DON ANTONIO

martedì 12 luglio 2011

OMELIA PER LA FESTA DELLA SANTA EPIFANIA DEL SIGNORE

Oggi festa dell’Epifania, significa “ festa della manifestazione”, della Rivelazione di Dio agli uomini. Tutte le feste natalizie sono feste epifaniche cioè feste della Rivelazione di Dio all’uomo e in modo speciale il Natale e l’Epifania. L’Epifania indica la Rivelazione del Messia ai lontani , ai magi.
La festa del Messia che si manifesta come luce, come stella, per guidare i popoli lontani da Dio, dalla fede verso la liberazione, verso la fede, verso la salvezza.
Ci saranno  nella Liturgia tre gli episodi della vita di Gesù sui quali rifletteremo anche nelle prossime domeniche e cioè: l’adorazione dei magi oggi, il Battesimo di Gesù al Giordano e le nozze di Cana.  Oggi la liturgia ci presenta alcuni personaggi misteriosi, provenienti  da paesi lontani, dall’oriente, che nella loro ricerca del cielo e della verità individuano il Segno per conoscere la strada  che porta a Gesù il Messia e guidati e illuminati arrivano a Betlemme ed offrono i loro doni, simbolici e adorano il Signore, il Messia , il Re e il Risorto.

Noi continuiamo a ripetere e ad annunciare che Dio si è fatto uomo per ogni uomo, che Gesù è venuto sulla terra perché nessuno vada perduto, ma perché tutti si salvino e arrivino alla conoscenza della verità .Però tra la proposta di Gesù, tra la volontà di Dio ci sta la nostra libertà, una libertà non sempre conforme al Disegno di Dio, anzi talvolta ribelle e orgogliosa.
C’erano tanti uomini potenti, ricchi e anche  studiosi della legge al tempo della nascita di Gesù, però solo i pastori si mettono in cammino verso Betlemme, sicuramente esistevano in Mesopotamia  , e in  oriente tanti matematici,astronomi, maghi e astrologi, persone  anche rette e ricercatori secondo coscienza però solo un gruppo, solo una carovana, una comitiva di alcune persone non solo vede la luce, ma ne interpreta anche il significato e la segue.

Questo è il significato del mistero dell’Epifania:Dio vuole che tutti Lo conoscano ed arrivino a Lui; però solo alcuni riescono ad arrivare a Gesù a Betlemme, solo l’uomo semplice e povero come i pastori o  solo l’uomo sapiente ma umile e pieno di fede come i magi.  I magi  sono un’immagine dei popoli pagani, popoli lontani si geograficamente, ma anche estranei ai patti della legge e dell’Antica Alleanza e quindi  culturalmente e religiosamente lontani da Israele.
Una luce è apparsa a Betlemme ma solo i pastori si muovono, i magi osservano la stella e si mettono in cammino.
                        I Magi sono illuminati interiormente, vedono il Segno e credono alla LUCE  e dopo un lungo cammino  riconoscono in Gesù il Re dei giudei  e adorano e offrono:
Incenso perché hanno capito che si tratta di Dio, non più gli dei pagani argento oro, opera delle mani dell’uomo, ma il Dio unico e vero, nella persona di Gesù,
offrono  oro perché riconoscono nel fanciullo Gesù il Re dei Re, il Signore dell’universo, l’Eterno e l’Onnipotente,  e infine offrono la mirra , un unguento, un olio, un profumo perché hanno compreso che si tratta anche dell’uomo Gesù, che morirà come uomo sopra una croce e sarà deposto in un sepolcro, ma al terzo giorno risorgerà.  Una visone di tutta la vita di Gesù da Betlemme alla Pasqua, così come è raffigurato nel presepio. Un insegnamento anche per noi, e non solo per coloro che noi chiamiamo o definiamo i “lontani”, perché tra questi  possiamo esserci anche noi, quando non percepiamo e non interpretiamo i SEGNI che il Signore ci manda  nel cammino della vita.

In questo giorno si celebra anche la festa della Santa Infanzia. La festa dei doni. I magi offrono a Gesù i loro doni e in cambio ricevono il dono della fede. E’ la festa dei fanciulli che ricevono i doni dai loro genitori. Come non pensare oggi, come non ricordare oggi, tutti quei bambini che nel mondo non riceveranno doni o regali, ma neppure il cibo necessario per sopravvivere e i genitori non avranno come unico quello di sfamare i figli denutriti, vestire figli privi di ogni abbigliamento, di curare figli ammalati.
Non si tratta delle solite vuote parole, ma l’invito a riflettere su un mondo che fatto il suo benessere e il suo mercato e le sue fortune sulla povertà,  sulla fede e la  morte di altre creature specie bambini, non permettendo loro di alimentarsi neppure con il superfluo dei paesi ricchi.
Facciamo  che per quanto dipende da noi, l’amore a Gesù si traduca in gesti  concreti di carità e la carità non si fa ne con superfluo e neppure con gli avanzi

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