DON ANTONIO

venerdì 23 settembre 2011

OMELIA DOMENICA XXIV ANNO A

Domenica scora abbiamo si è parlato della correzione fraterna, della necessità di avvertire un fratello quando sbaglia. Questo messaggio di fraternità è stato letto domenica scorsa nella prima lettura del profeta Ezechiele :” se l’empio muore per la sua iniquità e tu non lo hai avvertito, lui morirà ma della sua morte, chiederò conto a te”.
Abbiamo anche detto che la correzione fraterna presuppone una comunità di fratelli, nella quale ci si ama reciprocamente,una comunità fondata sullo spirito di carità, di fratellanza, di amore, di compassione, di misericordia e non una confraternita dove ci si giudica reciprocamente, dove regna il pettegolezzo o il sospetto reciproclo,o il pregiudizio .

Ben Sirach nella prima lettura proclama il dovere del perdono come superamento dell’antica legge del taglione : occhio per occhio , dente per dente. Per trovare la forza e lo Spirito per perdonare, il Siracide ci invita a riflettere su due verità :
1.ricordati della tua fine e smetti di odiare. Il pensiero della morte, il pensiero che la morte tutti ci accomuna , ricchi e poveri, giovani e vecchi, potenti e umili, ci dovrebbe spingere a deporre tutte le forme di odio, di vendetta, di risentimento, di rancore.
2.la seconda verità riguarda la certezza della bontà, della misericordia infinita di Dio, che nonostante i peccati e le continue infedeltà dello popolo, continua a perdonarlo e ad amarlo. Il Siracide non poteva presentare come l’esempio più eloquente, il Crocefisso, esempio dell’amore estremo di un Dio che da la vita per l’uomo peccatore.

Questa prima lettura ci ricorda che siano tutti realmente peccatori, e tutti abbiamo bisogno di essere perdonati. Una lettura che anticipa la parola del vangelo. Il brano del vangelo inizia con una famosa domanda di Pietro :”Signore quante volte dovrò perdonare al mio fratello ,se pecca contro di me ? Fino a sette volte ?”. Anche Il giudaismo conosceva il perdono delle offese ricevute , ma esisteva anche una problematica nelle scuole rabbiniche perchè alcuni rabbini, per sottolineare la bontà di Dio, affermavano che bisognava perdonare 3 volte, altri dicevano che bisognava perdonare fino a 5 volte e altri ancora fino a 7 volte.
Come al solito Gesù supera le dispute dei rabbini: “avete sentito che fu detto, ma io vi dico”,Gesù oltrepassa la questione numerica per annunciare un perdono illimitato.
“Non ti dico di perdonare fino a 7 volte, ma fino a 70 volte sette” ,il numero 7 è un numero simbolico per affermare che bisogna perdonare sempre e a tutti.
Gesù Maestro seguendo il metodo dei rabbini illustra la sua verità sul perdono con una parabola .
E ‘ chiara l’apposizione dei due comportamenti , da una parte il re supplicato che condona al servo un debito enorme,circa 10.000 talenti, corrispondenti alla retribuzione di 15 anni di lavoro, dall’altra parte il servo al quale tanto era stato condonato un così grosso debito,che diventa esigente e implacabile verso un collega che gli era debitore di pochissimo , solo 100 denari.

Ecco il senso della parabola :Dio perdona gratuitamente il peccato dell’uomo che chiede perdono, Dio nella sua infinita misericordia e bontà supera ,oltrepassa la stessa richiesta del peccatore e condona tutto il debito anche se si tratta di un debito enorme.
L’uomo d’altra parte rivela la sua meschinità atteggiandosi a tiranno nei confronti del suo servo e trattando spietatamente il suo fratello anche per un piccolo peccato, per una piccolissima offesa, che è sempre tanto piccola rispetto al peccato che Dio ci ha perdonato.
Su questa parola del vangelo dobbiamo verificare la nostra vita, dobbiamo fare un sincero esame di coscienza. Noi siamo pronti a perdonare che ci offende, chi ci ha offeso nel passato ? Siamo pronti e disponibili a perdonare di cuore al prossimo anche se siamo noi nel giusto o siamo stati ingiustamente offesi ?

Noi perdoniamo perché Gesù per primo ha perdonato i nostri peccati:” Signore perdona a noi i nostri debiti come noi li perdoniamo ai nostri debitori”.

Chiara la parola di Gesù :”se amate quelli che vi amano, che merito avete ?Anche i malvagi si comportano così. E se salutate solamente i vostri amici, cosa fate di straordinario, anche quelli che non conoscono Dio si comportano così...Benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi fanno del male. Non giudicate gli altri e Dio non vi giudicherà. Perdonate e Dio vi perdonerà”.
Due cose chiede principalmente a noi Gesù :che riconosciamo i nostri peccati-come diciamo sempre all’inizio di ogni S.Messa e che perdoniamo veramente di cuore al nostro prossimo.

Chi pensa alla gravità dei propri peccarti trova tanto più facile essere indulgente con il fratello ; chi si accorge della trave del suo occhio è più benevolo verso il fratello che sbaglia
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