DON ANTONIO

giovedì 1 settembre 2011

OMELIA DOMENICA V ANNO A

Oggi è la giornata per la vita, la giornata per la vita –come si celebra ogni anno nella prima domenica di febbraio-. La vita viene da Dio:”fin dal grembo materno io ti avevo conosciuto” , Dio ha un disegno per ogni persona che viene alla vita, comunque appaia questa persona ai nostri occhi e comunque la giudichiamo; non ci sono né condizioni né età nelle quali la vita sia meno utile: la vita del feto, la vita del neonato, la vita dell’ammalato terminale o dell’anziano ormai al termine dei suoi giorni, sempre si tratta di vita e la chiesa condanna ogni soppressione della vita dall’aborto all’eutanasia.
Oggi la liturgia della parola ci aiuta a riflettere sulla vocazione : la vocazione di Isaia a diventare profeta del Signore nella prima lettura, la vocazione del discepolo del Signore risorto nel Vangelo.

Ma per conoscere e poi seguire la propria vocazione non si segue l’istinto, ma si cerca di adeguare la nostra vita alla voce e alla chiamata di Dio. Ma per conoscere appieno la sua volontà e il suo progetto su di noi, bisogna che Lui si riveli –come ho detto domenica scorsa- con una sua iniziativa, libera e totalmente gratuita , bisogna poi che trovi nella controparte una risposta che nasce dalla fede,dalla disponibilità interiore e da una affinità con le cose dello spirito.

Dio non possiamo incontrarlo con i nostri sottili ragionamenti, e neppure possiamo limitarne l’azione o rinchiudere il suo operare dentro i nostri schemi o nella nostra logica umana. Dio nel suo infinito amore sceglie e chiama chi vuole e quando Lui vuole, l’uomo non può condizionare Dio nei suoi progetti sull’uomo: è Dio che si rivela, che si manifesta all’uomo, che lo chiama e lo incarica di una missione. Lo abbiamo ascoltato anche nella seconda lettura:
“Anch'io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza.
io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso.
Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione;
e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza,
perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio”.

Nella prima lettura abbiamo sentito la parola del Signore attraverso la voce del profeta Isaia che ci indica come vivere per essere uomini di Dio,discepoli di Gesù:una vita nella carità “Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.
Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”. se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio”.

.E noi cristiani a questo siamo stati chiamati, non certo a salvare solo la nostra anima , ognuno per suo conto, ma la nostra vocazione cristiana è di annunciare ai fratelli la parola di Dio che è amore nella verità e nella fedeltà. Il cristiano, ogni cristiano, deve essere luce per illuminare gli altri, deve essere sale per dare sapore alla terra , per dare un senso e un significato a quanti vivono nelle tenebre e nell’ombra della disperazione.
Salvando gli altri ,salviamo anche noi stessi!
“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte,
né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.
Oggi quello che conta non sono le parole,i discorsi, i libri,quello che vale dinanzi a Dio,quello che serve per una nuova evangelizzazione è una testimonianza credibile di amore fraterno,una testimonianza di vita che conduca l’uomo al trascendente,al silenzio interiore per percepire la voce di Dio che ancora parla nella storia.

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