Questo blog è personale. Contiene alcune omelie rivolte ai fedeli di Stoner di Enego,provincia di Vicenza, dal 1986 al 2002 ed omelie dal Monastero di Bose. Il blog contiene inoltre molte riflessioni sulla speranza cristiana , sulla sofferenza, sul senso del dolore , ricavate dalle pagine WEB, contiene anche qualche preghiera e altre verità della nostra religione cristiana cattolica.
martedì 7 febbraio 2012
Esaltazione della Santa Croce. 3
Monastero Janua Coeli
Sia innalzato
Non si nasconde la luce dei Suoi occhi se ti offri al Suo stare... Da te brilleranno le scintille della Sua dolce presenza non appena tu accetterai di lasciarti ferire dalla vita, non per il gusto di soffrire ma per il desiderio di mordere il frutto che matura al calore del Suo essere tra noi. Che nulla dei tuoi giorni scivoli su di te, ma che tutto ti attraversi fino in fondo! E brillerà il Suo sguardo da ogni tuo istante...
Sia innalzato
MEDITAZIONE
Domande
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito. Quanto di più caro il Padre lo da a noi. Qualsiasi padre preferirebbe andare al posto del figlio sapendo di perderlo? Dio no! È il massimo del dono di sé. Ci consegna se stesso interamente, pur sapendo quanto siamo maldestri e distratti! perché non avessimo dubbi sul suo amore, ci offre quanto di più prezioso aveva, il suo Volto, la sua Parola, la sua Pace: Cristo Signore.
Chiave di lettura
Nel deserto della vita è possibile essere morsi dai velenosi denti di serpenti velenosi quali le disavventure del rifiuto o le restrizioni di ogni possibile espressione umana? Sono i momenti estremi di rischio che divorano le possibilità di vita della persona a favore di una morte pressoché immediata. La ribellione alla propria esistenza apre voragini di attesa e scava abissi di delusione. Ma a chi sta naufragando nelle acque incostanti del proprio vissuto si tende la mano della divina presenza e l?esperienza della salvezza si fa pregnante di significato. Risorse inaspettate fluiscono quando hai vissuto sul ciglio della morte, è come se la luce dell?intelletto ormai spenta ritrovasse nuova fiamma e colmasse ogni vuoto. Bisogna che il Figlio dell?uomo sia innalzato, perché chi crede abbia la vita eterna. Questa urgenza fa pensare che non siamo in grado di riconoscere il Figlio dell?uomo tra gli uomini, che abbiamo bisogno di sperimentare il limite della caduta per avvertire forte la necessità di qualcuno che ci salvi. Le recriminazioni su Dio e sui suoi amici avvelenano l?esistenza, ma anche in questo caso Dio è salvezza. La recriminazione viene innalzata non come condanna ma come parola di guarigione. Il dover alzare lo sguardo, il non far da sé.. questa è salvezza. Il Figlio dell?uomo posto in alto è sorgente della vita, lì dove la croce si fa abbraccio. C?è il cielo, c?è la terra. Queste due assi di legno che si incrociano parlano di salto in alto verso Dio e salto in largo verso gli uomini; nessuno resta fuori! Lo spazio di incontro tra le due dimensioni è lo spazio della vita umana di Cristo, uomo e Dio. Qui siamo chiamati a sostare, se vogliamo capire qualcosa di più del mistero che ci avvolge, qui dove si consuma il dono ineffabile del suo essere tra noi.
PREGHIERA
Dove son già fatte le strade, io smarrisco il cammino. Nell'oceano immenso, nel cielo azzurro non è traccia di sentiero. La viottola è nascosta dalle ali degli uccelli, dal fulgor delle stelle, dai fiori delle alterne stagioni. E io domando al cuore, se il suo sangue porti seco la conoscenza dell'invisibile via (Tagore).
CONTEMPLAZIONE
Eccomi ai tuoi piedi, o croce benedetta. Ascolto le voci che su di te hanno infierito mentre il Figlio di Dio gemeva, ritrovo tutte le tracce delle dita che ti hanno afferrato con crudele sentire, che ti hanno malmenato e maledetto, sento su di te scorrere la linfa del respiro vitale di Gesù e ogni sillaba del suo cuore squarciato. Sono qui e incontro su di te tutti gli sguardi che nei secoli ti hanno contemplato, ti hanno implorato, ti hanno insultato. E mi fa male vederti ancora pronta a ricevere le disperazioni dei cuori umani, le speranze di chi non ha altri che te come risposta al suo dolore. I miei occhi si bagnano delle lacrime versate sul tuo legno, bruciano in me i muti singhiozzi di chi non ha neanche il coraggio di urlare tanto è il tormento che vive. O croce beata, porta dell?infinito Splendore, effondi le tue gemme di vita sulle mie sopite malinconie di umanità, e che, sfinito, il mio spirito si abbandoni su di te per entrare nella ferita del tuo amore per me.
Il Vangelo dei piccoli
Se tu apri le braccia, somigli a una croce. Il tuo corpo e? dritto e va verso l?alto, le tue braccia che si tendono a destra e a sinistra non hanno confini, e? come se volessero abbracciare il mondo intero. Gesu? abita la tua vita e tu sei come la sua croce, il luogo della sua divinita? in terra. Essere la croce di Gesu? e? un bell?impegno! Ti ritrovi a dover accogliere in te il soffio del suo Spirito senza misura. Chi crede che Gesu? e? luce che non tramonta, si aspetta dalla croce tanti tesori. Come l?arcobaleno che spunta fuori dopo il temporale, cosi? da Lui sgorgano colori speciali da dentro i fatti di tutti i giorni che sono la croce della semplicita?. Quando ti fai il segno della croce, ricordati che Gesu? e? li? appiccicato a te come un frutto all?albero suo. Non hai da temere nulla, perche? nell?abbraccio che sei tutto acquista il sapore del cielo.
Paolo Curtaz
Quella di oggi è una festa nata da un fatto storico: il ritrovamento della regina Elena, madre dell'imperatore Costantino, del luogo della crocifissione a Gerusalemme. Quel luogo fu conservato con devozione dai discepoli durante tre secoli e ora vi sorge la Basilica del Santo Sepolcro.
La croce non è da esaltare, la sofferenza non è mai gradita a Dio, toglietevi dalla testa, subito, la tragica inclinazione all'autolesionismo tipica del cattolicesimo, inclinazione che crogiuola il cristiano nel proprio dolore pensando che questo lo avvicini a Dio. La nostra è una Religione che rischia di fermarsi al venerdì santo, perché tutti abbiamo una sofferenza da condividere e ci piace l'idea che anche Dio la pensi come noi. No, lo ripeto alla nausea: la felicità cristiana è una tristezza superata, una croce abbandonata perché ormai inutile e questa croce vuota - oggi - viene esaltata. La croce non è il segno della sofferenza di Dio, ma del suo amore. La croce è epifania della serietà del suo bene per ciascuno di noi. Fino a questo punto ha voluto amarci, perché altro è usare dolci e consolanti parole, altro appenderle a tre chiodi, sospese fra il cielo e la terra. La croce è il paradosso finale di Dio, la sua ammissione di sconfitta, la sua ammissione di arrendevolezza: poiché ci ama lo possiamo crocifiggere.
Esaltare la croce significa esaltare l'amore, esaltare la croce significa spalancare il cuore all'adorazione e allo stupore. Innalzato sulla croce (Giovanni non usa mai la parola "crocifisso" ma "osteso" cioè mostrato) Gesù attira tutti a sé. Davanti a Dio nudo, sfigurato, così irriconoscibile da necessitare di una didascalia sopra la sua testa, possiamo scegliere: cadere nella disperazione o ai piedi della croce.
don Nazareno Galullo (giovani)
Testa o Croce?
Oggi sei una croce! Mamma mia che croce! Tutto è una croce in questa città!
Sono espressioni che usiamo spesso. Sì, perché la croce, diciamoci la verità, dà fastidio. La croce è tortura, è morte, è tristezza.
Ma che la Chiesa si è ammattita facendo una festa della Esaltazione della Croce?
No, amici, non si è ammattita. È la Croce ciò che ci contraddistingue come cristiani. La croce è il nostro simbolo, la nostra vita, perché esprime non solo la morte, ma anche la Risurrezione di Gesù.
Lui, lassopra ha dominato, ha vinto la morte, ha dato uno schiaffo morale a quanti lo volevano morto. Morto perché diceva, faceva e soprattutto ERA la verità.
Non abbiamo paura della croce. Piuttosto ci fa paura tanto silenzio che tradisce una mentalità falsa, ci dovrebbe far più paura il silenzio dei giusti...che sono conniventi (cioè complici) con le cose brutte e storte di questo mondo. Anche se queste cose brutte le si fa passare per belle.
Miss Italia, Grande Fratello e Isola dei Famosi....sembrano le cose più importanti, stando a quel che dà la TV.
E invece....creano una mentalità anche in noi: che se si appare si diventa importanti. Se si è come gli altri...si è importanti. Se si ha successo si è qualcuno.
La croce non è stato il successo di Gesù. La croce non è stata mai fonte di guadagno né di pubblicità per Gesù. La croce è stata lo scandalo, la cosa da eliminare, la cosa su cui era meglio non predicare. Eppure non è stato così. San Paolo parla della croce, tutti gli evangelisti parlano della croce, tutti i primi cristiani e predicatori (i Padri della Chiesa) non hanno vergogna di parlare della croce.
Qualche volta i giovani...hanno vergogna di essere cristiani. Sì, perché hanno vergogna di dire con la propria vita che la croce è il loro strumento di vittoria. È vero che la portano al collo...ma solo al collo non basta. Bisogna portarla con la vita.
Non dico di più. Dico solo che la croce è la nostra vita, il nostro simbolo per eccellenza, che ci parla più di ogni altra cosa di Gesù, crocifisso e risorto, davanti a cui ogni ginocchio deve piegarsi, nei cieli, sulla terra e sotto terra.
Ciao
P.S.: chiedo umilmente perdono a quanti ho offeso o fatto del male, volontariamente o involontariamente, diventando io una croce.
Naza
http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110914.shtml
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