DON ANTONIO

domenica 16 ottobre 2011

Omelia domenica XXIII anno B

Oggi la Parola di Dio è un’esortazione a tutti noi ad ascoltare prima la voce di Dio e poi a proclamare con coraggio, con fermezza e senza paura la buona notizia, il vangelo di Gesù che è un annuncio di vita e di pace per tutti gli uomini.
Dobbiamo accogliere questa parola, queste letture, non come parola di uomini, ma come Parola di Dio, Parola scritta sì da uomini ma sotto la guida, la dettatura dello Spirito Santo; una parola vera ed efficace che opera ciò che afferma e inoltre una Parola viva ed attuale per noi.
Perché oggi,specialmente dopo il Concilio Vaticano II°, si da tanta importanza alla Parola? Dice S. Paolo che la fede nasce dall’ascolto e precisamente:” la fede dipende dalla predicazione e la predicazione si attua per la Parola del Cristo Risorto”. La Parola di Dio è un dono ma un dono che richiede attenzione e ascolto, perché sia accolta e porti frutto.
E’ la Parola delle Sacre Scritture che accompagna i riti e le celebrazioni, pensiamo ad esempio al battesimo quando siamo diventati figli di Dio non da un seme corruttibile,ma da un seme incorruttibile cioè dalla Parola di Dio viva ed eterna.

La prima lettura è tratta dal profeta Isaia che annuncia la ricostruzione di Gerusalemme. Il profeta vuole incoraggiare un popolo amareggiato e sperduto, un popolo affranto e nella sofferenza dopo il periodo dell’esilio. “Si apriranno gli occhi dei ciechi, si schiuderanno gli orecchi dei sordi , i muti parleranno..”.
Immagini che esprimono la felicità e la benedizione dI Dio per Israele, popolo sconsolato che ora risente la promessa:”non temete ecco il vostro Dio. Egli viene a salvarvi”.

In verità il N.T. è il completamento dell’A.T. Il N.T. è la buona notizia che i tempi indicati dal profeta Isaia sono giunti: “ora i ciechi vedono, gli storpi camminano, i morti risorgono”,è il grande messaggio di Gesù rivolto ai poveri,agli ammalati,alla povera gente:”venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi..”.
S. Giacomo nella seconda lettura chiarisce questo pensiero: “ascoltate fedeli mie carissimi, Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?”.
La povertà secondo S.Giacomo, secondo Gesù e i Vangeli non è una questione socio-economica, perché il vero povero è colui che confida unicamente in Dio, che pone tutta la sua fiducia non nelle ricchezze, non negli uomini, non nel potere o nella tecnologia, ma unicamente in Dio.
Gli anawim di Dio sono i poveri Dio e tra questi poveri è vissuta Maria,gli anawim sono gente semplice, persone che avevano una fede profonda solo nella provvidenza di Dio.

Nel brano del Vangelo di Marco abbiamo ascoltato il racconto di un miracolo: Gesù guarisce un sordomuto (facili i collegamenti con la prima lettura). L’evangelista Marco riporta questo miracolo per dare un insegnamento: chi ha realmente bisogno di essere avvicinato e toccato da Gesù negli occhi e nella lingua è colui che vuole essere discepolo di Gesù.

Il gesto di Gesù trova la sua attualizzazione nel Sacramentlo del Battesimo che tutti abbiamo ricevuto. Nel Battesimo c’è il rito dell’Effatà che vuol dire “apriti”. Il celebrante tocca le orecchie e la bocca del battezzando e dice:”il Signore che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di udire presto la sua parola e di professare la fede a lode e gloria di Dio Padre”.
Dal rito Battesimale comprendiamo l’importanza di essere istruiti nella fede mediante l’ascolto della Parola di Dio per poter poi esprimere questa fede nella preghiera e nella vita.
Purtroppo con il tempo siamo diventati sordi alla Parola: quanti dicono :”non capisco le letture, sono cose troppo lontane da me, sembrano sempre le stesse parole”. In realtà siamo diventati sordi anche per l’altissimo volume e rumore della vita moderna di oggi,frastornati dalle tante parole che si odono alla radio,si sentono alla Tv,si leggono nei giornali,dalle parole suadenti dei mass media,dagli slogan pubblicitari e una volta diventati sordi , siamo diventati anche muti: non riusciamo a pregare o facciamo tanta fatica a pregare specialmente con la preghiera personale,interiore, del cuore,chiusi nella propria casa o stanza , ci vergogniamo a proclamare una preghiera personale di ringraziamento,di lode o di domanda al Signore, davanti ai fratelli di fede, quasi ci vergogniamo della nostra fede. Anche la Chiesa oggi da grande importanza alla lettura della Bibbia,del Vangelo nelle celebrazioni liturgiche, nei riti Sacramentali,nelle benedizioni ,per questo si organizzano anche gruppi,ritiri,convegni biblici. La Parola di Dio deve essere il pane quotidiano di ogni cristiano e non solo dei presbiteri,il linguaggio dovrebbe essere fiorito da citazioni della Sacra Scrittura,le nostre preghiere dovrebbero essere modellate sulla preghiera dei Salmi che anche Gesù certamente recitava,la nostra preghiera dovrebbe richiamarsi sempre alla preghiera che Gesù ci ha insegnato nel Padre nostro,oppure dovrebbe essere come una giaculatoria sul modello della preghiera del cuore dei Padri della Chiesa che non si stancavano di pregare: “Gesù abbi pietà di me,Kyrie eleison”. La nostra preghiera in Chiesa,una preghiera comunitaria perché in unione con tutti i fedeli cristiani e con tutti i Santi nel Paradiso in forza della verità del Corpo Mistico,deve accopagnarsi alla preghiera personale alla mattina e alla sera, durante il giorno,nelle veglie notturne,una preghiera silenziosa recitata nella gioia come nel dolore. Non deve mai mancare la preghiera per le anime dei defunti,per le persone care defunte e per tutte le anime di persone defunte , che ancora hanno bisogno di una preghiera di intercessione per la loro totale purificazione per essere degne di comparire davanti a Dio,sommo Bene e assoluta perfezione.
La preghiera alla quale dobbiamo sempre partecipare è la preghiera nella celebrazione dei Santi Misteri, nella celebrazione dei vari Sacramenti in modo speciale l’Eucaristia domenicale nella quale si ascolta,si medita,si canta, so offre,si domanda: una liturgia cioè partecipata.
Ricordiamoci inoltre della preghiera della Salmodia che è un obbligo per Sacerdoti e persone consacrate ma è per tutti i fedeli un consiglio e un invito specie con la recita delle Lodi mattutine e dei Vespri nel pomeriggio o alla sera.

Concludo con una parola del Concilio: nella Parola di Dio è insita tanta efficacia e potenza da essere sostegno e vigore della Chiesa e per i figli della Chiesa la forza della loro fede, il nutrimento dell’anima e la sorgente pura e perenne della vita spirituale.

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