DON ANTONIO

venerdì 4 novembre 2011

Omelia domenica XXXIII anno B

Oggi la Parola di Dio ci parla di speranza, come tutte queste domeniche di novembre, domeniche che precedonoil Tempo di Avvento. Noi come cristiani viviamo nell’attesa del compimento del regno di Dio: regno di giustizia, di amore e di pace e tutta la vita è animata da questo speranza.
Una speranza preceduta e accompagnata dalla tribolazione ,dal dolore,dalla sofferenza, perché si abbia la veste bianca per entrare in una vita eterna con Dio, è necessario purificarla con la croce e la tribolazione, perché nasca la nuova vita ci deve essere il travaglio del parto, perché inizino i nuovi cieli e la nuova terra deve essere sconfitto l’anticristo, il male, ci deve essere il tempo dell’angoscia come abbiamo sentito nella prima lettura del profeta Daniele.

Oggi ad una profonda crisi di fede , si aggiunge in correlazione necessaria anche la crisi della speranza. L’uomo oggi non si attende nulla dal Cielo, dall’onnipotenza e provvidenza di Dio, si aspetta tutto dalla scienza, dalla su inventiva, dal progresso.
E allora parlare di fine del mondo, parlare di un tempo di angoscia, parlare di un tempo concesso al maligno e dominato dal demonio, cioè di quel tempo apocalittico del quale si parla nella Bibbia, sembra una favola di altri tempi, storielle e fantasticherie per l’uomo di oggi , uomo di scienza, che si ritiene quasi onnipotente, quasi onnisciente, quasi il padrone della storia.

Ma per imparare dalla parabola evangelica del fico ci vuole la fede, ci vuole lo Spirito Santo di Dio per interpretare i fatti,per comprendere la storia e il disegno di Dio nella storia, ci vuole quel discernimento per capire che la fine del sole e della luna e la caduta delle stelle e gli sconvolgimenti terrestri, terremoti, carestie ece. sono un linguaggio apocalittico per annunciare la fine del tempo presente e l’arrivo prossimo del Messia.

Quando Gesù parla delle fine del mondo o del suo ritorno finale sulla terra mette tutti in guardia, invita tutti alla vigilanza,invita a cogliere i segni dei tempi e a interpretarli, invita ad essere saggi, ad avere con sé l’olio della fede ,ad essere pronti e preparati. E importante avere con se sempre l’olio della fede che alimenta la nostra vita e ci tiene sempre spiritualmente pronti ad accogliere la venuta del Signore al termine della vita o del cosmo. E’ pericoloso credersi al sicuro, pensare di avere la salvezza garantita.
Gesù non annuncia mai le date. né la data della distruzione di Gerusalemme e del Tempio a meno di 40 anni dopo la sua morte e nemmeno indica la data della fine del mondo, come non ci è nota la fine della vita per ogni uomo. Sì il profeta Daniele parla delle 70 settimane, l’apocalisse parla dei mille anni, però le cifre nella Sacra Scrittura sono indicative soltanto, perché la storia del tempo presente quanto più si avvicina a alla fine e tanto più si interseca con la metastoria, con l’oltre il tempo e allora diventa più difficile cogliere i dettagli, come quando camminando su una strada ,ad un certo momento, si incontra la nebbia.
Gesù ci esorta a:

1.capire i segni dei tempi, cioè capire per dove sta andandola storia, a quale punto siamo della strada che ha una fine certa.
2.essere sempre vigilanti e pronti, essere sempre in grazia di Dio, essere sempre in pace con la coscienza e con Dio.

Vivere nella speranza è vivere da saggi, vivere nella speranza è vivere nella precarietà delle cose , nella provvisorietà del presente:”vegliate perché non sapete né il giorno né l’ora”. Queste parole ci possono incutere timore e paura quasi dovessimo attendere l’Avvento di un giudice cattivo,di un inquisitore malvagio,invece dello sposo, di un Padre, di un amico, di un fratello.
Il progresso scientifico,economico,materiale e un certo benessere hanno cercato di farci credere che non esiste vita migliore di questa, perché tutte le altre vite proposte sono solo ipotesi, utopie,o semplice immaginazione e che l’unico scopo del faticare è quello di garantirci un futuro ,hanno cercato e cercano di far addormentare le coscienze e di farci perdere l’olio della fede.

La,parola di Dio di questa domenica ci richiama sul vero senso del vivere, questa è la sapienza cristiana,riconosciamoci veri pellegrini e viandanti in questa terra, con il susseguirsi delle stagioni della vita, ecco una parola dell’apocalisse da meditare,” sii fedele sino alla morte e ti darò la corona della vita”.

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