DON ANTONIO

sabato 24 marzo 2012

Foglietto 25 marzo 2012 (Famiglie Visitazione)



Posted: 23 Mar 2012 10:31 AM PDT

Giovanni 12,20-33

1) Tra quelli che erano saliti per il culto [lett: per adorare] durante la festa c’erano anche alcuni Greci: il termine Greci staa indicare dei pagani, non circoncisi, ma attirati dalla fede di Israele.Quindi erano lì per adorare, ma non potevano partecipare pienamente al culto.

2) Vogliamo vedere Gesù:il brano di questa domenica fa parte del racconto dell’ultima pasqua di Gesù esegue immediatamente l’ingresso messianico in Gerusalemme.
La richiesta diavvicinarsi al Signore come primo passo della fede di quei pagani èinterpretato da Gesù come segno che la sua ora è arrivata.

3) Filippo andò a dirlo ad Andrea: idue discepoli portano un nome greco. Gv 1,44 conferma quanto detto al v 21 conuna informazione in più: Filippo era diBetsaida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo e Andrea, abitanti dellacittà di confine in Galilea, sono immagine della chiesa, strumento al serviziodella salvezza operata da Gesù.

4) È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato: Gesù inizia il suo discorso stabilendo un legame tral’ora e la glorificazione, dove l’ora significa la sua pasqua, il suosacrificio. Sia glorificato è verboal passivo, l’autore della glorificazione è il Padre.

5) Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimanesolo; se invece muore, produce molto frutto: Gesùspiega la frase precedente attraverso questa immagine. La glorificazioneconsiste nel portare molto frutto, mail chicco di grano deve cadere a terra e morire per dare il frutto abbondante.

6) Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propriavita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna: Gesù estende il concetto morire=dare frutto a chi loascolta. Anche negli altri vangeli troviamo frasi molto simili: …se qualcuno vuol venire dietro a me,rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare lapropria vita, la perderà… (Mc 8,34-35). Qui l’esortazione va oltre ilmomento dell’adesione iniziale dei discepoli: la Pasqua diventerà un principiovalido per la vita di ogni giorno e per la vita di tutti gli uomini.

7) Adesso l’anima mia è turbata: il vangelo di Gv non ha il racconto dell’agonia delGetsemani e questo versetto la richiama. Le parole finali però (proprio per questo sono giunto a quest’ora) esprimono un senso diverso. L’ora (v23) è già arrivata, Gesù chiede al Padre non di risparmiarlo dalla morte, ma disostenerlo, di farlo uscire salvo verso la glorificazione. Dunque, anche nellaprospettiva “divina” del messia che nella sua regalità si consegna alla morte,la morte provoca un turbamento profondo.

8) L’ho glorificato e lo glorificherò ancora: la voce del Padre, come un sigillo, conferma il discorsodi Gesù. La vita pubblica di Gesù è stata glorificata dal Padre. Tutto avràcompimento nella glorificazione finale ormai imminente.

9) E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me: ecco il grande frutto portato dal chicco di grano chemuore, la salvezza di tutti gli uomini.



Geremia 31,31-34

1) Ecco verranno giorni... nei quali con lacasa d’Israele e di Giuda concluderò un’alleanza nuova: questo testo è unvertice dell’annunzio profetico di Geremia e di tutto l’antico testamento. Soloqui, infatti, nell’antico testamento si trova l’espressione: alleanza nuova. Poichél’alleanza che Dio stabilisce con il suo popolo è il fondamento da cuiscaturisce tutta la Legge e la fede d’Israele, innovare l’alleanza non è unasemplice evoluzione del passato, ma indica l’avvento di una economiaradicalmente nuova nel rapporto fra Dio e l’umanità. Questa alleanza nuova, chericostituisce l’unità del popolo di Dio, prima diviso nei due regni d’Israele edi Giuda, ha il suo compimento nell’annuncio del vangelo, per cui anche ladivisione fra Israele e le genti viene superata, come il testo evangelico diquesta domenica ci fa vedere.

2) Non sarà come l’alleanza che ho conclusocon i vostri padri, quando li presi (ebraico: li afferrai) per mano perfarli uscire dalla terra d’Egitto, patto che essi hanno infranto, benché fossiil loro Signore (ebraico: e io fuipadrone fra di loro; greco dei LXX: eio non mi presi cura di loro): ogni patto che Dio stabilisce con l’umanitàscaturisce da un Suo previo atto di salvezza. L’alleanza mosaica è fondatasulla liberazione dalla schiavitù del popolo in Egitto, compiuta da Dio conbraccio forte. Tuttavia proprio la potenza dell’azione liberatrice di Dio dallaschiavitù egiziana costituisce anche il limite del patto mosaico originato daquesta azione, in quanto qui Dio agisce attraverso grandi segni, con la forzadi un padrone (testo ebraico), cioè con una energia che si impone dall’esterno (Dioafferra il suo popolo), ma che si dimostra poi insufficiente di fronte allanecessità, da parte di Dio, di prendersi cura di un popolo infedeleall’alleanza.

3) Questa sarà l’alleanza che concluderò con lacasa d’Israele..: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore:la straordinaria potenza del nuovo patto di cui qui si parla, per cui loSpirito di Dio agisce all’interno del cuore dell’uomo, dipende dall’eccessod’amore che Dio rivolge verso l’uomo peccatore: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perchéchiunque in lui non vada perduto (Gv 3).E dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: Questo calice è lanuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi (Lc 22,20). La speranza... non delude, perché l’amore diDio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci èstato dato. Infatti quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristomorì per gli empi... Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che,mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per noi.(Rm 5,6-8).

4) Non dovranno più istruirsi l’un l’altrodicendo: Conoscete il Signore, perchè tutti mi conosceranno dal più piccolo alpiù grande..., poiché io perdonerò la loro iniquità: la conoscenza di Dioche la nuova alleanza stabilisce è la conoscenza della Sua misericordia, chegratuitamente Egli riversa sui piccoli, i poveri ed i peccatori. È dunque unaconoscenza data a tutti in quanto tutti hanno bisogno della sua misericordia. Quanto a voi l’unzione che avete ricevuto daLui rimane in voi e non avete bisogno che qualcuno vi istruisca (1Gv 2,27). In questo abbiamo conosciuto l’amore, nelfatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare lavita per i fratelli… In questo conosceremo che siamo nella verità e davanti alui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri (1Gv 3,16-20).



Ebrei 5,7-9

1) Nei giorni della sua vita terrena (neigiorni della sua carne): il capitolo inizia ricordando che ogni sommosacerdote, scelto tra gli uomini, viene costituito per il bene degli uominidavanti a Dio. Egli offre doni e sacrifici a Dio per il perdono dei peccati.Essendo un uomo e quindi rivestito di debolezza, chiede a Dio di avere misericordiaper le debolezze di tutti. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare inmezzo a noi. (Gv 1,14).

2) Egli offrì preghiere e suppliche, con fortigrida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandonoa lui, venne esaudito: l’ora della passione che si avvicina, è il momentonel quali Gesù combatte, come ogni uomo, sentendo vicino il dolore. Padre,se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma latua volontà (Lc 22,42).

3) Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza daciò che patì: come tutti gli uomini Gesù ha obbedito alle leggi del mondo edella natura, accettando la croce quotidiana fino alla morte. Prendete ilmio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore (Mt11,29). Gesù, pur essendo Figlio di Dio, non è esente dalle sofferenze comuni atutti gli uomini. Pur essendo di natura divina, non considerò un tesorogeloso la sua uguaglianza con Dio, ma (…) umiliò se stesso, facendosiobbediente fino alla morte.(Fil 2,6ss.)

4) E, reso perfetto, divenne causa di salvezzaeterna per tutti coloro che gli obbediscono: reso perfetto è la stessaparola di Gesù morente (tutto è compiuto, in lat. Consummatumest) e dopo avere ricevuto l’aceto, Gesù disse: Tutto è compiuto. Echinato il capo, spirò (Gv19,30).La perfezione è la Croce: il momento dell’amore di Gesù per tuttal’umanità. Facciamo questo in memoria di Lui.



SPIGOLATURE ANTROPOLOGICHE



Le domeniche di Quaresima sono state una lunga pedagogiaverso la Pasqua. In esse abbiamo potuto progressivamente entrare nel grandeprogetto che secondo la tradizione ebraico-cristiana è il fine e la fine ditutta la storia: la pienezza della comunione. Si giunge così alla totale“rinuncia” alla religione, dove Dio è l’irraggiungibile che deve essereraggiunto. Inevitabilmente questo stabilisce differenze sostanziali tra chipossiede doti e risorse e chi è prigioniero di limiti e di povertà. Lereligioni sono sempre “elitarie”. La fede ebraico-cristiana pone l’alternativaradicale di un Dio che non è irraggiungibile perché dona all’uomo quello chel’uomo non ha. È il grande annuncio della profezia di Geremia che prevede lacomunione tra Dio e tutto il suo popolo per il dono che Egli farà: la suaParola non più come legge esterna, ma come scritta nel cuore dell’uomo. Allora,dal più piccolo al più grande, tutti saranno in comunione piena con Dio.

Ma questo è cammino per tutta l’umanità, efficacementerappresentata da quegli “alcuni greci” che vogliono “vedere Gesù”. In questianni mi sono sempre più convinto che questo “voler vedere Gesù” deve essereinteso come l’aspirazione di pienezza di verità, di pace, di luce, di gioia edi vita che è tensione condivisa di ogni essere umano. E qui allora si apre lavertiginosa prospettiva che Gesù annuncia nella memoria evangelica di questadomenica: la necessità che Dio abbandoni la sua solitudine e precipiti fino aciò che veramente accomuna tutto il genere umano, e cioè la sua sorte mortale.Quel chicco di grano che se non muore rimane solo dice efficacemente la solitudinedegli dei delle filosofie e delle religioni, e con essi la solitudinedell’uomo. La “gloria” di Dio sta tutta nel suo condividere l’umanità fino allamorte. Con questo Egli compie il passo supremo verso una comunione che non èpiù conquista elitaria di pochi, ma dono fatto a tutti.

La Parola deve quindi giocare tra la sublime potenzadell’amore di Dio e il dramma della sua “sconfitta”. La sua impresa non hasconti. Le “forti grida e lacrime” del Getsemani che Gesù offre come “preghieree suppliche” di infinita potenza, trovano conferma nella sua Parola aidiscepoli: “Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami daquest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora!”. Rivelazionemirabile del disegno divino. Ma la “regola” di Dio diventa la regola nuova, la“nuova alleanza” profetizzata da Geremia per tutta l’umanità. Contro la duraregola della supremazia del vincitore che ha ucciso il nemico – ma è Caino cheuccide il suo fratello! – ecco il regime nuovo dell’amore sino alla fine, ilsenso nuovo della vita umana: il dono di sé come principio e forza di unacomunione senza limiti e senza esclusioni. La gloria di Dio diventa così lagloria di tutta l’umanità. Un’umanità nuova in una nuova alleanza d’amore cheunisce gli uomini a Dio e li unisce tra loro. E la Parola di Gesù si concludecon l’affermazione suprema, con una dichiarazione senza limiti, senza se esenza ma: “E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”.


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