DON ANTONIO

martedì 28 febbraio 2012

Foglietto 26 febbraio 2012 (Famiglie Visitazione)



Marco 1,12-15
1) In quel tempo (nel testo c’è: e subito) lo Spirito sospinse Gesù nel deserto: c’è continuità assoluta coni vv precedenti, che narrano il Battesimo del Signore. Dunque lo stesso Spiritoche discese su Gesù durante il Battesimo sospinse(lett: gettò fuori) Gesù nel deserto. Il verbo così decisoe quell’avverbio “sùbito” esprimono la forza irresistibile dellavolontà salvifica di Dio Padre che dopo l’investitura del Battesimo getta Gesùdentro le contraddizioni della vicenda umana.

2) Nel deserto rimase quaranta giorni, tentatoda Satana: nei paralleli di Mt e Lc la tentazione si manifestò alla fine,quando Gesù ebbe fame a seguito del digiuno. In Mc le tentazioni appaiono comecomponenti ordinarie della vita di quei quaranta giorni. Gesù assume in pieno nellasua carne il combattimento della vita di ogni uomo. Dice S. Agostino (Esposizione sui salmi, salmo 60): Cristo prese da te la sua carne, ma da sé latua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l'umiliazione, da sé latua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria. Ilnumero quaranta richiama i quarant’anni di Israele nel deserto. Dopo essere statotestimone di prodigi che Dio ha operato in Egitto, anche Israele venne spintonel deserto, tappa necessaria del suo cammino verso la terra promessa. Gli anninel deserto sono stati il tempo della prova, della caduta per tanti israeliti,ma anche il tempo della vicinanza di Dio, della comunione con lui.
3) Stava con le bestie selvatiche e gli angelilo servivano: tutto il quadro è di grande pace e di vicinanza a Dio.L’annotazione sulle bestie può essere interpretata non tanto come una vittoriasulle bestie malvagie, quanto come una riconciliazione con le creature di Dio.Il tutto sembra richiamare la predicazione profetica sui tempi messianici comeOs 2,16-20. Nel v 16 il profeta parla del deserto come luogo dell’incontro diDio con Israele: la condurrò nel desertoe parlerò al suo cuore e al v 20 si dice: In quel tempo farò per loro un’alleanza con gli animali selvatici e gliuccelli del cielo e i rettili del suolo; arco e spada e guerra eliminerò dalpaese, e li farò riposare tranquilli. La diaconia degli angeli è laconferma che il Signore, anche se insidiato dai demoni, ha conservato la suapace, ha sperimentato la consolazione divina.
4) Il tempo è compiuto e il regno di Dio èvicino: è dal deserto che parte la missione. La salvezza dell’uomo, iltempo nuovo, non verrà dalle potenze del mondo, ma da Gesù con la forza cheviene dal contatto con Dio suo Padre.
5) Convertitevi e credete nel Vangelo: inGesù, la potenza salvifica di Dio si è fatta vicina agli uomini: ora c’èl’invito ad abbandonare le strade già battute dell’idolatria, della fiducia inpersone o cose che non possono salvare e a credere, ad affidarsi al Vangelo.

Genesi 9,8-15
1) A motivodella malvagità degli uomini Dio aveva mandato le acque del diluvio che avevanofatto perire ogni essere vivente che simuove sulla terra (cfr. Gen 7,21). Il Nuovo Testamento riprende il diluviocome figura del Battesimo: Dio, nella suamagnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, nellaquale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua. Quest'acqua,come immagine del battesimo, ora salva anche voi. (1Pt 3 20b-21a).Dalle acque del Battesimo ogni cristiano emerge come Uomo nuovo.
2) La ripresadella vita dopo il diluvio è l’inizio di una creazione nuova. Impressiona lagrande sproporzione tra Dio da una parte e questa piccola comunità di 8persone, le uniche sopravvissute sulla faccia della terra. Cfr. I cieli sono i cieli del Signore, ma laterra l’ha data ai figli dell’uomo (Sal 115,16).
3) Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui …:il brano è un discorso che Dio fa a Noè e ai suoi figli. Nella prima parte (vv9-11) Dio manifesta la sua volontà di stabilire un’alleanza.
4) … la mia alleanza con voi e con i vostridiscendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi,…: l’alleanzasarà con l’umanità intera e con ogni vivente, con la promessa di non mandarepiù le acque del diluvio. Nessun essere vivente è escluso (cfr. alla fine delVangelo di Marco il mandato dato da Gesù agli apostoli: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura»(Mc 16,15).
5) Non sarà più distrutta alcuna carne dalleacque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra: queste parole sono molto forti,commoventi e struggenti perché usate da Dio quando confermerà il suo immensoamore per Gerusalemme, sposa del Signore: «Ora è per me come ai giorni di Noè, quando giuraiche non avrei più riversato le acque di Noè sulla terra; così ora giuro dinon più adirarmi con te [Gerusalemme] e di non più minacciarti» (Is 54,9).
6) Questo è il segnodell'alleanza»: l’“alleanza” occupa un posto centrale nei racconti dellacena e quindi nelle preghiere eucaristiche che ascoltiamo dire dal sacerdoteogni volta che celebriamo la Santa Messa. Facendo attenzione possiamoconstatare che la parola “alleanza” viene pronunciata dal sacerdote solo sulcalice (il sangue del Signore) e non sul pane. Il sangue versato sul legnodella croce, è simboleggiato dall’acqua del diluvio e dal legnodell’arco. Del legame tra acqua e sangue parla Giovanni: Egli è colui che è venuto con acqua esangue, Gesù Cristo; non con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue.Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità (1Gv5,6).
7) Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia ilsegno dell'alleanza tra me e la terra: la funzione dell’arco posto«orizzontalmente» sulle nubi è solo quella di ricordare a Dio la sua promessa,fatta del tutto unilateralmente. La Croce invece, infissa “verticalmente”nella terra e rivolta al cielo non è un semplice ricordo al Padre maessa stessa porta appeso il frutto della Vita: Gesù Cristo. Chi si ciba diquesto frutto ha la vita eterna e noi lo riceviamo nella Messa nella quale noicelebriamo non la semplice “memoria” del sacrificio del Signore ma il suo “memoriale”.Cioè il sacrificio del Signore, avvenuto una volta per sempre, è resopresente “realmente” e noi possiamo cibarcene nel suo Corpo e nel suoSangue.

1Pietro 3,18-22
1) Fratelli, anche Cristo è morto una volta persempre per i peccati, giusto per gli ingiusti,per ricondurvi a Dio; messo amorte nel corpo, ma reso vivo nello spirito: la morte di Gesù vienericordata nella lettera per dare coraggio ai fedeli dispersi nel Ponto, nellaGalazia, nella Cappadocia, nell'Asia,e nella Bitinia. Nelle sofferenze chepatiscono sono invitati a non rendere male per male, ad essere umili,misericordiosi e comprensivi. E chi potrà farvi del male, se sarete ferventinel bene? Se poi dovete soffrire per la giustizia, beati voi! Non sgomentateviper paura di loro e non turbatevi, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostricuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranzache è in voi (1Pt3,13ss).
2) E nello spirito andò a portare l’annuncioanche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere: leparole che seguono ci dicono che queste anime prigioniere sono quelle di tutticoloro che al tempo di Noè avevano rifiutato di credere alla sua predicazione,e che sono state punite col diluvio: immagine e simbolo di tutta l’umanità: oraanche loro, insieme a tutte le altre anime, ricevono l’annuncio Pasquale. IlVangelo di Matteo allude a questa visita del Cristo agli inferi: i sepolcrisi aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono (Mt27,52).
3) Quest’acqua, come immagine del battesimo, orasalva anche voi: il diluviodiventa come l’acqua del fonte battesimale: uccide il peccato e fa risorgere avita nuova.
4) Egli è alla destra di Dio, dopo essere salitoal cielo e avere ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le potenze: la vulgata latina di S.Girolamoaggiunge: accettando la morte affinché diventassimo eredi della vita eterna.Gesù pur nella gloria dei cieli, continua ad accettare la morte e a patiresofferenza, nella carne dei troppi che subiscono ingiustizie.

SPIGOLATURE ANTROPOLOGICHE

Mi sembra molto preziosa la “presenza” del patto con Noè,presente in tutte le Scritture di questa domenica: esplicitamente nella prima enella seconda lettura. Presente anche nel brano evangelico con l’accenno alle“bestie selvatiche” che ci portano all’arca e alla “nuova creazione” che escedal diluvio. È molto importante che questa “alleanza” sia un evento checoinvolge tutta la creazione e tutta la storia, con parole che riprendonoquelle della prima creazione, e che dunque riguardano e si rivolgono all’interaumanità! Questo dato fondamentale afferma che per la fede ebraico-cristiana viè un cammino comune per tutta l’umanità, cammino che la comunità credente èchiamata ad “anticipare” e a testimoniare. Tale è dunque la fine e il fine ditutta la storia. Con molta prudenza si potrebbe anche cogliere un’ipotesi dirisposta alla domanda “tremenda” circa quello che io chiamo “il mistero delMale”, di cui nulla si dice per la sua origine, il suo significato… il suo“perché?”. Si potrebbe azzardare di dire che questo “scontro” negativo con ilMale vuole portare l’intera umanità alla consapevolezza che “da soli non sipuò”, e che il fine di tutto è l’Amore, quello che il credente conosce nellafede, e nella vita secondo la fede. Però personalmente sento il “male” troppogrande e troppo grave per pensarlo semplicemente come una “via verso il bene”.
Lasciando da parte questo problema troppo complesso eforse insolubile, prendiamo atto oggi in modo forte che Dio entra in ogni modonella creazione e nella storia condividendo con l’umanità il problema del male,concretamente presente nella figura del Satana tentatore. La vita è esposta almale, e aggredita dal male. È significativo per questo che, come ben commentail nostro “foglietto”, mentre nelle memorie evangeliche di Matteo e di Luca(Giovanni non ha questa memoria!) la tentazione è un “episodio” che avvienealla fine dei quaranta giorni, qui la tentazione del Satana è presente pertutto il tempo dei quaranta giorni. E siccome i “quaranta” sono simbolo dell’interaesistenza umana, che va dalla liberazione dall’Egitto –ma oggi potremmo direanche “dall’uscita dall’arca di Noè” che oggi Pietro dice essere figura delbattesimo– fino all’arrivo alla Terra Promessa, che oggi noi guardiamo come laCasa del Padre, la tentazione del Satana accompagna l’intera esistenza umanache Dio viene ad assumere in Gesù. Dunque le tentazioni del Vangelo di Marcosono immagine e “icona” dell’esistenza umana che Gesù vive con noi e per noi.
Le “bestie selvatiche” sono dunque tutti gli elementi ditutta la creazione e di tutta la storia: con le “bestie selvatiche” Gesù “sta”,con la stessa fedeltà e radicalità con le quali “rimane nel deserto” per tuttii quaranta giorni. Il “Vangelo di Dio” di cui ancora ci parla il testo di Marcoè dunque la Buona Notizia: Dio vive con noi, tra noi e in noi! Gesù è “Dio connoi”! La sapienza di questa domenica è allora quella che ci insegna come “stareal mondo”! Dice che stiamo “nel deserto”, e dunque in una condizione di radicalepovertà –perché tutti siamo poveri!– e che questo “deserto” conosce la potenzadell’essere amati, e quindi soccorsi e salvati! Dunque un’esistenza che “nonbasta a se stessa”, ma vive del bene che si riceve dall’Altro e dagli altri. Equesto, sempre! Per tutti i quaranta giorni. E quindi non ricevere e non darel’amore è vivere sotto il regime di Satana, una parola che, come il termine“diavolo”, dice un’esistenza sotto accusa e condannata alla divisione, allamiseria della solitudine. Per questo, “gli angeli” che ci servono sono tutticoloro che ci vogliono bene e ci soccorrono. Per la fede, sono tutti mandati daquel Mistero dell’Amore che ci ama!

www.famigliedellavisitazione.it

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