DON ANTONIO

martedì 26 luglio 2011

OMELIA XXI DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Due sono le riflessioni che ci vengono dalla Parola di Dio di questa domenica : innazitutto l’identità di Gesù, l’interrogativo fondamentale per un cristiano che è l’interrogativo che Gesù pone anche a Pietro :”la gente chi dice che sia il Figlio dell’Uomo ?”.  E’ la stessa domanda che ci poniamo  anche noi in questa Eucaristia :Chi è Cristo per me ?Chi è Cristo nella mia vita ? Il fatto di essere un discepolo di Cristo ha trasformato la mia vita ? Poi una seconda riflessione sull’autorità nella Chiesa.
Il profeta Isaia nella prima lettura ci riporta un episodio ben preciso e collocato nel tempo e cioè la sostituzione di Sebna,che era maggiordomo del re Ezechia con Eliakim: anno dell’episodio il  700.a.c. circa.
Il profeta Isaia vede  in questa sostituzione il castigo di Dio per un ministro infedele e soprattutto orgoglioso. Isaia denuncia l’amministratore Sebna, che da poco tempo era stato nominato amministratore perché fuorviava il popolo  in virtù della sua carica e del suo prestigio.
Le immagini sono  la  tunica, la cintura e le chiavi :i simboli caratteristici di chi ha  autorità.
Nel Vangelo abbiamo sentito Gesù che  conferisce  a Pietro l’autorità… “a te darò le chiavi del regno dei cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.

Il conferimento a Pietro di questa autorità fa seguito a una risposta precisa di Pietro a Gesù.
A Gesù non interessa sapere quello che la gente pensa di Lui, ma soprattutto quello che pensano di Lui i suoi apostoli e Pietro, certamente sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, afferma la sua fede nel figlio di Dio : “Tu sei il Cristo,il Figlio del Dio vivente”.
Gesù approva questa dichiarazione, dichiara Simone beato, cioè fortunato non per la risposta giusta, ma perché gli è stata donata la risposta non dalla carne o dal sangue,ma dal Padre che è nei cieli, e Gesù dichiara Pietro quale fondamento della Chiesa . E’ in questo contesto che Gesù da a Simone il nuovo nome : Pietro, kefa cioè tu sarai la pietra portante della chiesa, non certo la pietra angolare che resta Cristo, ma la guida , il pastore e il Maestro del nuovo popolo di Dio.
Il concetto di autorità, secondo il vangelo è totalmente diverso da quello che abbiamo noi.
L’autorità secondo il pensiero di Gesù non è potere, non è un  essere al di sopra degli altri, ma autorità nel vangelo è sinonimo di servizio.
Ecco la futura missione di Pietro :essere il garante della vera fede, essere la guida autorevole e sicura della Chiesa, con il compito di confermare i fratelli  e sostenerli proprio nella fede.
Il vangelo ,la BUONA NOTIZIA di Cristo è tutta qui :”chi vuole essere primo tra voi sia l’ultimo e il servo di tutti, come il Figlio dell’Uomo che non è venuto per essere servito  ma per servire e dare la vita”.
Gesù lava i piedi agli apostoli, “se io il Signore e il Maestro vi ho lavato i piedi,fatelo anche voi”.
Il cristianesimo si identifica con il massimo del servizio :”dare la vita per i fratelli”.
E il papa è  il servo dei servi. Quanto più uno nella Chiesa ha autorità,tanto maggiormante deve
farsi servo degli altri.

Però prima di giungere a   capire e a vivere questo messaggio del servizio  al prossimo, bisogno aver risposto al grande interrogativo sull’identità di Gesù per ciascuno di noi. La domanda è la stessa che Gesù pone  agli apostoli :”Voi chi dite che io sia ?” Chi è Gesù per me in questo momento ?  Questa è la domanda che tutti oggi dobbiamo porci. Saremo tentati di evitarla, di eluderla, di rimandare ad altri tempi la risposta o di ritenerla superflua: inutile ,troppo semplice o troppo difficile. Io sono già cristiano e vado a Messa e qualche preghiera la dico, cosa importa anche se non rispondo a questa domanda : “chi è per me Gesù”.
Credo che tanti eviterebbero la risposta per non sentirsi impegnati in una risposta che cambierebbe i criteri sui quali si fonda la nostra vita.



A questo interrogativo risponde chi si è incontrato con Gesù, chi ne fatto esperienza come Pietro, chi non è mosso solo dalla carne e dal sangue, solo chi ha fede può affermare: Cristo per me è tutto, Cristo per me è l’unica via, l’unica verità, la sola ragione della vita ; da quando mi sono incontrato con Lui, è Lui al primo posto nella mia vita, prima di me stesso,prima del denaro,prima della famiglia, prima di ogni altro bene, perché solo Lui ci garantisce vita eterna, solo Lui è il Salvatore.
Per alcuni cristiani Cristo è un nome, un nome  che riguarda la storia di 2000 anni fa, uno che ha fatto tanti miracoli e niente più. Un giornalista ha scritto:
“guardare il volto di chi entra in Chiesa per ascoltare una Messa è lo stesso volto di quando esce”.
Non è fede in Cristo Gesù quella che si limita alle  parole, alle tradizioni, agli stereotipi e non diventa mai stile e metodo di vita tradotti nella vita quotidiana.

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