DON ANTONIO

martedì 11 ottobre 2011

Omelia domenica XVI anno B

Oggi la Parola di Dio ci parla dei pastori, del Buon Pastore cioè di Gesù che ha cura delle sue pecore, le guida, le conduce ai verdi pascoli, guarisce la pecora ammalata e porta in spalla quella smarrita. L’unico pastore che è Via, Verità e vita per le sue pecore è Gesù, è Gesù il modello al quale ogni discepolo e ogni apostolo deve fare riferimento. Gesù è il Buon Pastore che ha dato la vita per pecore, Gesù è anche la porta attraverso la quale si entra nel recinto della salvezza eterna. Pastore,pascolo,preggi,pecore sono Immagini e simboli molto eloquenti per il popolo d’Israele per tanti secoli un popolo nomade,dedito alla pastorizia,ma sono eloquenti anche per noi.
IL Signore è il mio pastore e non manco di nulla, abbiamo ripetuto nel salmo responsoriale.
Il compito e la missione del pastore è quella di essere fedele al suo mandato di maestro e di guida, dovere delle pecore è quello di seguire il pastore, ascoltare, sentire ed obbedire alla voce del pastore e camminare nella via da lui indicata.

La prima lettura tratta dal libro del profeta Geremia è un severo monito ai pastori, cioè a quelle persone che hanno ricevuto dal Signore la vocazione e la missione di guide, di catechisti ,di evangelizzatori, di maestri,di missionari.
Siamo nel sec. VI a.C. circa e Geremia intuisce la situazione catastrofica del suo tempo. Geremia preso da angoscia denuncia, come fece Amos -lo abbiamo sentito domenica scorsa-denuncia la malvagità generale e la corruzione dilagante, anche del re e dei sacerdoti di quel tempo.
In questo momento preciso, Geremia proclama la parola di Dio:”radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho lasciate scacciare e le farò tornare ai loro pascoli, e di esse non ne mancherà neppure una”.

Ai pastori ionfedeli subentra Dio stesso, il Signore stesso si fa pastore del suo popolo. Questa immagine ,come ho detto, molto eloquente e di facile comprensione per un popolo di tradizione pastorizia, è ripresa da Gesù per spiegare alle folle la sua missione di rabbi e di messia, di maestro e di guida, inviato dal padre e di pastore delle pecore.

Il Vangelo. Gli apostoli, i discepoli, le folle hanno bisogno di riposo, hanno bisogno di pace, di tranquillità perché erano come pecore senza pastore, stanche e sbandate, ecco il paragone con la prima lettura. Gesù risponde con sollecitudine e amore: “venite in disparte,in un luogo solitario e riposatevi un po’.
Il Vangelo ci presenta il volto di Gesù che comprende l’umanità. Gesù viene incontro alle esigenze vitali delle folle: prima la moltiplicazione dei pani quando vide che erano come pecore affamate, ora l’invito a riposarsi in luogo in disparte quando si accorge che le pecore sono stanche e sfinite.

Oggi la nostra riflessione non riguarda solo coloro che hanno compiti di guida nel gregge di Dio, ma riguarda tutto il gregge, riguarda tutti noi: noi suo popolo e gregge che egli conduce.
Chiediamoci in verità: è davvero per noi il Signore la guida sicura nella nostra vita?
E’ Lui ,il Signore, la luce che splende nella nostra vita e che si diffonde nell’ambiente attorno a noi? Almeno quando ci troviamo in qualche necessità ricorriamo al Signore per attingere l’acqua che zampilla per la vita eterna e che può dissetare appieno anche tutte le nostre aspirazioni umane? E’ una domanda che chiede a tutti noi e a ciascuno un esame di coscienza: abbiamo noi posto la nostra vita nelle mani di Dio ed è in Dio la nostra speranza nel tempo e oltre?

Oggi un tipo di vivere pagano è entrato anche nelle nostre mentalità, l’uomo si crede autosufficiente e capace di bastare a se stesso e di darsi risposte a tutti gli interrogativi senza bisogno di pastori,di guide,di maestri e se resta qualche incertezza è anche sicuro che in futuro la scienza tutto risolverà,un futuro che molti sognano o immaginano.
Ma ricordiamoci che l’uomo non vive solo di pane materiale, ricordiamoci che l’attuale insoddisfazione o l’attuale disperazione di tante persone, che pur possiedono beni materiali,è la conferma che l’uomo nel suo essere ,nel suo cuore ha bisogno di una felicità senza limiti , senza i limiti delle cose terrene, ha bisogno di soprannaturale,di trascendenza, ha veramdente bisogno di Dio, ha bisogno di una luce vera che rischiari gli interrogativi dell’esistenza, ha bisogno di una guida per orientare la sua coscienza,ha bisogno ancora di un pastore che lo guidi alle fonti dell’acqua viva che zampilla per la vita eterna,ha bisogno di una manna, di un cibo,di un pane che sazi la fame di felicità.

Ci vengono alle mente le famose parole delle Confessioni di S.Agostino. L’uomo ha bisogno di una proposta di eternità, il cristiano , quello che ripone in Dio la sua fiducia ha bisogno di una parola chiara, ha bisogno della Parola del Vangelo e della parola autentica del magistero della Chiesa.
Il Signore oggi come una volta fa sentire la sua voce in tre modi:
la parola delle Scare Scritture, la parola degli avvenimenti che ci capitano e la parola dei pastori della Chiesa.
Missione della Chiesa e degli uomini della Chiesa è quella di guidare alla verità, alla verità tutta intera, anche se scomoda e provocatoria sotto l’azione dello Spirito Santo. Il Signore vuole pastori secondo la sua volontà e il suo cuore:” costituirò pastori che faranno pascolare il mio gregge così che non dovranno più temere né sgomentarsi”.

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