DON ANTONIO

domenica 22 gennaio 2012

Foglietto 22 gennaio 2012 (Famiglie Visitazione)

Marco 1,14-20
1) Dopo che Giovanni fu arrestato(lett: consegnato): anche Gesùsarà consegnato (il verbo è lo stesso) nella sua passione, sarà una consegna atutte le genti per la loro salvezza. Da unaparte il Battista anticipa la vicenda di Gesù, dall’altra il suo arresto e ilsuo martirio sono il seme dell’antica alleanza che muore e genera il fruttodella nuova allenza basata sul Vangelo.
2) Gesù andò nella Galilea: nonè una indicazione solo geografica, la Galilea è il simbolo del vangelo, zona diconfine, lontana dal centro del giudaismo, a segnare la novità assoluta diquello che sta per cominciare. Lì idiscepoli dovranno tornare dopo l’Ascensione per l’inizio dell’annuncio allegenti.
3) Proclamando il vangelo di Dio: sisottolinea che il vangelo (lett: buona notizia) è dono che viene da Dio,è un messaggio da parte di Dio destinato a tutti gli uomini; adesso iniziano arealizzarsi le sue promesse.
4) Il tempo è compiuto e il regno di Dioè vicino: il temposta per “momento giusto, termine prestabilito”; il tempo è compiuto nel senso che le promesse di Dio si attuanoadesso e avranno validità per sempre. Manon si deve intendere che è il regno di Dio è già stabilito sulla terra, sidice che è vicino. Iltermine regno sta ad indicare nontanto uno spazio geografico statico, delimitato da confini, ma l’attivitàdinamica del regnare di Dio: lui ha deciso in quel momento di donare agliuomini la salvezza in un modo nuovo, mai visto prima di allora.

5) Convertitevi e credete nel Vangelo: ilregno di Dio si è fatto così vicino che la vita dei discepoli non può continuarecome prima. Iverbi sono all’imperativo: è un appello perentorio e urgente al cuore delcredente.
6) Vide Simone e Andrea: Gesùpassa e indirizza il suo sguardo di elezione sui primi discepoli, una elezioneche è pura grazia, che non fa scrutini sulla vita passata.
7) Venite dietro a me, vi farò diventarepescatori di uomini: essere discepoli non è aderire ad unadottrina, ma prima di tutto camminare dietro di lui. Gesùchiama l’uomo così com’è, ad es. colmestiere che fa, e lo proietta in una storia nuova.
8) E subito lasciarono le reti e loseguirono: quel subitosottolinea la potenza della parola del Maestro.
9) Vide Giacomo, figlio di Zebedeo, eGiovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti: la situazioneè certamente simile a quella di Simone e Andrea, ma non la stessa. Iltermine anch’essi non c’è nel testo. Anzila presenza dei salariati (i garzoni)e la sottolineatura della presenza della barca dà l’idea di una situazione lavorativapiù solida.
10) Ed essi lasciarono il loro padreZebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui:rispetto a prima c’è l’abbandono del padre e, in qualche modo, dell’«azienda»paterna, ma, come nel caso precedente, niente autorizza a pensare ad un attoeroico o a una tremenda rinuncia, quanto piuttosto al fascino, alla seduzionedi quella chiamata.

Giona 3,1-5.10
1) Furivolta a Giona questa parola del Signore: il nostro lezionario omette la frase: “per la seconda volta”,presente invece nel testo ebraico. Quando perla prima volta Dio aveva detto a Giona di recarsi a Ninive (Gn 1,1-2), ilprofeta era fuggito nella direzione opposta (Gn 1,3), poiché temeva che lagrande città pagana, nemica d’Israele, si convertisse alla sua predicazione, sìda ricevere il perdono di Dio (Gn 4,2). Questosecondo comando è un ulteriore atto di misericordia che Dio fa a Giona, dopoaverlo sottratto al pesce che l’aveva inghiottito (Gn 2,1).La conversione a Dio di Giona si compie infatti quando gli viene rivolto per laseconda volta il comando di Dio, ma questa volta il profeta obbedisce.La parola di Dio non viene arrestata dall’opposizione dell’uomo, perché Eglipersevera nell’inviarla fino a che non abbia raggiunto lo scopo per cui erastata mandata.
2) Alzati,va a Ninive la grande città e annuncia quanto ti dico.Giona si alzò ed andò a Ninive:ricorre qui la stessa espressione usata a proposito di Abramo, quando sialza per ubbidire al comando di Dio di sacrificare il figlio Isacco.Dio non rimprovera Giona per la sua trasgressione, ma lo fa risorgere (alzati!)dalla sua disubbidienza. Come aveva precedentementefatto con Abramo (Gn 12,1), Dio invia Giona, senza rivelargli appieno quelloche dovrà fare o dire: il profeta deve fidarsi di Dio ed attendere da Luiulteriori indicazioni.
3) Niniveera una città molto grande (l’ebraico aggiunge: per Dio), di tregiornate di cammino: l’espressione:“molto grande per Dio” può significare semplicemente che Ninive era una cittàgrandissima, oppure può suggerire che Dio nella sua misericordia si prende curadi questa grande ed empia città. Giona, cherimane tre giorni nel ventre del pesce e sempre in tre giorni percorre lacittà, è figura del Signore Gesù, morto e risorto il terzo giorno (Mt 12,40).
4) Gionacominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava (lett.:gridò): ”ancora quarantagiorni e Ninive sarà distrutta (lett.: rovesciata)”:si può intendere il testo nel senso che Giona cammina per un giorno senzasapere cosa deve dire, perché Dio non lo ha ancora rivelato.Quaranta giorni è il tempo della conversione: Mosè rimane quaranta giorni sulSinai (Es 34,28), Elia digiuna quaranta giorni (1Re 17,1).Nellasua predicazione agli abitanti di Ninive, Giona non dice loro di convertirsi aDio, come ci si sarebbe potuto anche aspettare: egli grida semplicemente che iltempo concesso alla città volge alla fine. È aquesto annuncio che i Niniviti devono credere, abbandonando l’ingiustizia chedomina la loro città. Infatti il disastroincombente è la conseguenza della loro empietà.Dio concede ai Niniviti il tempo per la loro conversione (quaranta giorni) inquanto non desidera che la profezia si realizzi.In un senso più profondo la profezia di Giona si realizzerà proprio attraversola conversione della città, perché in questo modo la primitiva Ninive empiasarà rovesciata, per dare luogo ad una città rinnovata.
5) I cittadinidi Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno: si può osservare che il profeta nella sua predicazione nonparla loro esplicitamente di Dio, ma è a Dio che gli abitanti di Ninive siconvertono ascoltando il profeta. È la Parolache genera quanto qui avviene: il giudizio, il perdono, il pentimento.È notevole la rapidità della conversione di questi pagani, confrontata allaresistenza opposta a Dio da Giona.
6) Dio videle loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia e Diosi ravvide del male che aveva minacciato di fare loro: non si dice che Dio vede i segniesterni della loro conversione come il digiuno, ma che vede le loro azioni.Sono le azioni a manifestare il mutamento del cuore.In realtà il desiderio di Dio di ravvedersi precede il ravvedimento deiNiniviti.

1Corinzi 7,29-31
1) Il tempo si è fatto breve: i versettidella lettera sono un invito di Paolo a rivestirsi del Signore Gesù e a nonfarsi prendere dai desideri della carne: la notte è avanzata, il giorno èvicino. Perciò gettiamo via leopere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze,non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie (Rm 13,12ss).
2) Quelli che hanno moglie, vivano come se nonl'avessero: Paolo vuole vedere i suoi discepoli senza preoccupazioni: chinon è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come piacere al Signore.Il comando di Paolo è quindi per una vita senza relazione e responsabilità?L'uomo che lascia il padre e la madre per unirsi a sua moglie facendo di dueuna sola carne, nella prospettiva di dare una discendenza su questa terra, neltempo imminente del ritorno del Signore più che una rinuncia sembra essere unallargamento e un amore senza risparmio per il mondo intero: più numerosisono i figli dell'abbandonata che i figli della maritata, dice il Signore.Allarga lo spazio della tua tenda, stendi i teli della tua dimora senzarisparmio, allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti, poiché tiallargherai a destra e a sinistra e la tua discendenza possederà le nazioni,popolerà le città un tempo deserte ...poiché tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuoredentore è il Santo di Israele, è chiamato Dio di tutta la terra (Is54,1ss).
3) Quelli che piangono come se non piangessero:perché Dio asciuga le lacrime dai loro occhi: beati voi che ora piangeteperché riderete (Lc 6,21).
4) Quelliche gioiscono come, come se non gioissero: perché la carità non godedell'ingiustizia, ma si rallegra della verità (1Cor 13,6).
5) Quelli che comprano come se non possedessero:perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno (Mt 6,8).
6) Quelli che usano i beni del mondo come se nonli usassero pienamente: perché la carità non cerca il proprio interesse (1Cor13,5).
7) passa la scena di questo mondo: infattile profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà; la scienza svanirà: lacarità non avrà mai fine (1Cor 13,8).

SPIGOLATURE ANTROPOLOGICHE

La sapienza ebraico-cristiana custodisce gelosamente illegame profondo tra continuità e novità. Dauna parte non c’è verità che non sia fedeltà, dall’altra non c’è fedeltà chenon accetti l’irrompere del nuovo nella storia delle persone e delle comunità.Quel Gesù che domenica scorsa veniva riconosciuto e annunciato dal Battistacome l’“Agnello di Dio”, e quindi legato strettamente alla tradizione fondativadi Israele, ora proclama che “il tempo è compiuto”, e che si apre una storiaradicalmente nuova che quello stesso lungo tempo ha preparata.E questo non è un evento puntuale e isolato, ma è il volto vero e profondodella storia stessa. La fedeltà è condizionedella novità. Siamo all’opposto della tesi“gattopardesca” per la quale bisogna che tutto cambi affinché nulla cambi.Qui tutto è nuovo perché è innestato in una fedeltà eternamente creatrice.La storia non può che essere quindi “notizia”.Buona Notizia. Vangelo.
Come tale non può che essere, la storia stessa,continuamente ricevuta. Dono! Non siamo noi ascegliere questa storia, ma da essa siamo scelti: “Vide Simone, e Andrea,fratello di Simone… e disse loro: Venite dietro a me… Vide Giacomo..e Giovanni suo fratello...e subito li chiamò”. Erano pescatori, ediventeranno “pescatori di uomini”. Per capirequello che accade loro si può pensare all’indicazione di Paolo ai suoi fratellidi Corinto: “…il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hannomoglie, vivano come se non l’avessero…”: un’affermazione straordinaria, imbarazzante.Ma vuole affermare quello che anche i “pescatori di uomini” devono vivere nellaloro nuova esistenza di discepoli di Gesù. Ecioè che tutto ormai è e deve essere “celebrazione” di Lui, della sua presenzae della sua opera: una storia antica che diventa del tutto nuova.Qualunque sia il volto della nostra vita, esso deve contenere, custodire ecomunicare lo splendore e la novità del Figlio di Dio.L’autista dell’autobus continuerà a guidare il suo mezzo secondo le regoletecniche apprese e secondo le leggi fisiche che lo governano, ma totalmentenuovo è l’evento: sull’autobus salgono persone che sono tutte suoi fratelli esue sorelle. Alcuni suoi fratelli dovranno essereaccolti con particolare attenzione a motivo della loro piccolezza, o fragilità,o povertà… Così vivranno in modo nuovo anche i pescatori.Così gli sposi. Così si vivranno le gioie e leprove della vita. E l’avvenimento di Gesù,compiendo la grande strada nel tempo e nella vicenda del Popolo della PrimaAlleanza, ora è offerto e portato a tutta l’umanità.
Non è una “cultura”. È un evento capace di entrare in ogni cultura, di modificarla e disposarla, di renderla capace di contenere e di esprimere la storia nuova cheGesù porta e dona. La resistenza e la fatica di Giona, simpatico e stralunato profeta,esprimono efficacemente tutte le resistenze che dentro e fuori dalla comunitàcredente Gesù incontra. Anzi, sembra che oggi ci venga detto che proprio all’interno dellarealtà più “qualificata” sorgono le maggiori difficoltà ad accettare ilperennemente “nuovo” di Gesù. Come suggeriscono sia la chiamata dei discepoli, sia le linee date daPaolo, sia l’avventura di Giona, tutto sembra annunciare una novità di talespessore da dover essere ritenuta come una “risurrezione da morte”. Un vita assolutamentenuova.


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