DON ANTONIO

giovedì 6 ottobre 2011

Omelia domenica IV anno B

Oggi la liturgia della parola di Dio ci aiuta a riflettere sulla vocazione di profeta attraverso l’esempio concreto della vocazione del profeta Mosè. Nel Vangelo si parla di Gesù: profeta e guaritore dei mali del corpo e dello spirito, guaritore di tutti i mali che provengono sia dalla finitudine dell’uomo sia dallo spirito del maligno
Il profeta è colui che parla al posto di di Dio, è il mediatore di Dio,colui che comunica al popolo le Parole di Dio stesso. E primo grande profeta è Mosè, ma il più grande in assoluto,anche presso Israele, è il profeta Elia, ci sono i 4 profeti cosidetti maggiori e i 12 profeti minori.

Per conoscere e poi per seguire la propria vocazione si cerca di adeguare la vita alla voce e alla chiamata di Dio. Ma per conoscere appieno la sua volontà e il suo progetto su di noi, bisogna che Lui si riveli con una sua iniziativa, libera e totalmente gratuita , bisogna poi anche che trovi corrispondenza nella controparte ,cioè in noi,che trovi in noi fede, disponibilità e affinità con le cose dello spirito. Il profeta è l’uomo Dio come Mose,Elia, il vero e unico profeta è Il messia Gesù che parla in nome del Padre e opera in suo nome.

Dio non possiamo incontrarlo con i nostri sottili ragionamenti, e neppure possiamo limitarne l’azione , rinchiudere o definire il suo operare dentro i nostri schemi o nella nostra logica razionale. Dio nel suo infinito amore sceglie e chiama chi vuole e quando Lui vuole,l’ uomo non può condizionare Dio ai suoi progetti, è Dio che si rivela, che si manifesta all’uomo, che lo chiama e lo incarica di una missione.

“Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò.
Se qualcuno non ascolterà le parole, che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto.
Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dei, quel profeta dovrà morire”.

Nel brano del vangelo abbiamo ascoltato l’opera di Gesù, Messia e profeta, colui che insegna con autorità e con autorità scaccia i demoni, scaccia gli spiriti impuri, guarisce gli indemoniati così da suscitare la meraviglia e lo stupore delle folle.
Gesù opera sull’indemoniato impuro solo con la sua autorevole parola e nient’altro.
E Gesù lo sgridò: “Taci! Esci da quell'uomo,
e lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!”.

Come sempre Dio sceglie, per la sua missione e per la sua opera, la parola , uno strumento povero e semplice per il guaritore, il profeta e il Messia. Sempre vera ed attuale è la parola:”Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti”.
E noi cristiani siamo stati chiamati non ad una salvezza individualistica, ognuno per suo conto salva la propria sua anima, ma siamo stati chiamati per annunciare ai fratelli con la parola e con la vita il Vangelo di Gesù nella verità , nella fedeltà e nella coerenza.
Profeti lo siamo tutti noi: scelti e chiamati ad essere parte del popolo di Dio, popolo sacerdotale regale e profetico, uomini con grandi entusiasmi ma anche peccatori, proprio come Pietro,che si alza in piedi senza paura davanti al Sinedrio,un Pietro che fugge quando vede Giuda e soldati che arrestavano il Maestro ,un Pietro che ora parla a voce alta e non con quella voce sommessa,quasi impercettibile, come quando parla con la donnetta che gli chiedeva :”sei anche tu uno di loro” cioè dei discepoli? e Pietro per 3 volte rinnega, un Pietro che ha il coraggio che gli viene dallo Spirito del Signore Risorto e può gridare parole kerygmatiche:” pentitevi..salvatevi da questa generazione perversa”.


Questa parola evangelica riguarda ogni cristiano, la sua responsabilità in quanto scelto dal Signore e in quanto ha accolto questa scelta nel Battesimo e negli altri Sacramenti. Siamo noi in grado di percepire la voce di Dio che ci parla anche nell’oggi,siamo certi che Lui opera in noi con il suo Spirito ?Dio chiama anche oggi,alcuni, a seguirlo nella via consacrata, ma pochi sono quelli che accolgono la chiamata e non addossiamo le responsabilità solo alla società materialistica , solo al paganesimo oggi imperante,ai mass media o al benessere.
Esiste una responsabilità anche dei cristiani,delle comunità cristiane non più autentici testimoni di preghiera,di amore fraterno, ma pervase talvolta da esteriorità e ritualismi,tanto vuote kerygma e di fede vissuta nel quotidiano e invece tanto piene di affarismi.di tradizionalismi di giudizi e condanne per i diversi,per i peccatori pubblici.

Oggi più che mai è necessario il discernimento,che ci viene dallo Spirito santo,per comprendere dove, come, e in chi parla il Signore.

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