DON ANTONIO

venerdì 14 ottobre 2011

"Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio Vivente" (1 Tm 4, 10)

Il tema della serata è la speranza. La speranza di cui i giovani cristiani devono farsi portatori in un mondo spesso tormentato dalla paura.
Per superare la paura, la speranza è esseziale.
Diamo maggiore spazio alla speranza ed eliminiamo l'indifferenza.
"Essere indifferenti a Dio è come essere indifferenti all'aria che respiriamo" dice don Carlo. E'la frase che più mi ha colpito. Come si fa a rimanere indifferenti e immobili di fronte al sacrificio del Figlio di Dio per la salvezza dell'uomo. Che grande dono è la Pasqua! La Pasqua ci dona speranza. Gesù ha trasformato la croce da simbolo di tortura, oppressione e umiliazione, in segno di gloria eterna, di vittoria della vita sulla morte.

Tra le tante paure dei giovani, vi sono la paura di Dio e la paura di vivere il Vangelo fino in fondo. Questa paura genera innanzitutto indifferenza quando il problema non ci tocca: "Io non ho nulla contro Dio". Di conseguenza quando la voce della Chiesa si fa sentire sui temi etici, questa indifferenza si tramuta in ostilità.
Abbiamo paura di un Dio che ci ruba qualcosa di questo mondo che vogliamo vivere. La paura che le "regole" ci blocchino, ci isolino in questa società.
Ma Dio è l'unico che ci da quello che ci serve veramente.

Quante volte ci accostiamo all'Eucaristia per abitudine: così facendo perdiamo la necessaria "fame" di comunione. Perdiamo la straordinarietà del mistero eucaristico che ogni domenica si celebra. Ragazzi, sveglia! Sull'altare il pane e il vino, diventano il corpo e il sangue di Gesù: questo sì che è straordinario.

Ecco, la speranza ci da la possibilità di stupirci ogni volta a tutto questo.
La speranza ci fa accorgere di quali siano le nostre vere necessità, che solo Dio in persona ci può dare.

San Paolo dice ai Romani (1 Rm 15, 13): "Il Dio della Speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perchè abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo".
Per Paolo la speranza non è un ideale o un sentimento ma una persona viva: Gesù Cristo il figlio di Dio (riff. Messaggio Benedetto XVI per la XXIV GMG)

Il pane del cielo il mondo non lo può dare.
Il vero perdono il mondo non lo può dare.
L'amore di Dio il mondo non lo può dare.

"Fate il bene e puntate sempre al bene". Ognuno di noi non deve cercare la propria verità, riadattare il Vangelo alle proprie esigenze. In questo modo persino il "male" può diventare "bene" se lo si considera una verità. I discepoli di Gesù di oggi sanno qual è la sorgente del "bene": Eucaristia e Vangelo.

"Non siate causa di sofferenza per gli altri e per voi stessi" aggiunge Don Carlo.
Sì, il cristiano è testimone di un amore immenso, quindi come può essere portatore di indifferenza e di tristezza.
Il cristiano deve essere il primo a portare gioia al prossimo.
Il cristiano trae forza dall'amore dell'Eucaristia, per donarlo agli altri.
Che bello vedere gli altri che gioiscono grazie alle nostre azioni!

Tuttavia anche il cristiano sbaglia: la sua natura di uomo lo porta a sbagliare.
Il credente però ha la speranza di essere perdonato nella Riconciliazione: speranza che si tramuta in certezza, grazie al sacrificio pasquale di Gesù.

http://filippogibellini.blogspot.com/2009/04/abbiamo-posto-la-nostra-speranza-nel.html

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