DON ANTONIO

sabato 10 marzo 2012

Foglietto 11 marzo 2012 (Famiglie Visitazione)




Giovanni 2,13-25
1) Si avvicinava la Pasquadei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme: nei sinottici (Mt 21,12s e par.) questoepisodio precede di poco la passione. In Gv è subito dopo le nozze di Cana,all’inizio del ministero di Gesù, durante la prima delle tre pasque narrate dal4° vangelo. Pasqua dei Giudeipreannuncia un certa separazione, la Pasqua di Gesù sarà diversa.

2) Trovò nel tempio genteche vendeva: la vendita degli animali per il sacrificio, anche se causa didisturbo, era necessaria al culto, come anche l’attività dei cambiamonete,essendo proibito usare nel tempio le monete pagane con l’effigedell’imperatore.
3) Scacciò tutti fuori daltempio, con le pecore e i buoi: il gesto del Signore ha un significatoprofetico, al di là di riportare dignità al luogo sacro. Rispetto ai sinotticiè interessante notare la menzione per esteso qui e nel v precedente deglianimali per il sacrificio (buoi, pecore, colombe): l’ingresso dell’Agnello nonsolo ristabilisce la santità del tempio, ma manifesta la decadenza ormaiimminente degli antichi sacrifici.
4) Portate via di qui questecose e non fate della casa del Padre mio un mercato: Gesù è a casa sua, rivendicail suo diritto di figlio. La frase richiama Zc 14, 21: In quel giorno non vi sarà neppure un mercante nella casa del Signoredegli eserciti.
5) Lo zelo per la tua casami divorerà: l’annotazione dell’evangelista (i suoi discepoli si ricordarono) con la citazione del Sal 68,10rimanda alla passione di Gesù. Il Sal 68 è usato spesso nei vangeli in riferimentoalla passione.
6) Distruggete questo tempioe in tre giorni lo farò risorgere: Gesù non dà soddisfazione ai Giudei chechiedono un segno e sposta i termini della discussione. Preannuncia ladistruzione del Tempio, come più esplicitamente fa nei sinottici (cfr. Mc13,1-4 e par). Il tempio è stato portato ad un grande splendore dai lavori iniziatida Erode, gli stessi interlocutori di Gesù ne vanno fieri: questo tempio è stato costruito in quarantasei anni. La lorofiducia in quell’edificio oscura il senso profondo della presenza di Dio nel tempio:come ai tempi di Geremia, la loro condotta porterà alla rovina del tempio, diGerusalemme e dei suoi abitanti. Ma c’è un nuovo tempio che sta’ per sorgere.
7) Ma egli parlava deltempio del suo corpo: la nuova abitazione (la casa del Padre) di Dio tra gli uomini sarà il suo corpo delfiglio Gesù.
8) Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che avevadetto questo: la Pasqua a cui Gesù andrà incontro inaugurerà un nuovoregime di grazia, in cui non ci sarà più bisogno del tempio di pietra perincontrare Dio. Ovunque i discepoli si raduneranno per fare memoria delRisorto, lì si farà presente Dio.
9) Ma lui, Gesù, non sifidava di loro: tanti credono in Gesù vedendoi segni che egli compiva. Il segno è utile per iniziare a credere, ma lafede autentica è “vedere oltre”, accogliere il mistero nascosto da quell’uomo,il suo essere figlio di Dio. Per questo Gesù non si può “affidare”, comunicareloro.

Esodo 20, 1-17
1) Il popolod’Israele uscito dall’Egitto arriva al deserto del Sinai e Mosè per ordine diDio sale sul monte Sinai dove il Signore gli parla.
2) Diopronunciò tutte queste parole: il Signore dona la Sua Legge come aiuto alpopolo affinché possa camminare più speditamente verso la vita secondo rapportiretti con Dio e con gli uomini: è il segno concreto dell’alleanza tra il popoloe il suo Dio: ascoltate la mia voce e ed eseguite quanto vi comando: alloravoi sarete il mio popolo ed io sarò il vostro Dio (Es 6,7).
3) Io sonoil Signore tuo Dio che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dallacondizione servile (LXX: dalla casadi schiavitù): la legge è il cuore del rapporto tra Dio e il suo popolo,rapporto che si fonda sull’evento della Pasqua, cioè la liberazione dallaschiavitù d’Egitto. Con la Pasqua Dio fa del popolo la sua proprietà esclusivae si pone come l’unico Dio e non ce ne può essere un altro: il Signore è ilnostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore tuo Dio, con tutto ilcuore, con tutta l’anima e con tutte le forze, questi precetti che oggi ti do,ti siano fissi nel cuore… guardati dal dimenticare il Signore che ti ha fattouscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile (Dt 6,4-5.12).
4) Non tifarai idolo… non ti prostrerai davanti a loro, non li servirai. Perché io, tuoDio sono un Dio geloso: ogni idolatria non è altro che un ritorno allaschiavitù. Dio è geloso per amore ed esige una risposta totale eincondizionata. Chi cerca Dio per la vanità dei propri desideri rimane nellapropria condizione di solitudine, di non comunione con Dio e quindi diidolatria: non seguirete altri dei, divinità dei popoli che vi starannoattorno, perché il Signore tuo Dio che sta in mezzo a te, è un Dio geloso (Dt6,14-15 e Os 2).
5) Ricordatidel giorno di sabato per santificarlo: il sabato è da santificare perchéogni opera dell’uomo viene riconsegnata a Dio che la benedice e la santifica eil riferimento torna alla creazione, il riposo è partecipazione al riposostesso di Dio.
6) Onora tuopadre e tua madre perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signoretuo Dio ti da: nella tradizione ebraica il comandamento di onorare il padre e la madre fa parte, assieme ai primi tre, dei precetti che riguardano irapporti con Dio: il padre e la madre sono strumenti di Dio e suoi collaboratorinell’opera creatrice che egli compie continuamente nel tempo.
7) Nonucciderai…non ruberai…non desidererai…: ogni peccato deriva dal desideriodi avere di più o di diverso rispetto a quello che è stato dato. Questo generaviolenza. La sapienza d’Israele fa gioire di ciò che il Signore concede perimparare a godere di ciò di cui Lui si rallegra e a servire e temere solo Lui (Bar3,14 ss).

Corinzi 1,22-25
1) Mentre i Giudei chiedono segni e i Grecicercano sapienza: chiedere dei segni e dei miracoli è la condizione che sipone a Gesù per credere, mentre il percorso dei Greci è nell’ arrivare a Diocon le proprie forze e la propria sapienza. Paolo risponde a questi due modi difare e di essere, mettendo al centro la croce di Gesù. Questa generazionemalvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, tranne il segnodel profeta Giona (Mt12,39) e il segno di Giona è che rimase tre giorni etre notti nel ventre del pesce, come Gesù che è rimasto tre giorni e tre nottinel ventre della terra. La richiesta di segni arriva fino al momento dellamorte di Gesù: Il Cristo il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamoe crediamo (Mc 15,32).
2) noi invece annunciamo Cristo crocifisso:il sacrificio della croce diventa la vera e nuova sapienza: la salvezza degliuomini! Dio si è mosso nella piccolezza e nel nascondimento agli occhi delmondo, nascondendo i segni tra le pieghe della storia e della sofferenza, senzaclamori o squilli di tromba: …questo per voi il segno: troverete un bambinoavvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia (Lc 2,12), e caricando disapienza divina ciò che era ritenuto stolto e debole. Tutto questo era benchiaro nel cuore della Vergine Maria, la quale contemplava la storia dell’uomogià con gli occhi della Pasqua: ha disperso i superbi nei pensieri del lorocuore, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmatodi beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote, ha soccorso Israele,suo servo (Lc 1,51ss). Paolo parla di unmessia debole e sconfitto. La predicazione della croce è il contrario di quelloche gli uomini si attendono.
3) Ciò che è stoltezza di Dio è più sapientedegli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini: i sapienti e gli intelligentisecondo la carne fanno un’incredibile fatica a conoscere la salvezza di Dio. Tirendo lode, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose aisapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli (Mt11,25). Cristocrocifisso è debolissimo per cui anche il cristiano, che vive il Vangelo, èdebolissimo. La partecipazione all’umiliazione della croce, diventare stoltiper amore di Cristo, è una strada però che alla fine si rivela stracolma difecondità, di potenza e di sapienza di Dio. Chi brama raggiungere il verticedella povertà, deve rinunciare non solo alla prudenza mondana,ma anche, incerto qual modo,al privilegio dell’istruzione, affinché, espropriato di questopossesso, possa entrare nella potenza del Signore e offrirsi, nudo, nellebraccia del crocifisso. In nessun modo, infatti, rinuncia perfettamente al mondocolui che conserva nell’intimo del cuore lo scrigno dell’amor proprio(Leggenda Maggiore di san Francesco). Ogni sapienza umana, in Gesù, è allora unatto di amore e di offerta per tutti gli uomini.

SPIGOLATURE ANTROPOLOGICHE

Paolo oggi ci ricorda che per le grandi tradizionireligiose due sono le vie della loro manifestazione e della loro potenza: i“miracoli” come potere di governare, di correggere e di condizionare la naturae la storia, e la sublimità sapienziale come affermazione e come dominiointellettuale e spirituale. Così viene concepita la potenza di Dio. Così vieneevidenziata la “necessità” dell’esistenza di Dio, e l’obbligatorietà ariconoscerlo, a temerlo e ad onorarlo da parte dell’uomo.
La fede ebraico-cristiana conosce Dio dentro alla storia,a partire dalla storia del popolo della Prima Alleanza. Conosce Dio comeliberatore e salvatore, a partire dalla fragilità e dalla ferita dellacondizione umana. E conosce quindi la grandezza e la potenza di Dio come aiutonecessario per la vita del popolo e di ogni persona in esso. Perché Dio compiatali imprese prodigiose per il suo popolo, il popolo stesso non lo sa. E Dio,da parte sua, gli rivela che quello che lo muove è l’amore per questo piccolopopolo e il suo desiderio di stabilire con esso una comunione radicale eprofonda. Dio vuole camminare con il suo popolo. Per questo gli dona la suaParola: perché il popolo conosca la via di Dio, e così si sottragga da tutte lereligioni degli idoli e viva in comunione con il suo Signore. La Legge è ilgrande statuto di questa comunione. I primi tre comandamenti della Legge diMosè, o i primi quattro, come suggerisce il nostro commento, descritti conmolta ampiezza a differenza degli altri, sono la descrizione della fisionomiaprofonda della fede d’Israele e il cuore della sua storia: il rapportoesclusivo e geloso, possiamo dire “nuziale” con Dio; la lode e l’onore resi aDio non con le modalità tipiche delle “religioni”, ma con la fedeltà profondadi una vita che di Dio sia l’immagine e l’epifania; e tutta l’esistenza comegrande “festa” di questa comunione, dove la “liturgia” di tale comunionecelebrata in sua memoria e in suo onore sia sostanza della vita del credente edi tutto il popolo.
Questa grande strada dell’amore di Dio per il suo popoloha la sua pienezza in Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio, Dio in mezzo a noi. IlCristo del Signore. E questo Cristo, questo Eletto e Prediletto, crocifisso! LaCroce come evento supremo dell’amore di Dio che si è manifestato nella Paroladella Legge e ora è presente tra noi e in noi nella Persona e nell’opera diGesù. E compiutamente nella sua Pasqua di morte e di risurrezione. È finito iltempo prezioso della profezia e della preparazione. È finito il tempo della Legge.È finito il tempo dei sacrifici prescritti dalla Legge. È finito il tempo deltempio. In Gesù l’amore di Dio che ha generato e accompagnato tutta la storiadi Israele si rivela e si comunica nella sua totalità e nella sua universalità:non gli antichi sacrifici offerti dal popolo nel tempio, ma il nuovosacrificio. Il sacrificio di Dio che offre la sua vita per comunicarla. Percomunicarla non solo al popolo della Prima Alleanza, ma, in questa nuova edeterna Alleanza, per donare la vita divina, la vita dei figli di Dio, a tuttal’umanità.

www.famigliedellavisitazione.it

Nessun commento:

Posta un commento