E’ iniziato il tempo dell’Avvento .L’Avvento è un tempo ,abbiamo detto domenica scorsa,che ci porta a rivivere la nascita di Gesù a Betlemme, è un tempo che ci ricorda anche la seconda venuta del Signore alla fine della vita terrena e alla fine del mondo. “Vieni Signore Gesù”, la preghiera dei primi cristiani, il grido dei martiri, le parole conclusive dell’apocalisse.
A questa voce oggi abbiamo sentito aggiungersi la voce e il grido di Giovani Battista: “preparate la via al Signore”, che concretamente vuol dire: preparate i vostri cuori, il vostro spirito a rivivere oggi la nascita di Gesù nel Natale.
La figura di Giovanni il Battista una figura che ogni anno in avvento ricordiamo. Ricordiamo la sua missione, la sua voce, la sua testimonianza, il suo stile di vita: austerità, giustizia e fedeltà alla Parola di Dio.
Giovanni è il grande profeta, l’uomo che parla di Dio , che annuncia la venuta del Messia, dell’Agnello di Dio, che battezza nel Giordano per una sincera conversione al Signore, l’uomo che unisce l’antico al nuovo testamento , l’uomo di Dio che conclude la prima alleanza ed inizia la nuova con Gesù.
Le parole forti di Giovanni Battista, la sua vita solitaria nel deserto, il suo continuo richiamarsi agli antichi profeti, in primo luogo Isaia, di devono far riflettere.
Il Vangelo anche in questa Domenica ci parla non solo della vigilanza e della preghiera in attesa del Messia, ma anche ci indica come vivere o come cambiare vita nell’attesa del Signore che viene.
Il brano evangelico si richiama alla prima lettura e ci propone 3 punti di meditazione:
1. il ricordo del’esodo e della liberazione dalla schiavitù degli ebrei in Babilonia è un richiamo al ritorno del Signore, il Signore che nasce per noi nel prossimo Natale e il Signore che ritornera’ alla fine del mondo,
2.la necessaria preparazione a questo avvenimento perché il nostro non è un semplice ricordo emotivo con scadenza 25 dicembre, perché nulla si ripete nella storia, nulla si ripete nella liturgia e nei vari commenti alla Parola,
3.come si deve configurare questa preparazione alla venuta del Signore : con un lavoro spirituale e interiore di conversione: “ogni burrone sia riempito, ogni colle abbassato”, cioè si incominci una vita nuova,.
Gesù nel Vangelo ci diceva domenica scorsa: “vegliate perché quando il Signore tornerà,perché non giunga all’improvviso trovandovi addormentati”.
Quello che dico a voi lo dico a tutti:vegliate.
Il profeta Baruc scrive agli ebrei deportati schiavi in Babilonia,un popolo che aveva sperimentato la sofferenza, l’esilio la croce , ma che ora sta pregustando la libertà. Sta sognando la propria terra.
Il profeta esorta alla gioia, all’esultanza e dice:” sorgi Gerusalemme, perché Dio ricondurra’ Israele con gioia. Quell’iniziativa che l’uomo è incapace a prendere da solo, la prende il Signore, ecco l’annuncio: “Tu ci vieni incontro Signore...Tu Signore sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore”.
Questa domenica di Avvento ci aiuta a prendere coscienza che Dio non è lontano da noi. Il Signore è vicino e bussa alla porta del nostro cuore. Il Signore è sempre vicino perché l’incontro faccia a faccia può avvenire in ogni momento. Il Signore non è lontano, al di fuori della nostra storia, un Essere supremo, nascosto e incurante delle nostre umane situazioni, no si tratta di un Dio che è Padre e Redentore .
Il Signore ci richiama attraverso Giovanni Battista ad una autentica conversione di vita, ad un doveroso cambiamento di stile di vita, ci esorta attraverso il profeta Baruc a non aver paura di questo tempo di attesa
E’ questo il tempo della conversione , è questo il tempo per iniziare una nuova vita, una vita da autentici cristiani, concretamente è il tempo per la riflessione, per una riflessione seria sulla nostra vita, per decidersi di cambiare rotta, per abbandonare il peccato e vivere nella grazia.
Opportuna, meglio fondamentale diventa allora la confessione sacramentale, senza attendere il confessore straordinario della vigilia, quando tutto si compie più per consuetudine che per fede.
Ora possiamo essere nell’ inquietudine e nell’infelicità perché non abbiamo messo Dio al centro delle nostre attenzioni, delle nostre speranze,delle nostre aspettative. Non dobbiamo lasciarci permeare da una mentalità agnostica e materialista propria di questa generazione, non dobbiamo lasciarci ingannare dai miraggi da orizzonti irraggiungibili costruiti solo dal nostro orgoglio e che poggiano solo sulla ricerca del benessere come unica fonte di felicità e come unica attesa per l’uomo.
Sono cose che ripetiamo sempre, ma con tanta fatica accettiamo e con ancor maggior fatica riusciamo a metterle in pratica.
Affidiamoci unicamente a Gesù il Risorto, Colui che ha il potere sulle sabbie mobili dell’incertezza, del dubbio, della non-attesa,dell’inquietudine di chi vive alla giornata senza speranze né utopie, sulle acque di un mondo in tempesta, contro ogni forma di sofferenza,di malattia e di infermità, perché solo Lui il Cristo è il vincitore del peccato e della morte.
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