DON ANTONIO

lunedì 25 luglio 2011

OMELIA DEL GIOVEDI’ SANTO

Oggi giovedì santo , primo giorno del triduo pasquale, forma un unica grande festa con la Pasqua. Noi commemoriamo la passione , la morte e la gloriosa Risurrezione del Signore
Questo è solo una premessa per poter  vivere in pienezza questo mistero della nostra fede. Oggi  nella Chiesa riviviamo l’istituzione del Sacerdozio, l’istituzione dell’Eucaristia come segno e realtà della presenza di Gesù fra noi fino alla fine del mondo e ricordiamo inoltre la missione che ogni cristiano ha ricevuto da  Gesù nella lavanda dei piedi cioè la  missione di essere e di diventare servi degli altri.
            Proprio nel Cenacolo sono avvenuti i fatti decisivi per la nostra salvezza, avvenimenti che ancora continuiamo a rivivere nella celebrazione dei Sacramenti. Nel Cenacolo Gesù ha istituito l’Eucaristia , la grande preghiera di lode e di ringraziamento al Padre, istituì la nuova ed eterna  Alleanza oltrepassando infinitamente l’antica alleanza che si compiva nel sangue e nella carne di un agnello, ora Gesù la  compie e la ratifica nella sua carne e nel suo sangue.

Nel Cenacolo Gesù istituì il sacerdozio ministeriale. Gesù disse ai suoi apostoli:”fate questo in memoria di me”: ogni volta che voi apostoli e successori,vescovi e presbiteri prenderete in mano il pane e lo spezzerete dopo aver pronunciata la benedizione e così farete la benedizione  per il calice del vino, voi annuncerete la morte e proclamerete la Risurrezione del Signore.

E 50 giorni dopo la Pasqua ancora nel cenacolo scende lo Spirito Santo per trasformare il cuore degli apostoli e dare inizio alla Chiesa missionaria:avvenimento che ricordiamo nella Pentecoste.

INNANZITUTTO CONTEMPLIAMO IL GRANDE SACRAMENTO DELL’EUCARISTIA.
L’Eucaristia unisce l’antico al nuovo Testamento,unisce noi pellegrini su questa terra a quanti hanno già raggiunto l’eternità e fa di noi tutti dei veri fratelli perché figli dello stesso Padre e fratelli perché si nutrono dello stesso Pane, che è la Carne e il Sangue del Figlio di Dio.
Gesù non ha abolito  la Pasqua ebraica, come non ha tolto una sola lettera dalla legge di Mosè, ma ha sostituito se stesso con l’agnello”l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”, dando un significato nuovo al rito antichissimo che commemorava con il rito dell’agnello l’esodo proprio attraverso una cena fatta con il pane azzimo, le erbe amare e l’agnello arrostito al fuoco.
            La sera dell’ultima cena con i suoi apostoli, la sera della grande cena pasquale Gesù prese il pane  e il vino e li diede ai suoi apostoli, dicendo: “questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue.; il Sangue della nuova ed eterna alleanza versato in remissione cioè in liberazione dai peccati, versato cioè in risurrezione”.

Allora nel corpo di Gesù , cioè nella sua  carne noi nutriamo la nostra anima, noi riviviamo la sua morte, il suo Corpo spezzato in croce per noi; nel suo  sangue riviviamo la Risurrezione.
L’Eucaristia, la Messa è per noi una verità grande e meravigliosa per la nostra vita, perché non solo viviamo in noi quello che Gesù ha fatto mell’Ultima Cena, ma anche annunciamo al mondo che il Cristo è ancora vivo, è in mezzo a noi, è presente nel Tabernacolo e viene in noi quando facciamo la santa Comunione, proclamiamo la sua Risurrezione e la nostra Risurrezione.
                        Pasqua vuol dire “passaggio” e l’Eucaristia è per noi la Pasqua, perché comunicandoci  al Corpo e al Sangue di Gesù noi passiamo dalla morte del peccato alla vita, dalla schiavitù del peccato alla pace, dalla tristezza generata dal peccato alla gioia della grazia.  Gesù nell’Eucaristia ci dona forza spirituale e ci sostiene nel nostro pellegrinaggio su questa terra, è il nostro sicuro viatico specie quando il cammino della vita diventa duro e stentato, come la manna fu il cibo per gli ebrei nel deserto, in cammino verso  la terra  promessa.



Dopo questo richiamo di catechesi, ecco una esortazione: non disgiungiamo mai il Pane Eucaristico dalla Parola, cioè dall’ascolto delle Sacre Scritture e non creiamo fratture fra vita vissuta ed Eucaristia.
            SECONDO PENSIERO SUL SACERDOZIO:
il Sacerdozio è un sacramento  istituito da Gesù stesso che conferisce ad alcuni uomini, scelti e chiamati da Dio, il compito e la missione di rievocare l’ultima cena di Gesù. Non solo il sacerdote è costituito PERSONA CRISTI ma ha anchde ricevuto la missione di annunciare ad ogni creatura  che la salvezza viene da Gesù Crocifisso e Risorto, e di conferire attraverso i sacramenti: battesimo, confessione e S.Messa la grazia.
                        L’invito alla preghiera per i sacerdoti perché si conformino sempre  più alla volontà e ai disegni di Dio,e perché il Signore mandi operai nella sue messe.

Queste  prime considerazioni sull’Eucaristia e sul Sacerdozio ministeriale ci aiutano a comprendere meglio il messaggio della Liturgia di oggi.
LA CATEGORIA DEL “SERVIZIO”,GESU’ CHE LAVA I PIEDI AI SUOI APOSTOLI.
Il servizio ai fratelli è la dimensione centrale e fondamentale nel cristianesimo, dimensione che decide della nostra vita di  cristiani o di cristiani solo di nome o di sola apparenza.
Il cristianesimo vissuto come servizio ai fratelli, come amore senza confini o barriere sull’esempio di Gesù, il Figlio di Dio, che lava i piedi ai suoi discepoli: “ Se io il Signore e il Maestro ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri; chi vorrà farsi grande si farà vostro servo.
Amatevi come io ho amato voi”.

L’esempio ci viene da Gesù che tanto si è umiliato da farsi uomo, tanto ci ha amato da morire in croce per noi, che tanto continua ad amarci da accettare di farsi Pane vivo, nostro Cibo per restare e vivere con noi.
Proprio nell’Eucaristia e nella lavanda dei PIEDI  Gesù realizza il massimo servizio, il massimo nascondimento, il più grande silenzio: pensiamo all’interno di un Tabernacolo o nel pane e vino consacrati, servizio che è povertà di segni  e donazione totale.
                        Tutta la storia della salvezza ci racconta con i fatti, le parole e gli esempi che la grandezza sta nel servizio, la fortezza sta nella debolezza, la gloria nel disonore, la Risurrezione nella Crocifissione, la vita sta nella morte: “chi perde la propria vita per me e per il vangelo la ritroverà; vi perseguiteranno e diranno ogni sorta per causa mia”.

Questa prospettiva evangelica, che è un programma di vita, è ben lontana dalla mentalità comune dei nostri tempi, nei quali è esaltato il potente, il ricco, il forte, coloro che detengono potere o chi è passato alla storia o figura nei giornali, quanti sono ben visti e stimati da tutti, ed hanno posti di onore e di  prestigio.
Il giovedì santo ci ripropone la buona notizia che stentiamo ad accogliere, facciamo fatica  a tradurre nella pratica:
Gesù ha scelto di farsi pane di immortalità per noi,
Gesù ha scelto di amarci così come siamo, poveri peccatori e ci ha amato fino alla morte,
Gesù lava i piedi, il Maestro che lava i piedi ai suoi discepoli.
Invito rivolto anche a noi , invito a servire i fratelli, a servire gli ultimi, umanamente può significare umiliazione, sconfitta, ma in realtà è il più grande atto di redenzione, il più grande stile di vita perché ci associa a Cristo.



ULTIMO PENSIERO RIGUARDO ALLA COMUNIONE EUCARISTICA. E’ importante comunicarsi al corpo di Gesù, è vitale per un fedele cristiano nutrirsi di Cristo per vivere, per avere quella linfa che unendoci a Cristo ci  sostiene nella fede, rafforza la speranza e anima la carità fraterna. Ma per accostarsi a Cristo nella Comunione bisogna essere in unione con Lui e con i fratelli.
Chiara la parola dell’apostolo:
“chi mangia e beve senza ri-conoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, formiamo un solo corpo”.

L’Eucaristia presuppone la comunione e l’amore verso Dio e il prossimo e al tempo stesso conduce e porta e sostiene l’amore, la comunione e la fraternità .
Nelle nostre comunità parrocchiali dobbiamo lavorare per togliere il lievito vecchio delle divisione, dell’egoismo, del rancore per formare in Cristo un solo corpo, per formare unità.
Da questo saremo anche credibili anche dinanzi al mondo.
La preghiera-testamento di Gesù: “Padre che siano uno cosa sola come noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
Amatevi come io ho amato voi da questo sapranno che siete i miei discepoli”.

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