondo posto nel maligno,non è l’amore cantato nelle canzonette o scritto in un libro di poesie,non è neppure un amore confuso con rispetto dell’altro,con una vaga amicizia,con una superficiale filantropia ma è l’amore che Gesù ha annunciato con le parole “Amatevi come io ho amato voi,ama anche il tuo nemico”, è l’amore annunciato da Gesù con le opere:sanando i lebbrosi e lavando i piedi agli apostoli,è l’amore infinito di oblatività che Gesù ha testimoniato fino alla morte ignominiosa sulla croce,una morte accettata volontariamente,in libertà e solo per amore dell’uomo.

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