E tutti coloro che soffrono sono stati chiamati una volta per sempre a diventare partecipi "delle sofferenze di Cristo". Così come tutti sono stati chiamati a "completare" con la propria sofferenza "quello che manca ai patimenti di Cristo"” (n. 30).
La sofferenza, se portata con i sentimenti di Gesù, sprigiona amore in chi soffre, perché fa della sua sofferenza un’offerta d’amore.
E sprigiona amore anche in chi assiste coloro che soffrono.
“Cristo allo stesso tempo ha insegnato all'uomo a far del bene con la sofferenza e a far del bene a chi soffre. In questo duplice aspetto egli ha svelato fino in fondo il senso della sofferenza” (n. 30).
Nel libro “Memoria e identità”, pubblicato qualche tempo prima della sua morte, il Papa è tornato ancora sul tema della sofferenza:
“Cristo, soffrendo per tutti noi, ha conferito un nuovo senso alla sofferenza, l'ha introdotta in una nuova dimensione, in un nuovo ordine: quello dell'amore. È vero, la sofferenza entra nella storia dell'uomo con il peccato delle origini...
Ma la passione di Cristo sulla croce ha dato un senso radicalmente nuovo alla sofferenza, l'ha trasformata dal di dentro. Ha introdotto nella storia umana, che è storia di peccato, una sofferenza senza colpa, affrontata unicamente per amore. È questa la sofferenza che apre la porta alla speranza della liberazione, dell'eliminazione definitiva di quel pungiglione che strazia l'umanità. È la sofferenza che brucia e consuma il male con la fiamma dell'amore e trae anche dal peccato una multiforme fioritura di bene” (p. 199).
http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=290
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