Questo blog è personale. Contiene alcune omelie rivolte ai fedeli di Stoner di Enego,provincia di Vicenza, dal 1986 al 2002 ed omelie dal Monastero di Bose. Il blog contiene inoltre molte riflessioni sulla speranza cristiana , sulla sofferenza, sul senso del dolore , ricavate dalle pagine WEB, contiene anche qualche preghiera e altre verità della nostra religione cristiana cattolica.
domenica 28 agosto 2011
OMELIA XXVI DOMENICA ANNO C
Oggi la Parola di Dio ci aiuta a riflettere sul come stiamo vivendo la nostra religione cristiana. La prima lettura è tratta dal profeta Amos, Amos è il profeta contadino che viene dal regno di Giuda ed è sdegnato alla scoperta della situazione del regno d’Israele:da una parte una grande miseria e una estrema povertà, dall’altra un lusso sfrenato . C’è gente miserabile, che soffre la fame e non ha mezzi per sopravvivere. In questo contesto il profeta Amos con parole infuocate, come era suo solito, denuncia l’accecamento dei ricchi e dei ricchi potenti.
“Essi ,i ricchi, su letti di avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge, ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano”.
Non si rendono conto e neppure immaginano che stanno camminando e scivolando verso la rovina totale, verso una catastrofe nazionale: “guai, guai agli spensierati di Sion -esclama il profeta- guai a quelli che si considerano sicuri, al riparo da ogni disavventura”. Perciò -eco la conseguenza del loro operato- andranno in esilio in testa ai deportati.
Infatti Samaria, capitale del regno del Nord, sarà distrutta nel 721 a.C. e gli abitanti saranno deportati in Assiria. Ecco il pianto, ecco le lamentazioni, ecco il grido di dolore e di angoscia. Come sempre quando sopraggiunge una catastrofe, una sciagura come conseguenza di uno stato di cose, come conclusione immaginata e voluta di determinati peccati si dice: “se avessi saputo prima, perché non sono stato avvisato e preavvertito in tempo?
Ma noi abbiamo chi ci avverte e ci guida, abbiamo le guide e i maestri: è la Parola di Dio ed è la Parola della Chiesa. Nel Vangelo Gesù denuncia l’accecamento dei ricchi, dei ricchi potenti ormai diventati insensibili alla povertà, alla miseria e alla morte di tanti loro fratelli. Però non reclamino di non essere stati avvertiti :hanno Mosè, hanno i profeti, hanno la Bibbia, hanno la Chiesa,i Vescovi e il Papa e i sacerdoti.
Subito e molti si schiereranno dalla parte del povero Lazzaro ai piedi del ricco perché ci fa pietà o perché noi non siamo ricchi come il ricco del vangelo o anche perché noi facciamo l’elemosina.
Ma si tratta di aprire gli occhi e prendere coscienza del nostro peccato individuale e collettivo: solo un terzo dell’umanità vive discretamente a spese e sulle spalle degli altri poveri Lazzaro.
L’ingiustizia nel nostro mondo è palese a tutti e le conseguenze le vediamo e le vedremo qui, e poi anche nell’altra vita. Ormai l’egoismo ha messo radici nel cuore dell’umanità e si può ragionevolmente pensare che progredirà sempre più, con lo sviluppo del progresso e delle tecniche, allora non ci si accontenterà mai, perché i maestri della falsa morale di oggi, ti incoraggiano non all’essere ma all’ avere, a possedere, ad avere sempre di più e a tenerlo ben stretto.
La parola di Dio di oggi ci illumina , è luce per quanti ancora riescono a vedere , è parola comprensibile per quei pochi che ancora non sono stati resi sordi dal materialismo.
Domandiamoci: qual è la vera ricchezza davanti a Dio? La vera ricchezza davanti a Dio non sono i beni della terra,la vera ricchezza non sta nelle cose di questo mondo perché effimere e passeggere, perché ci sono i ladri, la tignola e la ruggine che corrodono; qui c’è l’egoismo che corrode il cuore e divide le persone e allora quando c’è l’egoismo il cuore diventa di pietra e ci accorge solo dei propri beni, dei cagnolini o forse delle briciole cadute dalla tavola, ma non certo del povero Lazzaro; qui c’è l’odio che uccide l’amore e non lascia spazio alla solidarietà e a gesti di autentica elemosina oppure, se c’è uno spazio, questo è solo per un altro ricco con il quale si possono scambiare doni e regali.
Il vangelo non ci racconta una fiaba, racconta la verità del momento presente, perchè è più che mai viva e dominante la mentalità del ricco epulone: al primo posto o meglio all’unico posto nella vita ci sta il proprio tornaconto, il proprio denaro, la propria ricchezza, il proprio benessere e non importa se a scapito di un povero Lazzaro, di un povero cireneo, o dei tre quarti dell’umanità che soffrono la fame e non riescono a raccogliere neppure le bricciole che cadono dai banchetti dei ricchi, perché questi,oggi impongono i loro interessi bancari o altri ,altissimi anche a chi ha nulla o poco possiede.
In Israele in tutti i raccolti: quando si miete il grano o si fa la vendemmia non si torna indietro a racimolare, perchè quanto è stato dimenticato del grano caduto a terra o dei grappoli sulle vigne –lo dice il Signore nel Deuteronomio- è per il povero. Termino con un pensiero di Gesù che annuncia la beatitudine, la felicità e la gioia per i poveri: prima beatitudine. Beati voi poveri, …il ricco, come è presentato anche dalla parabola, è un uomo isolato, è un uomo solo, ma soprattutto è un uomo senza amicizia e senza felicità, la felicità lui la ricerca nelle ricchezze e nei banchetti,ma non riesce a trovarla. La sua unica compagnia , la sua unica gioia sono le cose, sono i banchetti, sono le vesti, è il suo orgoglio.
Per un uomo simile lo stile di vita non può essere che la durezza del cuore e il disprezzo per il fratello povero e magari va dicendo: che lavori anche lui, che si guadagni la vita ecc..
I fatti di oggi ci confermano una verità: oggi che abbiamo un po’ di più cose, siamo davvero più contenti nel nostro cuore?
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