DON ANTONIO

mercoledì 21 marzo 2012

Don Francesco di Salles Polline, certosino. CRISTIANESIMO VISSUTO



Chi è colui che ama la vita e desidera vedere giorni felici? Venite, o figliuoli, ascoltatemi, v'insegnerò a temere il Signore '; v'insegnerò che cosa significa vivere. Lo sapete cosa significa? Vivere non vuol dire consumare tutte le proprie energie nel mangiare e nel bere, verso ciò che lo attrae, espandere il cuore o svagare l'anima nelle bellezze esteriori. Questo non è altro che ciò che comunemente si dice « trascinare la propria esistenza ». E dove? Al macello ed alla fogna.
Questo significa sprecare la propria intelligenza, prostituire il cuore, vendere l'anima, smerciare la propria vita al minuto. Che rimane d'un'esistenza vissuta in questo modo? Il vuoto e il disgusto, la sterilità e l'infamia, il rimorso e il castigo.
Tu sei cristiano, vedi la vita aprirsi davanti a te, la senti fremere in te. Che abbondanza di linfa vitale! Vuoi lasciarla scorrere inutilmente? Se sapessi quali tesori di vita ha posto in te Chi ti ha creato! O cuore cristiano, così pieno di vita, giura adunque di non sprecarne nulla, giura di utilizzarla fino all'ultima goccia. Ah! s'io potessi indurti a far questo giuramento, ed insegnarti ad osservarlo! Giurare di « vivere », poi mantenere questo giuramento!

Ma qui non mi rivolgo se non agli uomini che sentono e comprendono, a quelli che hanno bisogno di grandi cose, a quelli che sono decisi a vivere in Pieno una vita seria. Quelli che per Dio vogliono essere qualche cosa; quelli che sentono il prepotente bisogno d'esser totalmente di Dio, di vivere interamente per Dio, morire per Dio senza esitazione, ecco quelli - gli unici - a cui faccio appello, perché solo essi sono capaci di comprendermi. Se tu non sei di quelli, chiudi il libro, quest'appello non fa per te.
Qui non ci devono essere mezze misure, uomini mediocri, cristiani per metà: o tutto o niente. Un principio assoluto, conclusioni rigorose, conseguenze estreme, e si accetta tutto senza batter ciglio, e si eseguisce colla freddezza della ragione e l'ardore della fede. Non calcoli interessati, bando ai vili pretesti ed alle paurose distinzioni: principii, principii!... il cristianesimo integrale, nell'assoluta pienezza della sua verità.

O cuore, che Dio fece tanto grande, tu non sei fatto per vegetare nelle mezze misure, e per rasentare la terra co' tuoi meschini espedienti. Non senti d'aver bisogno d'aria libera, di piena luce e di cibi sostanziosi? Come potresti adattarti a vivere meschinamente ed a morir come un essere inutile? Vieni qua ed impara i segreti della vita, della vita in tutta la sua pienezza e nella sua incomparabile verità.
Lascia ch'io ti dica: Sii un uomo. Intendi bene: Sii uomo; è pur una gran cosa esser uomo! E sii uno: non sarai mai uomo, se non sei uno. Ed è questo ch'io voglio mostrarti.

Lascia ch'io ti dica: Sii un cristiano. Sii cristiano; il cristiano è la più perfetta delle opere di Dio. E sii uno: camminando per la tua unica via verso la tua unica mèta, senza deviare né a destra né a sinistra.
UN CRISTIANO! ... sei risoluto ad esserlo?... ad esserlo totalmente? ... ad esserlo unicamente?... Vieni, io ti dirò che cosa significa essere cristiano e come lo si diventa.
Ma, ripeto, sii deciso di finirla con le mezze misure e coi compromessi, colla mescolanza delle massime e cogli accomodamenti di principii. Se continui a credere che si possono fare degli accomodamenti col cielo, che i diritti di Dio non sono così esigenti, che nelle parole del
Vangelo e della Chiesa qualcuna la si può prendere e qualche altra lasciare; se credi che la fede non sia altro che un armadio, in cui sono racchiusi alcuni ingredienti destinati a tranquillar la coscienza, e ch'essa non deve entrare nei particolari della vita pratica; se non vuoi prendere la fede nella sua verità e il Vangelo nella sua nudità, se non sei disposto ad esser cristiano dovunque, a non esser se non cristiano, integrale ed assoluto, senza calcoli interessati, no, tu non capirai affatto questo linguaggio. Lascialo.

Troverai qui idee e modi di pensare diametralmente opposti a quelli che si trovano nel mondo, in cui i principii si accomodano in tutte le salse, si contornano, si piegano, sì sminuzzano secondo i gusti di ognuno. E poi ci si mostra intransigenti su certi usi convenzionali e per meschini particolari di convenienza. Qui invece i principii sono tutto, e i particolari sono ben poca cosa; si è intransigenti nelle verità fondamentali, ed estremamente larghi nelle questioni di mezzi e di pratiche. Si diventa schiavi della verità e padroni delle inezie. Oggi il mondo mutila la verità come più gli piace, e divento schiavo della futilità. Ah! se tu hai il coraggio di guardare in faccia la vita cristiana, e la fortuna di comprenderla nella sua vera essenza, vedrai da qual parte si trovano la vera grandezza e la libertà d'anima, la vita e la felicità.
Credimi, in questo libro c'è più sostanza di quello che potresti digerire in una lettura corrente. Leggilo attentamente e a più riprese. Ti dico che le parole nascondono più cose che non ne esprimano, le frasi racchiudono più conclusioni che non ne enuncino. Ho voluto darti una chiave; se mi dai retta, questa chiave ti aprirò molti orizzonti e molti libri, orizzonti e libri serii; ti chiuderà altresì molti orizzonti e libri falsi. Ai giorni nostri è questo un doppio vantaggio assai prezioso; tuttavia non l'apprezzerai veramente, se non nella misura in cui saprai servirti della chiave ch'io ti metto nelle mani. Quanto più la maneggerai, tanto maggiori cose ti accorgerai ch'essa apre e chiude. T'auguro di sapertene servire, e ti domando di pregare un po' per me, quando sentirai che ti ho reso qualche servizio.

Parte I La fede in Dio.
"Credi tu in Dio?" - "Che domanda! " mi dirai.
Sì, certamente.... che domanda! e che gran domanda! E la ripeto: "Credi tu in Dio? " - "Sì", mi dici tu. - "Forse, ti dirò io". - "Come, forse?"
Orsù, credi a me, ci sono due cose a cui bisogna essere assolutamente risoluti:
1° Non accontentarsi mai di parole;
2° Non mentire mai a se stesso.
Tu non potresti credere quanto noi viviamo nella vanità delle parole, e nella menzogna dei nostri interessi. Se sei deciso a non accontentarti mai della superficie d’una parola senza penetrare nel fondo della cosa, e a non lasciarti mai lusingare da un interesse qualunque, e a mandar giù ad ogni costo la verità, nella sua severa pienezza, nonostante le ripugnanze e le impossibilità, allora puoi comprendermi.
Dunque: "Credi in Dio?" - "Sì, certo, e l’amo".
"Credi che esista?" - "Sì, e darei la mia vita per affermare la sua di fronte ai miscredenti".
"Credi che egli tutto ha creato?" - "Sì, e adoro la sua potenza, ammiro la sua sapienza, e benedico la sua bontà".
"Credi che è stato lui a creare anche te?" - "Sì, e il mio più grande desiderio è di attestargliene la mia riconoscenza".
"Ma se t’ha creato, perché lo ha fatto?" - "Certamente per lui e per lui solo. Io so ch’essendo l’infinito, al di sopra di tutto, egli non può agire che per se stesso. Non potrebbe essere un operaio al servizio di qualcun altro".
- "Credi dunque che sei fatto tutto per Dio?" - "Sì, tutto; è lui il mio unico fine, e sarà anche il mio eterno riposo. Con viva gioia a lui rivolgo le parole di Sant’Agostino: Ci hai fatto per te, o Dio, e il nostro cuore sarà instabile finché non riposerà in te. Questo io lo credo, ed amo quanto credo e di questo intendo vivere".
Bene! tu
credi in Dio, hai i germi della fede, ed è un gran tesoro. Adesso bisogna che tu venga a capo della tua fede. Avendo il principio, dovrai trarne le conclusioni. È necessario che tu mostri nelle opere la tua fede, perché sai che la fede senza le opere è morta. Coi germi della fede tu hai anche il desiderio sincero di vivere di essa. Senti il bisogno e sei fermo nella tua risoluzione d’esser un cristiano puro sangue: Dio sia benedetto! Adesso io desidero mettere il tuo sapere all’altezza del tuo volere. Poiché la buona volontà, che non è illuminata, corre rischio di sbagliare strada, e questa disgrazia è abbastanza comune.
Tu sei fatto per Dio, cioè, per la sua gloria; tu lo devi glorificare: ecco lo scopo della tua vita. Il perché della tua venuta in questo mondo, del tuo soggiorno quaggiù, della tua partenza e della tua eternità, consiste essenzialmente in queste parole. La vita è moto; essa s’agita, s’affanna, avanza, per giungere dove? Alla gloria di Dio; e se non giunge là, va a finire nella morte. Le azioni della vita sono molteplici quanto mai, ma il suo fine è uno: e se le azioni così molteplici non sono dirette a quell’unico fine, la vita si vuota.

II. La gloria di Dio.
Tu sei fatto per Dio: se t’ha dato la vita, è per lui che te l’ha data. Perciò tutta la tua vita deve essere indirizzata a lui e alla sua gloria. Egli avrebbe potuto non crearti, ma creandoti, non poteva assegnarti altro scopo essenziale. Dico "essenziale". Tu sai cosa significa questa parola nel suo senso filosofico. L’essenza delle cose è quello che negli esseri e nei rapporti è d’una tale necessità, che senza di esso non potrebbe darsi alcun essere.
La gloria di Dio è nell’essenza delle cose: cioè, il glorificarlo è cosa talmente necessaria agli esseri creati da Dio, che senza di ciò nessun essere esisterebbe. Non è essenziale che tu sia, ma dal momento che sei, è essenziale che tu sia per Dio.Temi Dio ed osserva i suoi comandamenti, poiché questo è tutto l’uomo, dice lo Spirito Santo. Il quale non dice soltanto: è il tutto dell’uomo; ma dice più energicamente: è tutto l’uomo, tutta la sua ragion d’essere, tutta la sua dignità, tutta la sua grandezza, tutta la sua vita.
Neppure Dio avrebbe mai potuto assegnarti un altro fine essenziale. Che grande felicità glorificare Dio in questo mondo e nell’eternità!
I Santi in cielo sono intenti unicamente a cantare le lodi di Dio e questa deve esser altresì la tua unica occupazione nella vita presente, poiché tu non sei in questa vita transitoria, se non per imparare quello che devi fare eternamente. Sublime destino, del quale io ti farò conoscere un po’ meglio la grandezza.

III. La felicità dell’uomo.
Dio ti ha creato per sé, e ti ha creato anche per te. - E come? - In modo ch’egli vuole che tu sia felice in lui. Anche la felicità entra nella tua destinazione. Tu lo senti quanto hai bisogno di felicità. Questo bisogno chi l’ha messo in te? - Colui che ti ha creato, infondendo in tutte le parti del tuo essere un’irresistibile sete di felicità. Queste sono tre manifestazioni d’un amore che Dio non era assolutamente tenuto a darti.
Anzitutto ti ha creato, senza esservi obbligato.
Poi ti ha creato per la felicità, ed anche creandoti, non era obbligato a crearti così. Guarda un po’ se gli esseri al disotto di te, sono come te fatti per una felicità eterna.
In terzo luogo, ti ha creato per una felicità soprannaturale; ed anche creandoti per la felicità, non era obbligato a chiamarti ad una felicità infinitamente al disopra della tua natura.
Ecco dunque il triplice amore di Dio, che per amore ti ha creato: ti ha creato.
Ti creò, ed ecco il suo primo atto d’amore; t’ha creato per la felicità, ed ecco il suo secondo atto d’amore; t’ha creato per una felicità incomprensibile, infinita, soprannaturale, ed ecco il suo terzo atto d’amore.
T’ha amato abbastanza?
E tu, sarai fedele al principio da cui derivi? oppure mentirai ai tuoi destini?
Tu sei grande nelle idee di Dio: sarai piccino nelle tue? Dio ti fece grande; perché ti destinò a due grandi cose: la sua gloria, bene infinito; la tua felicità, bene infinito. Vorrai tu, dimenticandoti della tua grandezza, prostituire la tua vita a qualche bassezza? No assolutamente. Quando si hanno due infiniti davanti a sé, com’è possibile perdere il proprio tempo? Puoi glorificare Dio senza limiti, puoi essere infinitamente felice: la tua vita può e deve svolgersi nell’infinito; e tu sarai tanto fiacco da chiuderti in un’inezia?
La felicità! sai che cosa è?

Dio ti diede delle facoltà, che hanno delle attitudini e dei bisogni. Fintanto che il bisogno non è soddisfatto dalla presenza dell’oggetto che risponde alla tua inclinazione e alla tua facoltà, tu senti in te qualcosa d’incompleto; provi un vuoto ed un malessere, ti manca qualche cosa; e questa mancanza che senti, cagiona la sofferenza. Quando al contrario le tue facoltà, servendosi delle loro naturali inclinazioni, trovano l’oggetto che loro conviene, gli si uniscono, e quest’oggetto le riempie e le soddisfa; e questa pienezza per l’appunto è la felicità. Perciò la felicità è il riposo delle tue facoltà nell’oggetto che le soddisfa e le riempie. Tu sei fatto per essere riempito e contentato, e il tuo incoercibile bisogno di felicità te lo dice in un modo molto evidente. È la pienezza che ti occorre, la pienezza della vita. Non sarai mai contento, se non vivi che d’una vita solo per metà cristiana.
Quanti malesseri indefinibili, nei quali languiscono anime senza numero, per questa sola ragione che vivono nella mediocrità, e Dio non vuole che le mezze misure possano soddisfare le loro aspirazioni! La pienezza! la pienezza della vita!... tu sei fatto per la pienezza della vita cristiana. Ma che cosa è dunque la
vita cristiana?
Prima di domandarti che cosa è la vita cristiana, non sarebbe bene domandarti anzitutto che cosa è la vita? Questa parola ha un senso che è un bene non ignorare.


IV. La vita
Che cosa è la vita? Ecco una di quelle domande imbarazzanti, dinanzi alla quale si resta molto sorpresi di non saper rispondere, quantunque si sappia benissimo che cos’è e sembri tanto chiara. Tu sai e senti d’avere la vita; ma dire esattamente in che cosa essa consista non lo sai più così bene. Cercherò di dirtelo io.
La vita è lo svolgimento d’un principio vitale. Vedi la pianta: in un piccolo seme è contenuto un principio misterioso, creato da Colui che è vivente nei secoli dei secoli e che è l’autore della vita. Questo principio misterioso, seguendo leggi affatto misteriose alla loro volta, fissate altresì da Dio, produce lo sviluppo della pianta, col suo fusto, rami, foglie, fiori e frutti. Lo sviluppo è appunto la vita della pianta: lo sviluppo, cominciato dal seme, elaborato dal principio interno, secondo le leggi che gli sono proprie.
In questa vita della pianta tu vedi quattro cose: anzitutto un principio vitale interno, poi un seme in cui questo principio è contenuto, poi delle leggi ch’esso segue, e finalmente ciò che produce. La stessa cosa si verifica in ogni vita. Nella vita dell’animale, come in quella dell’uomo, trovi questi quattro elementi: il principio, il seme, le leggi, gli sviluppi. Un essere vivente è dunque un organismo che, cominciando da un seme, si sviluppa secondo leggi proprie, e in virtù d’un principio vitale interno.
Capisci benissimo che è appunto il principio vitale interno l’essenziale della vita. È esso che è contenuto nel seme, che segue le sue leggi proprie, che procura lo sviluppo della vita. Nulla è vivente, se non quello che si sviluppa regolarmente secondo le leggi d’un principio vitale. È questo principio che costituisce la vita, perché procura lo sviluppo dell’essere vivo. Cosicché si può dire con verità che la vita è, lo sviluppo d’un principio vitale.

Per produrre la vita, il principio ha bisogno di seguire le sue leggi. Ogni vita ha le sue leggi. Così tu vedi che un giglio non rassomiglia ad una rosa, né un gatto ad un gallo. Perché? In ciascuno di questi esseri il principio vitale ha certe leggi di sviluppo differenti. Ma tu vedi altresì che un giglio rassomiglia sempre ad un giglio, e un gatto rassomiglia ad un gatto. Perché? Perché il principio vitale ha leggi fisse; non esce dalle sue leggi, e se ne esce, muore, e non c’è vita. Così è dunque necessario alla vita che le leggi del suo sviluppo siano rispettate, e bisogna impedire che esse vengano violate. Rispettare le leggi del suo sviluppo è la prima necessità della vita.

Ma ce n’è anche un’altra. Ordinariamente lo sviluppo della vita è sottomesso a condizioni esterne. Guarda la pianta, l’animale; per svilupparsi la pianta ha bisogno d’un clima e d’un suolo adatto, le occorrono spesso le sollecitudini d’una coltura assidua, affinché la vita possa alimentarsi in buone condizioni. L’animale alla sua volta ha le medesime necessità d’alimentazione e d’ambiente. Se tali condizioni fanno difetto, la vita se ne va. Bisogna dunque assicurare alla vita gli elementi esterni del suo sviluppo, ed è la seconda condizione della vita.
Ti prego di non aver paura di questi princìpii filosofici; se mai te li farai spiegare; io voglio che la tua fede sia solida, e per esser solida, è necessario che sia fondata, e non può esser fondata se non su dei princìpii.

V. La scienza della vita.
Per proteggere e preservare la vita, che è la sua prima necessità, e per darle il suo vero ambiente, che è la sua seconda necessità, bisogna conoscerla. Com’è possibile curare ciò che non si conosce? Guarda il giardiniere: quanto s’affatica egli per ottenere dei bei prodotti! Con la teoria studia, e con la pratica osserva la sua pianta, le leggi che segue nella sua crescenza, il suolo che richiede, le cure che esige. Così acquista la scienza di giardiniere. Una volta in possesso di questa scienza, egli è in grado di proteggere e favorire la vita della sua pianta. Ma chi non sa, cosa potrà fare? Guasterà e rovinerà ogni cosa. Prova a coltivare una pianta che non conosci, e vedrai che la prima necessità per te sarà d’imparare. osservare, tentare, con gran rischio di rovinare, con esperimenti sbagliati, la tua pianta.
Così per coltivare una pianta bisogna sapere. In altre parole: la scienza della vita è necessaria alla vita.
La scienza della vita è la cognizione delle leggi di sviluppo e delle necessità dell’ambiente: sapere come si sviluppa e sapere che ambiente richiede. sapere come si sviluppa, a fine di preservare il movimento vitale dagli errori, dalle lesioni, dalle deviazioni, dalle compressioni: tutte cose che, contrastando la vita, finiscono con ucciderla. Sapere quale ambiente richiede, al fine di fornirle gli elementi e gli alimenti utili e di preservarla dagli avvelenamenti.

Ogni vita richiede siffatta scienza: la vita della pianta che vuoi coltivare. quella dell’animale che vuoi allevare, la tua stessa vita che devi sviluppare. Per vivere, bisogna saper vivere. Ebbene, tu che hai la nobile ambizione di voler vivere cristianamente, tu che ad ogni costo sei risoluto di sviluppare in te la più incomparabile delle vite. comprendi in quale necessità ti trovi di sapere già prima che cosa è la vita cristiana? Comprendi che il tuo bisogno più urgente è l’avere la scienza della vita cristiana?
Quale scienza quella della vita cristiana! Ogni scienza è bella; ma quella della vita le supera tutte. E siccome la vita cristiana sorpassa ogni altra vita, la scienza della vita cristiana è la più grande delle scienze. Che t’importano tutte le altre senza questa? e che può mancare a chi la possiede? Saper vivere cristianamente: ecco quella scienza di cui ti voglio qui insegnare i fondamenti. Studiamo dunque insieme le condizioni della tua vita, a fine di formarne secondo i tuoi desideri una vita interamente e veramente cristiana



http://www.cristianicattolici.net/cristianesimo_vissuto.html

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