
La, liturgia della parola ci richiama tutti, in particolare noi ,ancora viventi e pellegrini in questa terra,
alla fede, alla speranza nella vita eterna.”Io -dice il Signore sono la Risurrezione e la vita e chi crede in me anche se morto vivrà”.Questa parola vorrebbe essere per tutti noi un ammonimento,un richiamo,una esortazione e anche una catechesi,perchè tutti o prima o poi ci ritroveremo davanti alla realtà del dolore,alla verità della morte e allora a nulla serve nè il dimenticare nè il sognare nè il progettare, e tanto meno servono tutte
le forme che oggi l'uomo sceglie come alienazione per non vedere,per non capire. E allora per poter dare un senso umano alla verità di una morte umanamente assurda ci ritroviamo accumunati nei soliti luoghi comuni dei “se”, dei “forse”, dei “ma” e per cadere nel silenzio del sabato santo senza la Pasqua e allora si cerca una qualche risposta non nella fede o nella Parola di Dio, ma nella fatalità di un destino cieco. Oggi più che un tempo si è offuscata la speranza che nasce dalla fede,non ci domandiamo più il “perché” della vita,del lavoro,della sofferenza collegata alla nostra limitatezza,della morte accolta come un destino assurdo per alcuni fortunato e per altri sventurato. Non ci attendiamo più nulla dopo questa vita,oltre il lavoro,i figli,le soddisfazioni quotidiane e allora è meglio non pensarci e dimenticare quanto prima possibile l’evento di una morte.
Non è però questo il luogo e neppure il momento per lunghi discorsi funebri ,ma una parola di speranza per noi che siamo qui su questa terra, ancora pellegrini.
Mercoledì improvvisamente ci è giunta la notizia della sua morte, una notizia improvvisa che ha destato stupore e incredulità. Florindo aveva appena iniziato la sua giornata lavorativa e neppure avrebbe sospettato che quella giornata stava per concludersi,stava per finire anche la sua giornata terrena,stava partendo per il riposo eterno ,è partito per quella pace dove non c'è tribolazione o ansietà,lavoro e fatica, ma al tempo stesso ha lascianto nel dolore la famiglia, ha lasciato nel pianto tutti i familiari .Ora noi speriamo che si trovi nella dimora con Dio e di là guardi alla sua famiglia, alla contrada dei Lessi e a tutta la comunità cristiana.
Inutile ricordare in questo luogo le virtù di un cristiano sincero , di un uomo sereno, perché tutti conoscete le sue doti e le sue virtù meglio certamente di me. Ma è conveniente ricordare la sua vita, perché resta un segno per le nuove generazioni: Florindo uomo generoso e sempre disponibile per tutti, un uomo stimato e da tutti ben voluto, un lavoratore che conobbe i sacrifici e le privazioni dell’emigrazione, un uomo dal cuore generoso e altruista, ma soprattutto un padre che ha donato la sua esistenza alla famiglia e questo suo amore è sempre stato notato e ripagato dai suoi figli e familiari.
La morte di ogni persona è un insegnamento proprio per noi ancora viveneti, purtroppo la civiltà del benessere,la folosofia del consumismo,l'orizzonte che i mass media ci propongono ogni giorno ci stanno ingannando. Ecco allora i grandi miti del nostro tempo:il mito della perenne gioventù,il mito del presente,del volere sempre,tutto e subito , dimenticare il passato e ignorare il futuro,tutto questo per far credere all'uomo nell’immaginario,di poter vivere sempre sulla terra,tutto questo per farci credere alle apparenze,alla bella figura,a quello che gli altri dicono o si aspettano da noi , per portarci in ogni caso a negare le verità trascendentali: Dio,il Paradiso,l'inferno,la morte,il giudizio-
Leggo testualmente una preghiera che gli ebrei recitano ogni mattina per non dimenticare durante il giorno: “Signore cosa siamo noi?Cos’è la nostra vita? Cos’è la nostra bontà? Quali sono i nostri meriti? Cos’è la nostra forza? Cos’è il nostro vigore? Tutti gli eroi sono un nulla davanti a Te e le persone famose è come se non fossero mai esistite, perché tutte le nostre opere sono vane e i giorni della nostra vita sono una nullità di fronte a Te”.
L'uomo di fede ha come soggetto della vita ,Dio, chi non ha alcuna fede in Dio pone se stesso come soggetto e oggetto della vita.
Solo in un orizzonte di fede accettiamo i disegni di Dio,anche quando sono difficili da accettare,solo Lui è il Creatore dell'uomo e conosce i tempi e i momenti,solo Lui è eterno e per Lui “mille anni sono come il giorno di ieri che è passato”.
Scrutiamo i segni dei tempi :le cose non ci asscurano la vita eterna, basta guadarsi attorno e fare una spassionata riflessione. Gesù lo ha detto chiaramente:”accumulatevi tesori in cielo dove non ci sono nè ladri nè tignola”, e questa parola è rivolta a noi oggi,così pieni di cose e così assetati di felicità. Il vuoto di valori,il dissolversi della vita dello spirito,l'assenza di ideali per i quali vivere e sacrificarsi,la negazione del soprannaturale,questo vuoto pauroso delle coscienze ha creato scontentezza e inquietudine”non potete servire a Dio e a mammona”.
Il Signore consoli la famiglia di Florindo, così provata da non poche sofferenze e
così presa alla sprovvista per un dolore così grande.
Questa Eucaristia segni qualcosa nella nostra vita! La bara del nostro fratello Florindo è una parola per noi,come lo è il Cero pasquale acceso davanti alla bara,siano per tutti un monito,un richiamo ai valori eterni,ai valori dello spirito, sia anche una proposta di fede e anche un interrogativo per questa comunità cristiana per riscoprire e vivere la fede pasquale.
Nessun commento:
Posta un commento